Ricordatevi
che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto
o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9
ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di
contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è
sicuramente l'Anisakis.
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti,
esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Questo
piatto è stato il primo esperimento per il concorso “Chef per un giorno con Olio Clara", organizzato da "Olio Clara" e da Excellence Magazine, esperimento che, benché mi avesse tutto sommato soddisfatto,
ho poi deciso di sostituire con questarricetta e con quest'altra,
entrambe presentate ufficialmente al
concorso.
Un
concorso il cui tema era la valorizzazione dell'olio extravergine di oliva e,
nello specifico, quello eccellente del Consorzio Olio Clara, una
bellissima realtà marchigiana, devota ad una produzione totalmente biologica e
votata alla protezione di cultivar autoctoni,
molti dei quali a rischio estinzione.
Un
concorso non facile, lo ammetto, visto che non è stato semplice pensare a ricette che, da un lato fossero in linea con la mia visione delle cucina, che
molti sanno essere smodatamente sperimentale, mentre dall'altro consentissero di
riservare all'olio un ruolo di primo attore.
Alla
fine, come primo esperimento, mi sono deciso per un risotto, se volete anche come gesto scaramantico,
visto che un paio di anni fa vinsi un concorso, sempre organizzato da Excellence Magazine e, appunto, centrato sull'uso del meraviglioso Riso Acquerello.
Un
risotto 'ajo, ojo e peperoncino', quindi,
a celebrare una delle ricette più semplici e famose della cucina romana, ma in
questo caso impreziosita da un ingrediente nobile come il gambero rosso di Mazara e ulteriormente
profumata grazie alla presenza dell'aglio nero, non
facile a trovarsi e non proprio economico, ma che ha i profumi e sapori
dell'aglio, senza però averne quegli spiacevoli effetti collaterali sull'alito
e sullo stomaco, che credo tutti abbiano prima o poi sperimentato.
Per
dare giusto risalto all'olio e senza mortificarne le proprietà, l''ajo, ojo e peperoncino' l'ho ottenuto
mediante una infusione a freddo, lasciando l'aglio, il peperoncino e il
prezzemolo (non sempre presente nella ricetta tradizionale, ma a me piace
aggiungerlo) in infusione per un paio di giorni, in modo che profumi e sapori
potessero avere il tempo di trasferirsi all'olio.
L'olio
così ottenuto, solidificato in
freezer in modo da accentuare lo shock
termico e privilegiare la parte grassa piuttosto che quella liquida, l'ho
poi utilizzato per la mantecatura finale del riso, che per la cronaca ho
tostato a secco, senza aggiungere nulla, tantomeno il burro, che ovviamente
nulla c'entra con la ricetta.
La
cottura del riso, sempre per le stessa ragioni di purezza, l'ho fatta utilizzando un'acqua leggermente profumata con
la scorza del limone, ancora una volta mediante infusione a freddo, visto che
l'uso di un brodo, seppur leggero, avrebbe comportato la presenza di sapori
comunque percepibili e, a mio avviso, poco in linea con lo spirito del piatto.
Ad
impreziosire il risotto, come già detto, il gambero rosso di Mazara, usato in due
consistenze, entrambe aggiunte solo al momento di servire: la polpa l'ho
lasciata cruda, unta leggermente con un filo d'olio e disposta sul risotto
caldo, in modo che il tempo necessario a servire avesse come effetto quello di
renderla, per così dire, 'né cruda né cotta',
cosa che ritengo abbia permesso di esaltarne le sue splendide caratteristiche;
i carapaci, invece, li ho essiccati in forno e poi ridotti in una polvere
finissima e molto profumata, anch'essa aggiunta al momento dell'impiattamento.
Poi,
a richiamare i profumi della ricetta tradizionale romana, una gelatina di aglio
nero e prezzemolo, ancora una volta aggiunta solo al momento di servire, in
modo che il suo scioglimento
avvenisse davanti aglio occhi dei commensali, profumando ancora di più il
risotto, secondo una sorta di gioco di
squadra con l'aglio e il prezzemolo presenti nell'infusione usata per la
mantecatura.
Vi
anticipo che dovrete essere molto attenti nelle fasi finali, in modo da
ottenere un riso all'onda,
sufficientemente umido, cosa non
facilissima visto che la ricetta non prevede l'uso di burro e formaggio,
ingredienti che giocano un ruolo fondamentale per ottenere una eccellente cremosità.
