La
trippa dissimulata, potrei dire, visto che per farla mangiare alla mia
famiglia, soprattutto a moglie e figlia - il figlio, per contro, se ne è
innamorato - devo sempre inventarmi qualcosa che la nasconda, visto che non è certo qualcosa che loro amino
particolarmente, per usare un eufemismo...
Questa
volta il complice sono i paccheri, che ho riempito con una classica trippa alla
romana, cotta quindi con il pomodoro e rafforzata
con il pecorino romano- al solito, quello di Brunelli - e la mentuccia
(o menta romana, che dir si voglia).
Il
pecorino, poi, è presente anche come crema,
ancora una volta profumato con la mentuccia, per un piatto dai sapori
decisamente importanti, forse poco
adatto ai palati delicati.
Concludo
dicendovi che ho preparato la trippa in quantità maggiore di quella
strettamente necessaria per riempire i paccheri, principalmente perché io e mio
avevamo voglia di gustarcela in modo, per così dire, tradizionale, ma anche perché cuocerne una quantità troppo ridotta
avrebbe a mio avviso pregiudicato un po' il risultato finale.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
la trippa
- Mezzo chilo di trippa precotta (vedi sopra)
- Tre cucchiai di pecorino romano grattugiato
- Tre etti di polpa di pomodoro (vedi dopo)
- Mezza carota
- Mezza cipolla
- Mezza costa di sedano
- Mezzo bicchiere di vino bianco secco
- Una ventina di foglie di mentuccia
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe nero
Per
i paccheri
- Venti paccheri
- Un cucchiaio di pecorino romano grattugiato
- Olio extravergine di oliva
- Sale grosso
Per
la crema pecorino romano
- Due etti e mezzo di panna fresca
- Un etto di pecorino romano grattugiato
- Una trentina di foglie di mentuccia
- Pepe nero
Piccola
premessa sulla trippa, che come ho fatto io suggerisco di prendere precotta -
oramai la si trova in quasi tutti i supermercati - lavandola poi per benino
sotto l'acqua corrente e facendola poi scolare. Naturalmente sentitevi
assolutamente liberi di prenderla cruda e di cuocerla "come si faceva una volta", anche se così facendo siate
preparati a disperdere un delicato afrore
(scusate l'ossimoro) per tutto il vicinato.
Bene,
esaurita la premessa, preparate per prima cosa il battuto con gli odori, usando
un coltello ben affilato e con la lama grande - io preferisco di gran lunga tritare a mano, dato che l'uso di mixer
e simili maltratta un po' troppo le verdure - che metterete in una casseruola,
insieme a quattro cucchiai di olio extravergine.
Portate
la casseruola sul fuoco, a fiamma bassa e senza coperchio, facendo andare il
battuto fino a quando gli odori non si saranno appassiti - ci vorranno circa
dieci minuti - avendo però cura che non si coloriscano troppo. Un buon segnale
della giusta appassitura è il
raggiungimento di un colore quasi uniforme tra le diverse verdure.
Unite
la trippa, alzate la fiamma e fatela rosolare per qualche minuto nel battuto di
verdure, quindi unite il vino bianco e fatelo sfumare (ricordo che sfumare il vino vuol dire eliminarne il
suo contenuto alcolico), poi unite la polpa di pomodoro, salate e pepate,
abbassate nuovamente la fiamma e coprite con il coperchio, lasciando però una
leggera fessura in modo che il vapore possa uscire.
Faccio
notare, di sfuggita, che nel caso vi foste regalati uno Slow Cooker, allora questo è il momento giusto di usarlo, per una cottura ancora
più gentile e delicata.
In
entrambi i casi, mettete in conto almeno un paio d'ore di cottura, per una
trippa molto morbida, che quasi si sciolga
in bocca (a me è così che piace), ricordandovi che, nell'ultima mezz'ora di
cottura, è bene togliere il coperchio, in modo da far restringer quanto più
possibile il fondo di cottura.
