È sempre difficile trovare il tombarello, un
pesce economico della famiglia delle scombridae
e che ricorda la palamita,
soprattutto nel colore e nella consistenza delle carni. Una difficoltà
probabilmente dovuta al fatto che il tombarello è poco conosciuto e quindi di
difficile vendita, soprattutto nella grande distribuzione.
In luogo di mare - nello specifico Anzio, dove passo
buona parte dell’estate - il discorso cambia, anche se non di molto, e qualche
volta il pesce appare sui banchi, come in questo caso, cosa che mi ha portato a
prenderlo senza alcuna esitazione.
Come preparazione - la carni sono particolari, molto
scure e sanguinolente, e non amano
cotture eccessive - ho deciso per un veloce passaggio in padella, con il
contributo di poco olio extravergine, giusto un sentore di aglio e un poco di
sale marino, usando questa volta un sale delle Saline di Cervia, aromatizzato alla salicornia.
Ad accompagnare il tombarello, in primis, una crema di fagioli cannellini, anche in questo caso
arricchita solamente con olio extravergine e poco pepe; poi un agrodolce di
cipolla, fatto con le ultime cipolle di Tropea della stagione, e poi ridotto in
una sorta di crema e, infine, un crumble
di pane al prezzemolo, che porta profumi e croccantezza.
Per quanto riguarda la quantità di pesce, tenete presente
che un tombarello solitamente pesa intorno al chilo, per cui, se lo servite
come in foto, da un singolo pesce potrete ricavare otto o dieci porzioni. Se ne
fate di meno, il suggerimento è ovviamente quello di congelare il pesce in
avanzo e usarlo per altre preparazioni, come ad esempio un classico ragù di
mare.
Infine, nel caso non trovaste il tombarello - cosa
peraltro probabile, ahimè - potete usare al suo posto la palamita o il tonno
(intendo un tonnetto nostrano, non certo l’abusato filetto di provenienza atlantica
o indiana).
Ingredienti (per 4 persone)
Per il tombarello
- Un tombarello (vedi sopra)
- Olio extravergine di oliva
- Mezzo spicchio d’aglio
- Sale marino (vedi sopra)
Per l’agrodolce di cipolla
- Mezza cipolla di Tropea
- Due decilitri e mezzo d'acqua
- Un decilitro di aceto di mele (o di vino bianco)
- Quaranta grammi di zucchero di canna
Per la crema di fagioli cannellini
- Due etti di fagioli cannellini
- Quattro cucchiai di olio extravergine
- Sale marino
- Pepe bianco
Per il crumble
di pane al prezzemolo
- Sessanta grammi di mollica di pane
- Un bel ciuffo di prezzemolo (vedi dopo)
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Con il dovuto anticipo, mettete i fagioli cannellini a
bagno in abbondante acqua fredda, senza aggiungere altro (tantomeno il
bicarbonato, che non serve a nulla) e lasciandoceli per un minimo di sei ore e
non più di dodici.
Trascorso il tempo dell’ammollo, scolate i fagioli,
eliminate quelli eventualmente rovinati e metteteli in una pentola, coperti da
abbondante acqua fredda leggermente salata, senza aggiungere odori dato che per
questa preparazione i fagioli devono essere in
purezza.
Portate la pentola sul fuoco, a fiamma media e con il
coperchio, e quando l'acqua raggiunge il bollore, abbassate la fiamma e fate
cuocere i fagioli fino a quando non saranno ben teneri. Con una cottura
tradizionale, ci dovrebbe volere, dal momento del bollore, dall'ora all'ora e
mezza, mentre se usate la pentola a pressione, direi una trentina di minuti a
partire dal raggiungimento della pressione.
Quando i fagioli sono cotti, spegnete la fiamma e fateli
intiepidire nella loro acqua, poi, usando un mestolo bucato, travasateli nel
bicchiere del frullatore, tradizionale o a immersione,
aggiungendo mezzo mestolo scarso della loro acqua di cottura e quattro cucchiai
di olio extravergine.
Fate andare alla massima velocità fino a ridurre il tutto
in una crema fluida e senza più alcun residuo - la buccia dei fagioli
cannellini è molto tenera e vedrete che scomparirà
completamente all’interno della crema - quindi regolate di sale, aggiungete un
pizzico di pepe nero e date un'ultima frullata.
Tenete presente che la crema dovrà essere piuttosto ferma, con una densità che gli consenta
di sostenere gli altri componenti del
piatto, motivo per cui, durante la lavorazione al frullatore, aggiungete
l'acqua di cottura dei fagioli in modo graduale.
Se usate il frullatore a immersione, inoltre, fatelo lavorare in parte fuori dalla crema, in modo
da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa che le donerà una consistenza
spumosa e piacevole.
Quando la crema è pronta, e se volete una fluidità
perfetta - anche se, lo ripeto, con i
cannellini non dovrebbe essere necessario - setacciatela usando un colino a maglie fitte, in modo da trattenere ogni più piccolo residuo di buccia,
raccogliendo la crema in una ciotola, che terrete da parte, ricordando che
questa andrà servita leggermente tiepida.
Parallelamente alla cottura dei fagioli, dedicatevi
all’agrodolce di cipolla, pulendo quest'ultima eliminandone lo strato più
esterno e le due estremità, e infine tagliandola a metà nel verso della
lunghezza (ne userete solo una delle due).
