Ecco una ricetta che ha senso se avete comprato qualche
calamaro per farci altro, visto che qui useremo le interiora - il quinto quarto,
appunto, nella sua accezione romana - che normalmente vengono gettate via.
Va da sé, quindi, che quando prenderete i calamari, non
dovrete farveli pulire, cosa che peraltro suggerisco di non fare mai, visto che
la loro pulizia è veramente semplice e, se fatta a casa, vi darà appunto la
possibilità di sfruttare tutte le parti del calamaro.
La parte principale del piatto sono quindi delle quenelle fatte con le interiora dei
calamari, fatte cuocere in olio extravergine per una ventina di minuti, insieme
ad aglio, peperoncino, qualche grano di pepe e qualche gambo di prezzemolo.
A cottura quasi ultimata, ho aggiunto un poco di colatura
di alici e poi, una volta pronto, ho battuto
le interiora al coltello, in modo da avere la giusta consistenza per poter
formare le quenelle.
Ad accompagnare le quenelle,
una crema di lenticchie di Castelluccio, condita solamente con olio extravergine di oliva - ancora
una volta lo Spalià
del Frantoio Cestini, un olio
monovarietale di “ascolana tenera” - sale e pepe nero.
Completano il piatto, a dare una nota croccante, dei
piccoli crostini di pane profumati all'aglio.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il quinto
quarto di calamari
- Un chilo di calamari
- Due cucchiai di colatura di alici
- Due spicchi d'aglio
- Un pezzetto di peperoncino
- Quattro gambi di prezzemolo
- Un cucchiaino raso di grani di pepe nero
- Dieci cucchiai di olio extravergine d'oliva
- Sale marino
Per la crema di lenticchie
- Un etto e mezzo di lenticchie di Castelluccio
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe nero
Per i crostini di pane
- Due fette di pane casareccio
- Uno spicchio d’aglio
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Partite con la crema di lenticchie, che volendo potete preparare con un certo anticipo, anche il giorno prima.
Se usate le lenticchie di Castelluccio, che non
richiedono ammollo, mettetele direttamente in una casseruola, coprendole con abbondante
acqua fredda e portandole sul fuoco, a fiamma bassa e con il coperchio,
portandole a cottura e avendo cura che risultino ben morbide.
Salate le lenticchie dopo metà cottura, in modo da
evitare che l'evaporazione dell'acqua aumenti troppo la sapidità e poi, quando
le lenticchie sono pronte, spegnete e lasciatele freddare nella loro acqua.
Usando un mestolo bucato, travasatele nel bicchiere del
frullatore, tradizionale o a immersione
che sia, aggiungete mezzo mestolo della loro acqua di cottura e quattro
cucchiai di olio extravergine d'oliva, poi fate andare alla massima velocità
per circa un minuto, in modo da eliminare ogni residuo solido (la buccia delle
lenticchie è piuttosto coriacea, per cui abbiate pazienza e lavorate il
composto a lungo).
Assaggiate, regolate di sale e date una generosa macinata
di pepe nero e frullate nuovamente per una decina di secondi.
Se usate il frullatore ad immersione, fatelo lavorare in
parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa
che donerà alla crema una consistenza spumosa e piacevole.
Valutate la densità finale della crema, ricordando che
questa non dovrà essere eccessiva, ma piuttosto simile a quella di una passata
da mangiarsi al cucchiaio e, nel caso, aggiungete ancora un poco dell’acqua di
cottura delle lenticchie.
Mettete la crema da parte - ricordate che questa andrà
servita al più tiepida - e dedicatevi ai calamari, dai quale estrarrete
delicatamente le interiora (basta afferrare la testa e tirare delicatamente,
tenendo fermo il corpo con l’altra mano).
Verificate con cura l’interno dei calamari, prendendo
anche le eventuali uova, che sono buonissime, anche se non sempre sono
presenti. Ovviamente, nel caso aveste già deciso come usare i calamari e tale
uso ne prevedesse il taglio del corpo, procedete in tal senso in modo da
facilitare il recupero delle interiora.
Eliminate dalle interiora la sacca con il nero - dovete essere molto cauti nel
taglio, in modo da non romperla - sciacquatele con cura per eliminare i residui
di sabbia, quindi asciugatele sommariamente e mettetele in un pentolino,
insieme agli spicchi d’aglio, in camicia e leggermente schiacciati, ai gambi
del prezzemolo (immagino sappiate che i suoi sapori e profumi sono, appunto,
nei gambi), ai gran di pepe, all’olio extravergine di oliva e a un pezzetto di
peperoncino, che doserete in base al vostro amore per il piccante.
Portate il pentolino sul fuoco, con il coperchio e a
fiamma bassissima - se avete una retina spargi fiamma, usatela - e fate cuocere
per una ventina di minuti, in modo che tutte le interiora possano ammorbidirsi.
Quando mancano cinque minuti alla fine della cottura,
unite la colatura di alici, e proseguite fino al suo completamento, assaggiando
per valutare se la sapidità della colatura sia o meno sufficiente e, nel caso, regolate
con il sale.
Quando il tutto è pronto, spegnete e fate freddare, poi filtrate
il tutto usando un colino
a maglie fitte, raccogliendo l’olio in una ciotola e mettendo le interiora
sul tagliere, dopo ovviamente aver eliminato da esse aglio, peperoncino, grani
di pepe e prezzemolo.
Usando un coltello con la lama grande e ben affilata, battete le interiora come se doveste
fare una tartare, fino ad ottenere un
composto omogeneo, con pezzi piccoli ma ancora chiaramente percepibili alla
vista e al gusto.
Mettete il quinto
quarto appena battuto in una
ciotola e bagnatelo con un cucchiaio del suo olio di cottura, in modo che
rimanga ben morbido in attesa di usarlo.
Preparate i crostini di pane, per i quali cercate di
usare un pane casareccio, meglio se del giorno prima, con la mollica molto
compatta e non troppo asciutta.
Eliminate la crosta e tagliate le fette di pane in dadini
regolari, di circa un centimetro di lato, quindi sbucciate lo spicchio d’aglio,
tagliatelo a metà e poi, con la parte tagliata, strofinate per bene il fondo di
un padellino anti-aderente, in modo che gli umori
dell’aglio possano profumare il
suo fondo.
Aggiungete due cucchiai di olio extravergine e portate il
padellino sul fuoco e, quando questo sarà ben caldo, unite i dadini di pane,
facendoli saltare velocemente e girandoli, in modo che possano dorarsi
uniformemente.
Non appena i dadini sono pronti e ben dorati su tutti i
lati, travasateli in un piatto, sul quale avrete messo un foglio di carta da
cucina o per frittura, in modo che l'olio in eccesso possa essere assorbito.
Bene, non resta che procedere con l'impiattamento,
mettendo per prima cosa un mestolo scarso di crema di lenticchie sul fondo di
ciascun piatto, in modo che questa formi uno strato di circa mezzo centimetro
di spessore.
Usando due cucchiaini da caffè non troppo piccoli,
formate le quenelle nel modo
tradizionale, cioè passando l’impasto
dall’uno all’altro, in modo da ottenere la classica forma. Se non le avete mai
fatte, qui c’è un video
che mostra molto chiaramente come procedere.
Disponete i crostini di pane e, usando un cucchiaino da
caffè, fate colare sulla crema di lenticchie qualche goccia dell’olio di
cottura delle interiora, poi guarnite come meglio credete e portate in tavola.
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