Quando
la trippa è pronta, con il suo fondo ben denso, spegnete la fiamma è unite il
pecorino grattugiato, al quale avrete unito la mentuccia, tritata al coltello,
e il pepe, dando poi una bella girata, in modo da dar modo al pecorino di
sciogliersi e alla mentuccia e al pepe di sprigionare i loro profumi.
Fate
freddare la trippa, sempre senza coperchio, in modo che la salsa continui ad
asciugarsi e, nell'attesa, dedicatevi alla cottura dei paccheri, cuocendoli in
acqua a bollore e leggermente salata e mantenendoli ben al dente, in modo che
abbiano quel minimo di resistenza che
vi consentirà di riempirli senza troppi problemi.
Quando
i paccheri sono pronti, scolateli e passateli immediatamente nell’acqua fredda,
in modo da interromperne la cottura, quindi fateli asciugare, disponendoli ben
separati su un tagliere o su un piatto e, se volete, tamponandoli con qualche
foglio di carta da cucina, in modo da eliminare ogni traccia di amido.
Tornate
alla trippa e, quando è ben fredda, prendetene quella che userete come ripieno
- orientatevi, come base di partenza, su un cucchiaio scarso per ciascun
pacchero - e mettetela sul tagliere e poi, usando sempre un coltello ben affilato e con la lama grande, battetela,
come se doveste farne una tartare,
fino ad ottenere dei pezzi piuttosto piccoli, che potranno essere compattati
senza difficoltà all'interno dei paccheri.
Prendete
un pacchero alla volta - mi raccomando, delicatezza - poggiatelo in verticale
sul piano di lavoro e poi, aiutandovi con un cucchiaino, o meglio ancora con le
mani, riempitelo con l’impasto di trippa, arrivando fino all’orlo superiore ed esercitando
un minimo di pressione, in modo che l’impasto dia una forma perfettamente
cilindrica al pacchero, che in genere, per effetto della cottura, tende invece
a schiacciarsi, ripetendo il
procedimento fino ad esaurire i paccheri o il loro ripieno.
Mettete
i paccheri in un piatto e spennellateli con un velo di olio extravergine, in
modo da renderli più lucenti ed evitare che si secchino all'esterno.
Dato
che i paccheri andranno serviti caldi - non bollenti, mi raccomando - potrete
riscaldarli al microonde, a bassa potenza in modo da non cuocerli, oppure in
forno, impostandone la temperatura sui 90°.
Preparate
per ultimo la crema di pecorino e mentuccia, cosa che vi consiglio di fare
all'ultimo momento, in modo da non doverla riscaldare - la crema dovrà avere
più o meno la stessa temperatura dei paccheri - operazione che per le crema a
base di formaggio va sempre fatta con attenzione.
Mettete
quindi il pecorino grattugiato in un pentolino, insieme alla panna fresca, a
una generosa macinata di pepe nero e alle foglie di mentuccia, che avrete prima
finemente tritato, usando il solito coltello ben affilato e con la lama grande.
Portate
il pentolino sul fuoco, a fiamma minima - in alternativa, meglio ancora, potete
procedere con una bagnomaria - facendo raggiungere un bollore appena accennato
e girando di tanto in tanto in modo da agevolare lo scioglimento del formaggio.
Proseguite
con il bollore leggero per non più di due o tre minuti, quindi spegnete e,
usando un colino a maglie fitte, setacciate la crema - non è fondamentale, ma se vi va di
farlo, è meglio - raccogliendola in una ciotola, ricordandovi di girarla di
tanto in tanto, in modo da romperne la pellicola superficiale che tenderà a
formarsi.
Bene,
ci siamo e potete impiattare, scaldando per prima cosa i paccheri e, nel caso,
anche la crema di pecorino, che poi metterete sui piatti, nella quantità di un
cucchiaio ben colmo per ogni porzione (in ogni caso, meglio di più che di
meno).
Sopra
al pecorino disponete i paccheri, maneggiandoli con cautela in modo da non
farne uscire il ripieno, poi distribuite un poco di pecorino grattugiato su
ciascuna porzione.
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