Infine,
e mi fermo qui, le teste dei gamberi, che ho fritto in olio bollente, in modo
da renderle croccanti e che ho usato sia come componente croccante del piatto,
che come elemento di guarnizione.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
il risotto
- Tre etti di riso carnaroli
- Un litro e mezzo di acqua
- La scorza di due limoni non trattati
- Sale marino
Per
i gamberi rossi
- Dodici gamberi rossi
- Olio extravergine d'oliva
- Olio per friggere (oliva o semi di arachidi)
- Sale (vedi dopo)
Per
l’’ajo, ojo e peperoncino’
- Un etto di olio extravergine d'oliva
- Quattro spicchi d’aglio
- Quattro gambi di prezzemolo fresco
- Un pezzetto di peperoncino
Per
la gelatina di aglio nero
- Quattro spicchi di aglio nero
- Un ciuffo di prezzemolo
- Cento millilitri di acqua
- Sale marino
Partite
ovviamente con la preparazione dell’’ajo,
ojo e peperoncino’, che come ho già detto avverrà tramite infusione a freddo.
Prendete
gli spicchi d'aglio, sbucciateli e schiacciateli, in modo che anche il loro
interno sia esposto all'azione
dell'olio - in alternativa potete ovviamente tagliarli in due o tre pezzi - e
metteteli in un barattolino con la chiusura ermetica, insieme al pezzetto di
peperoncino - qui vale il vostro gusto e il vostro amore per il piccante - e ai
gambi di prezzemolo, che come sono sicuro saprete sono la parte con più profumo
e sapore, mentre le foglie sono di fatto una sorta di concentrato di clorofilla.
Unite
l’olio extravergine di oliva, avendo cura, al di là della quantità indicata,
che questo copra completamente gli altri ingredienti, quindi chiudete il
barattolino e riponetelo al riparo della luce e in luogo fresco per almeno un
paio di giorni, in modo che i singoli elementi abbiano il tempo di trasmettere
i propri sapori e profumi all’olio.
Se
avete poco tempo o se vi dovesse venire voglia del piatto all’ultimo momento,
potete mettere il barattolino in forno, impostando la temperatura sui 60°,
lasciandocelo per circa un paio d’ore, in modo che il tenue calore acceleri la
trasmissione dei profumi e dei sapori, togliendolo dopo tale tempo e
riportandolo a temperatura ambiente.
Quando
l’infusione è completa, e comunque quando siete pronti alla preparazione del
piatto, prendete l’olio e filtratelo in modo da eliminare l’aglio, il
prezzemolo e il peperoncino, quindi travasatelo in un recipiente che possa
andare in freezer e tale che poi consenta una facile estrazione dell’olio congelato, meglio se usando più contenitori,
piccoli, in modo che poi risulti più facile dosarlo.
Nel
mio caso, ho usato alcuni piccoli contenitori, tipicamente usati per la
preparazione dei cioccolatini, ottenendo singole porzioni molto piccole.
Che
messi nel freezer mi hanno donato la belluria che vedete in foto.
Quasi
parallelamente all’infusione dell’olio, più o meno cinque ore prima della
preparazione del risotto, prendete una casseruola e mettete in infusione la
scorza dei limoni nell’acqua, aggiungendo anche un poco di sale, in modo che
poi non serva aggiungerlo nel riso, durante la sua cottura, essendo sufficiente
la sapidità data dall’acqua.
Coprite
la casseruola con il coperchio e lasciatela a temperatura ambiente; vedrete che
dopo cinque ore l’acqua avrà assunto una tonalità giallina e un delicato
profumo di limone.
Sempre
operando in parallelo con le due preparazioni appena descritte, dedicatevi
anche alla gelatina di aglio nero e prezzemolo, che dovrà avere il tempo di
rassodarsi in frigorifero.
Sbucciate
gli spicchi d’aglio e metteteli nel bicchiere del frullatore, tradizionale o a immersione,
aggiungendo un bel ciuffo di prezzemolo, un pizzico di sale e l’acqua a
temperatura ambiente.
Fate
andare alla massima velocità fino a ridurre il tutto in un composto liquido,
molto fluido e senza più residui solidi, che poi filtrerete usando un colino a maglie fitte, in modo da trattenere i piccoli pezzi di prezzemolo, che
sicuramente il frullatore non sarà stato in grado di eliminare.
