Prima o poi mi denunceranno per il mio contributo, non
certo positivo, alla potenziale estinzione del calamaro, visto che me lo pappo
almeno un paio di volte alla settimana.
Questa volta, nella forma di anellini, nuovamente cotto a bassa temperatura, usando una classica
vaso-cottura in olio, a 62° per mezz'ora, ottenendo un'incredibile morbidezza dell'amico cefalopode.
Insieme al calamaro, i carciofi romaneschi - per un
romano l'unico tipo di carciofo degno di attenzione - tagliati a fettine
sottilissime e serviti crudi, conditi solamente con sale, olio e limone.
Per finire, le mandorle tostate al sale, che danno
croccantezza e che, peraltro, sono fantastiche da sgranocchiare mentre si
cucina, per cui preparatene sempre in quantità decisamente maggiore di quella
necessaria al piatto.
La cottura a bassa temperatura l'ho fatta usando l'attrezzatura che mi regalai tempo fa, anche se, con un poco di pazienza e attenzione, si
potrebbe anche procedere in modo più tradizionale, usando ad esempio un forno
elettrico e monitorando la sua temperatura.
Concludo dicendovi che sarebbe meglio prendere calamari
piccoli piuttosto che uno più grosso, in modo da avere anellini sottili, più in linea con lo spirito del piatto.
Ingredienti (per 4 persone)
Per i calamari
- Due calamari da circa due etti ciascuno
- Dieci foglie di erba cedrina (scorza di un limone se non la trovate)
- Due spicchi d'aglio
- Un cucchiaino di grani di pepe nero
- Olio extravergine d'oliva
- Sale marino
Per il carpaccio di carciofi
- Un carciofo romanesco
- Mezzo limone
- Olio extravergine d'oliva
- Sale marino
Per le mandorle tostate
- Una trentina di mandorle pelate
- Un cucchiaino di sale marino
Pulite i calamari, eliminandone la pelle, le interiora,
l'osso (vabbè, non è proprio un osso, ma ci siamo capiti), le alette e i
tentacoli, visto che per questa ricetta useremo solamente il corpo.
Ovviamente con alette e tentacoli, dai quali naturalmente
eliminerete occhi e becco, potrete farci altro, come ad esempio un condimento
per la pasta.
Usando un coltello ben affilato, ricavate dai corpi dei calamari gli anellini, procedendo con cura in modo da averli tutti dello stesso
spessore. Man mano che procedete, rimuovete anche gli eventuali residui delle
interiora, che è probabile siano rimasti, visto che pulire un calamaro piccolo
e per di più senza aprirne il corpo non è che sia facilissimo.
Mettete gli anellini sul tagliere e asciugateli per bene
usando qualche foglio di carta da cucina - il calamaro è appiccicoso, per cui abbiate pazienza e non vi agitate se gli
anellini si appiccicano alla carta - poi teneteli momentaneamente da parte.
Prendete il barattolo che userete per la cottura - mi
raccomando, sceglietene uno che abbia la chiusura ermetica - e mettete sul suo
fondo la metà delle foglie di erba cedrina, dei grani di pepe e dell'aglio.
Mettete gli anellini di calamaro nel barattolo,
esercitando una leggera pressione in modo che si compattino quanto più
possibile, poi aggiungete la parte rimanente di erba cedrina, pepe e aglio.
Riempite il barattolo con l’olio extravergine, facendo in
modo che questo copra completamente i calamari, poi aspettate qualche minuto,
in modo che questo penetri per bene tra gli spazi e, nel caso, rabboccate in
modo da avere il giusto livello.
Chiudete il barattolo e scaldate l'acqua di cottura,
portandola alla temperatura di 62°, quindi immergeteci il barattolo, facendo in
modo che questo ne sia immerso almeno fino al livello raggiunto dall’olio - se
l'acqua è troppa, il barattolo tenderà a galleggiare perdendo la sua stabilità
- facendo cuocere per mezz'ora.
Nell'attesa del completamento della cottura, preparate i
rimanenti ingredienti, partendo con le mandole tostate, mettendole in un
padellino anti-aderente, insieme ad un cucchiaino di sale marino, meglio se
macinato al momento, portando poi il tutto sul fuoco.
Fate scaldare a fiamma media e proseguite, girando spesso
in modo che il sale possa essere sempre a contatto con le mandorle e la
tostatura sia uniforme, fino a quando queste non cominceranno ad assumere un
bel color bruno tenue, segno che la tostatura procede come si deve.
Spegnete, travasate le mandorle in un piatto, mettendole
ben distese e separate, e fatele freddare, in modo che recuperino la loro
croccantezza.
Ora i carciofi, che in questo caso, visto che li
utilizzerete a crudo, li pulirete in modo più aggressivo, andando un po' oltre la loro normale pulizia, rimuovendo un numero maggiore di foglie esterne ed
eliminando completamente il gambo e buona parte della punta.
Una volta puliti i carciofi, tagliateli a metà nel verso
della loro lunghezza, in modo da dividere il fiore a metà, quindi rimuovete l’eventuale barba interna e strofinateli con la parte tagliata di un limone, in
modo da inibire l'avvio del processo di ossidazione.
Poggiate i carciofi con la parte tagliata sul tagliere e
tagliateli a fettine molto sottili, sempre tagliando nel verso della lunghezza,
in modo che ciascuna fettina abbia con se le foglie è la piccola parte che,
inferiormente, le tiene unite.
Riunite i carciofi in una ciotola, unite il succo del
mezzo limone - procedete per gradi, assaggiando ogni volta in modo da avere il
grado di acidità che più vi soddisfa - e un paio di cucchiai di olio
extravergine, mescolando poi per bene.
Mi raccomando, non perdete tempo nel condire i carciofi,
altrimenti questi si ossideranno rapidamente (ricordatevi che ne avete
strofinato con il limone solo l'esterno), diventando scuri e poco piacevoli
alla vista.
Per i momento non salate i carciofi, cosa che farete
invece solo al momenti di impiattare, in modo da evitare che la presenza del
sale cominci a fargli rilasciare acqua, rovinando e diluendo il risultato
finale.
Tornate ai calamari e, quando la loro cottura è
terminata, togliete il barattolo dall'acqua, apritene il coperchio e trasferite
i calamari, facendoli sgocciolare dal loro olio, in una ciotolina, dove li
salerete leggermente. Ovviamente lasciate nel barattolo l'erba cedrina, il pepe
e l'aglio.
Bene, procedete con l'impiattamento, disponendo per prima
cosa i carciofi - ricordatevi di salarli - in modo che questi fungano da base, poi sopra di essi gli anellini di
calamaro.
Per finire le mandorle tostate, che disporrete intorno a
carciofi e calamari, quasi fossero un elemento di guarnizione, poi completate
quest'ultima secondo la vostra ispirazione del momento.
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