Prendete poi un pentolino dove la cipolla possa stare
senza troppo spreco di spazio, unite l'acqua, l'aceto e lo zucchero e portatelo
sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando l'acqua è a bollore leggero e lo zucchero completamente
sciolto, unite la cipolla, coprite con il coperchio e fate cuocere
delicatamente fino a quando la cipolla non sarà morbida, cosa che dovrebbe
richiedere circa un'ora.
Piccola nota, la cipolla dovrebbe rimanere immersa il più
possibile nell'acqua - la cipolla tenderà comunque a galleggiare - per cui, nel
caso usaste una casseruola più larga, aumentate la quantità d'acqua, e quelle
corrispondenti di aceto e zucchero, in modo da avere un livello sufficiente
all'immersione parziale.
Quando la cipolla
è pronta, spegnete la fiamma, scolatela e passatela in acqua ben fredda, in
modo da fermarne la cottura, quindi mettetela in un colino per farla scolare
per bene, poi pesatela e mettetela nel bicchiere del frullatore, tradizionale o
immersione
che sia.
Aggiungete una
quantità del liquido di cottura della cipolla pari alla metà del peso della cipolla,
poi fate andare il frullatore alla massima velocità, fino ad ottenere un
composto ben fluido e per quanto possibile, senza traccia di residui solidi,
che poi travaserete in una ciotola in attesa di usarlo.
Ora è il momento del crumble
di pane, mettendo la mollica nel mixer - scegliete un pane casareccio che ne
abbia una ben compatta - aggiungendo il prezzemolo e fate poi andare alla
massima velocità, fino a quando la mollica non si sarà ridotta in piccole
briciole e avrà assunto una vivace tonalità verde per effetto della presenza
del prezzemolo (questa volta ho volutamente tritato insieme pane e prezzemolo,
proprio per avere un colore verde deciso). Per quanto riguarda la quantità di
prezzemolo, dovrete regolarvi a occhio, magari procedendo per gradi, dato che
darvi un peso indicativo è pressoché privo di senso, visto che vi servirebbe
una bilancia da orafo per poter avere la precisione necessaria, considerando il
peso di una singola foglia.
Prendete un padellino, meglio se anti-aderente, metteteci
due cucchiai d'olio extravergine, portatelo sul fuoco, a fiamma media, e quando
l'olio è ben caldo, unite la mollica di pane, facendola saltare e girandola, in
modo che tutte le briciole possano sentire il calore in modo uniforme.
Quando la mollica sarà diventata croccante - a causa del
colore verde sarà difficile valutare il giusto grado di tostatura attraverso, appunto, il cambio di colore, motivo per cui
lo farete toccandola - travasatela in
un piatto, sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina, in modo
che l'olio in eccesso possa essere assorbito.
Per ultimo il tombarello, che per prima cosa dovrete
sfilettare, cosa che farete usando un coltello con la lama flessibile e ben
affilata, possibilmente specifico per lo sfilettamento.
Fate per prima cosa un taglio trasversale poco prima
della testa, quindi incidete il pesce nella sua parte superiore, tenendo la
lama a contatto con la lisca centrale e procedere con piccoli tagli verso
l’interno, fino a separare i filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Mettete i filetti sul tagliere e, sempre usando un
coltello affilato, rifilatene le estremità, eliminando quella parte di pelle
che, normalmente, è più spessa e meno gradevole, sia alla vista che al gusto.
Individuate poi la lisca centrale ed effettuate due
tagli, uno a destra e uno a sinistra di essa, in modo da separarla dai filetti,
operazione che vi garantirà, con un paio di tagli, di eliminare tutte le lische
del pesce. Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella vicino alle
interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Tagliate i filetti in modo da ricavarne dei pezzi non
troppo grandi, diciamo di circa cinque centimetri di lunghezza, dai quali non
dovrete eliminare la pelle, fondamentale per proteggere la polpa e ottenere una giusta cottura.
Prendete una padella, possibilmente anti-aderente, strofinatela energicamente con il mezzo
spicchio d’aglio, in modo che i suoi umori
possano trasferirsi al fondo della padella, poi ungetela con un paio di
cucchiai di olio extravergine e portatela sul fuoco.
Quando l'olio è ben caldo, unite i pezzi di tombarello,
con il lato della pelle a contatto con il fondo della padella, facendo cuocere,
a fiamma media e senza coperchio, senza toccare il pesce, salandolo dopo circa
un minuto e proseguendo la cottura fino a quando la parte superiore del pesce
non avrà cambiato il suo colore, passando da un rosa vivo ad una totalità più spenta, tipica dell’avvenuta cottura, mentre
la pelle sarà diventata ben croccante.
Spegnete la fiamma, togliete il pesce dalla padella,
altrimenti continuerebbe a cuocersi, e procedete con l'impiattamento,
distribuendo per prima cosa un paio di cucchiai di crema di cannellini sul
fondo dei piatti.
Al centro della crema distribuite un cucchiaino di
agrodolce di cipolla, quindi disponete il pesce, con la pelle rivolta in alto,
sia per questioni estetiche, ma soprattutto per evitare che l’umidità della
crema rovini la sua croccantezza.
Completate con il crumble
di pane al prezzemolo, distribuendolo come in fondo o seguendo la vostra vena
artistica e poi, se volete, guarnite come più vi piace.
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