Pesate
la quantità totale di liquido in modo da determinare l'esatta quantità di
gelatina, quindi mettetelo in un pentolino e portatelo sul fuoco, a fiamma
bassa e, nel frattempo, fate ammorbidire la gelatina in acqua fredda.
Quando
il liquido è caldo - sono sufficienti circa 60° - strizzate la gelatina messa
precedentemente in acqua fredda e unitela nel pentolino, mescolando per bene in
modo che questa si sciolga perfettamente.
Spegnete
per far scendere la temperatura e, nell'attesa, prendete un contenitore in
ceramica dal fondo piatto e di diametro o larghezza tale da consentirvi di fare
uno strato di gelatina di circa un centimetro di spessore - fate la prova
usando una quantità di acqua pari a quella del liquido - e foderatelo con della
pellicola trasparente, fondamentale per poi poter togliere la gelatina senza
difficoltà.
Fate
in modo che la pellicola trasparente aderisca alla perfezione al contenitore,
quindi unite il liquido e, quando questo sarà a temperatura ambiente, mettete
il tutto in frigorifero, in modo che la gelatina possa solidificarsi.
Quando
la gelatina sarà ben soda, estraetela dal contenitore, mettetela sul piano di
lavoro e, usando un coltello con la lama ben affilata e inumidita, ricavatene
dei cubetti di circa un centimetro di lato, che rimettere in frigorifero fino
al momento di usarli.
Messa
da parte la gelatina, dedicatevi ora ai gamberi rossi, che pulirete rimuovendo
la testa, il guscio, la coda e il filamento intestinale, provando ad estrarlo
delicatamente o, se si dovesse rompere, facendo una piccola incisione sul dorso
dei gamberi e togliendolo usando la punta di un coltellino.
Quattro
dei dodici gamberi tagliateli in pezzi più piccoli, di circa un centimetro di
lunghezza - ogni gambero dovrebbe darvi dai quattro ai cinque pezzi -
raccogliendoli in una ciotola, bagnandoli leggermente con un filo di olio
extravergine e mettendoli poi in frigorifero.
I
rimanenti gamberi, invece, li dovrete tagliare a fettine sottili, nel verso
della lunghezza, che poi userete per realizzare il disco centrale, che posizionerete al centro dei piatti quando
servirete il risotto.
Alla
luce della consistenza dei gamberi, il modo migliore per ricavarne le fettine è
quello di lasciare i gamberi per una mezz’ora in freezer, in modo che possano indurirsi e rendere il taglio più
agevole.
Dopo
aver ricavato le fettine, prendete per prima cosa un pezzo di carta da forno e
poggiatela sul tagliere, ungendola poi leggermente con dell’olio extravergine.
Prendete
poi un piccolo stampo rotondo e poggiatelo sopra alla carta da forno e, al suo interno, inserite
le fettine di gambero, in modo da realizzare uno strato di gamberi, senza
sovrapposizione tra le singole fettine.
Togliete
lo stampo, ungete anche la parte superiore dei gamberi con un velo d’olio
extravergine e poi coprite il disco un pezzo di pellicola trasparente,
esercitando una leggera pressione, in modo che il disco di gamberi si compatti
per bene.
Girate
delicatamente il disco, insieme alla carta da forno sul quale è poggiato, poi
eliminate quest'ultima e sostituitela con un altro pezzo di pellicola
trasparente, in modo che il disco nei sia racchiuso, cosa che renderà più
facile il suo posizionamento sul risotto.
Ripete
tutti i passi fino ad ottenere tutti i dischi di gamberi, uno per ciascuna
porzione di risotto, dischi che poi metterete in frigorifero.
Personalmente,
soprattutto con i gamberi rossi, che hanno un sapore molto intenso, io non uso
mai il sale, cosa che voi potrete ovviamente fare, salandoli leggermente solo
al momento di usarli, in modo che il sale non abbia tempo di avviare la sua
azione disidratante.
Mettete
da parte quattro delle teste dei gamberi, che friggerete e userete come
elemento croccante e di guarnizione, e procedete con la loro seconda consistenza, realizzata usando i loro carapaci, che per prima cosa
dovrete pulire, eliminando ogni traccia residua di polpa e, dalle teste, anche
gli occhi.
