Oramai credo lo sappiate: tutte le volte che moglie e
figli hanno voglia di un filetto, io fingo sempre di sbagliarmi, prendendone un
po' di più di quello necessario, così poi da avere una buona scusa per farci
qualcosa.
Questo "qualcosa", questa volta, si è tradotto
in una classica tartare - altra cosa
che dovreste sapere è che sono attratto molto più dal crudo che dal cotto - dove
al filetto ho aggiunto i pistacchi e poi condita con olio extravergine di oliva
- lo splendido monovarietale di ascolana tenera Spalià del Frantoio Cestini - semi
di coriandolo macinati e sale marino - quello delle Saline di Cervia - macinato al
momento, aggiungendo giusto qualche fiocco di sale al limone,
in modo da avere una nota croccante.
Ad arricchire la tartare,
per un gusto piuttosto deciso, un formaggio stagionato di bufala, prodotto dal Caseificio "La Fenice", dal quale ho ricavato delle sottilissime scaglie. In
alternativa, visto che il formaggio di bufala non è facile a trovarsi, potete
usare un pecorino molto stagionato, meglio se in fossa.
Infine un crudo di carciofi romaneschi, condito con olio
extravergine, succo di limone e un trito di menta romana (detta anche
mentuccia), che con la sua nota acidula contrasta il sapore deciso del
formaggio, dando una sorta di nota fresca
al piatto.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Due etti di filetto di vitellone
- Un cucchiaio di pistacchi sgusciati, non salati
- Un pezzo di formaggio stagionato di bufala (vedi sopra e dopo)
- Olio extravergine di oliva
- Fiocchi di sale al limone
- Semi di coriandolo (pepe bianco se non li trovate)
- Sale marino
Per il crudo di carciofi
- Un carciofo romanesco
- Mezzo limone
- Cinque foglioline di menta romana
- Olio extravergine d'oliva
- Sale marino
Piccola premessa sulla carne, che oltre ad essere di
qualità e tagliata poco prima di usarla, vi dovete far lasciare intera dal vostro
macellaio, resistendo alla tentazione di farvela macinare, cosa che lui, quando
avrà saputo che ci volete fare una tartare,
probabilmente vi chiederà. Vi assicuro, invece, che una tartare fatta con la carne battuta al coltello è tutta un'altra
cosa.
Bene, dopo la premessa dedicatevi per prima cosa alla
carne, dalla quale eliminerete con particolare cura tutti i residui di grasso,
tagliandola prima in piccoli pezzi, che ridurrete poi di dimensione usando un coltello a lama grande e ben affilata, con il quale taglierete e batterete la carne.
La consistenza finale sceglietela voi, a seconda del vostro
gusto, potendo andare da una sorta di battuto,
con pezzi quindi molto piccoli, quasi una sorta di crema, fino ad una consistenza maggiore, con la carne ridotta in
piccoli dadini.
Riunite la carne in una ciotola, conditela con due
cucchiai di olio extravergine, una macinata di semi di coriandolo, il sale
marino e i fiocchi di sale, mescolando poi per bene in modo da armonizzare
tutti gli ingredienti.
Mettete i pistacchi nel mixer, meglio se quello ad alta velocità che si usa per il caffè o, appunto, la frutta secca, facendolo
andare alla massima velocità fino a quando i pistacchi non si saranno ridotti
in pezzi piuttosto piccoli e irregolari, tanto da costituire, appunto, una
sorta di granella, visto che dovranno
chiaramente distinguersi quando mangerete la tartare, ma senza esagerare (come dire, senza dover usare un
calibro per la misurazione dei singoli pezzi, dovrete sapervi regolare ad
occhio).
Mi raccomando, non indugiate troppo con la tritatura dei
pistacchi e fate andare il mixer ad
impulsi di non più di dieci secondi, in modo da evitare di ritrovarvi con
una sorta di polvere, privilegiando
invece l'irregolarità dei pezzi ottenuti.
Naturalmente, se preferite, potrete lavorare i pistacchi
al coltello, operazione un po' più lunga, ma che vi metterà al riparo dai
rischi di una loro tritatura
eccessiva.
Unite i pistacchi alla tartare, mescolate nuovamente e poi assaggiate, per verificare il
giusto equilibrio dei sapori.
Prendete ora il formaggio - usatene un pezzo piuttosto
grande, che sia semplice da lavorare
- e, usando un pela verdure, ricavatene delle scaglie
molto sottili e altrettanto delicate, motivo per cui dovrete operare con molto
delicatezza.
Dedicatevi infine ai carciofi, che in questo caso, visto
che li utilizzerete a crudo, li pulirete in modo più aggressivo, andando un po' oltre la loro normale pulizia, rimuovendo un numero maggiore di foglie esterne ed
eliminando completamente il gambo e buona parte della punta.
Una volta puliti i carciofi, tagliateli a metà nel verso
della loro lunghezza, in modo da dividere il fiore a metà, quindi rimuovete l’eventuale barba interna e strofinateli con la parte tagliata di un limone, in
modo da inibire l'avvio del processo di ossidazione.
Poggiate i carciofi con la parte tagliata sul tagliere e
tagliateli a fettine molto sottili, sempre tagliando nel verso della lunghezza,
in modo che ciascuna fettina abbia con se le foglie è la piccola parte che,
inferiormente, le tiene unite.
Riunite i carciofi in una ciotola, unite il succo del
mezzo limone - procedete per gradi, assaggiando ogni volta in modo da avere il
grado di acidità che più vi soddisfa - un paio di cucchiai di olio extravergine
e le foglioline di menta romana, che avrete tritato finemente al coltello,
mescolando poi per bene.
Mi raccomando, non perdete tempo nel condire i carciofi,
altrimenti questi si ossideranno rapidamente (ricordatevi che ne avete
strofinato con il limone solo l'esterno), diventando scuri e poco piacevoli
alla vista.
Per i momento non salate i carciofi, cosa che farete
invece solo al momenti di impiattare, in modo da evitare che la presenza del
sale cominci a fargli rilasciare acqua, rovinando e diluendo il risultato
finale.
Bene, quando siete pronti per servire procedete con l'impiattamento,
disponendo per prima cosa i carciofi - ricordatevi di salarli - in modo che
questi fungano da base per la tartare.
Aiutandovi con uno stampo circolare, date forma alla tartare
e disponetela sopra ai carciofi, completando poi con le scaglie di formaggio di
bufala e, se volete, distribuendo ancora un poco di granella sul piatto, più
come elemento di guarnizione che altro.
Completate la guarnizione, quindi portate in tavola.
Grazie :-)
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