Prendete
una teglia, metteteci un foglio di carta da forno e disponeteci i carapaci,
quindi infornate a 80° per circa un’ora e mezza, controllando ogni tanto e
togliendo dal forno quando i carapaci saranno diventati secchi.
Mi
raccomando, non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che i carapaci
devono essiccarsi, non cuocersi, e
80° è la giusta temperatura per far evaporare l’umidità in modo non traumatico.
Quando
i carapaci sono pronti, toglieteli dal forno, fateli freddare e poi metteteli
nel mixer,
che farete lavorare a impulsi, fino ad ottenere una polvere molto sottile. Se
doveste avere l’impressione che la polvere ottenuta sia ancora umida, non
dovete far altro che rimetterla in forno fino a quando non sarà perfettamente
asciutta.
Trasferite
la polvere sul tagliere e, usando un coltello a lama grande e ben affilata, lavoratela fino a quando non avrete eliminato
quei pezzi più grossi, che il mixer non è stato in grado di frantumare.
Per
ultimo, mettete la polvere in un setaccio da farina e filtratela in modo da
ricavare solo le particelle più fini, lasciando nel setaccio i residui di
maggiore dimensione, in modo da ottenere quello che vedete nella foto qui
sotto.
Bene,
tutti gli ingredienti sono pronti e potete ora procedere con la preparazione
del risotto, per prima cosa tirando fuori dal frigorifero i gamberi rossi - sia
i dischi che i pezzi più piccoli - in
modo che possano recuperare temperatura.
Riportate
a bollore leggero l’acqua al limone, in modo che sia alla giusta temperatura
per la cottura del riso, poi prendete una casseruola e portatela sul fuoco, a
fiamma bassa.
Quando
la casseruola sarà calda, ma non bollente, unite il riso e fatelo tostare per qualche minuto, girando
continuamente, quindi cominciate ad aggiungere l’acqua al limone, inizialmente
in quantità maggiore e poi sempre più misurata, in modo da evitare di
ritrovarvi con un risotto cotto al punto giusto ma, ahimè, troppo liquido.
Quando
il riso è più o meno a metà del suo tempo di cottura, prendete un padellino,
metteteci l'olio per friggere, avendo cura che questo formi uno strato di
almeno un paio di centimetri di profondità, quindi portatelo sul fuoco,
scaldando l'olio fino a circa 160°.
Quando
l'olio è a temperatura, unite le teste di gambero - che siano ben asciutte, mi
raccomando - facendole friggere a fuoco vivo per circa tre minuti, in modo che
perdano tutta l'umidità residua e diventino ben croccanti.
Scolate
le teste e mettetele su un piatto, sul quale avrete messo qualche foglio di
carta da cucina o per frittura, in modo che l'olio in eccesso possa essere
assorbito.
Sempre
verso metà cottura, assaggiate per valutare la sua sapidità - se avete salato
correttamente l’acqua dovreste trovarvi con il giusto livello - e nel caso
regolate di sale, sia il riso che l’acqua rimanente.
Quando
il riso è cotto, spegnete la fiamma, prendete dal freezer l’’ajo, ojo e peperoncino’ e unitelo,
ancora congelato, al riso, mescolando fino a quando non si sarà sciolto,
amalgamandosi perfettamente con il risotto e rilasciando tutti i suoi profumi e
sapori.
Procedete
rapidamente con l’impiattamento, mettendo il riso nei piatti e distribuendo
sopra di esso un poco della polvere ottenuta dai carapaci dei gamberi rossi,
avendo cura che questa sia distribuita in modo omogeneo.
Posizionate
poi i dischi preparati con la polpa
dei gamberi rossi, cosa che farete con molta attenzione, rimuovendo la
pellicola trasparente da una delle due facce, poggiando ogni disco al centro del rispettivo piatto e
rimuovendo infine l’altro pezzo di pellicola. Se operate con calma e sangue
freddo i dischi dovrebbero rimanere
integri.
Distribuite
i pezzi di gamberi rossi crudi secondo la configurazione che più vi piace,
mentre i cubetti di gelatina di aglio nero, che prenderete direttamente dal
frigorifero, li metterete solo pochi istanti prima di servire, in modo che
arrivino in tavola ancora integri e si sciolgano davanti agli occhi dei vostri
ospiti.
Guarnite
con le teste fritte dei gamberi e di corsa in tavola.
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