Perdonatemi
ma ho ceduto e ho usato il termine “scomposta”,
fin troppo abusato di questi tempi, dove tutti sembrano voler scomporre
qualcosa.
Nel
mio caso la scomposizione ha
riguardato una lasagna, preparata solo con acqua a farina Kamut (ricordo sempre
che Kamut è un marchio
registrato e non un tipo di grano), che anziché comporre in modo tradizionale,
l’ho assemblata in modo, per così dire, disordinato.
Il
condimento che ho scelto, piuttosto complesso ad essere sincero, vede in prima
battuta le verdure croccanti - carte gialle, zucchine romanesche, piselli e
sedano rapa - prima sbianchite
(bollite in acqua per tre minuti) e poi saltate in padella con un filo d’olio
extravergine di oliva.
Poi
i pomodori datterino, lasciati appassire in forno con poco sale e zucchero, e
la burrata, usata in purezza come
sostituto della classica besciamella.
Come
elemento croccante, i pinoli, tostati in padella con del sale marino.
Infine
il pomodoro, in due forme che potrei definire anomale, visto che ho usato solo
la loro acqua, ricavata passando e lasciando decantare i pomodori rossi -
mettete in conto almeno otto ore - e alla quale ho aggiunto solo un pizzico di
sale.
L’acqua
di pomodoro l’ho quindi usata, ben calda, come una sorta di fondo e poi ci ho
fatto una schiuma, usando come al
solito la lecitina di soia.
Completa
il condimento un olio al basilico, ottenuto frullando le foglie con l’olio e
poi filtrando il tutto, ottenendo un olio quasi denso e ricco di profumi. Vi
anticipo che per l’olio vi darò delle dosi in abbondanza, visto che più di tanto
non si può scendere senza pregiudicare la sua lavorazione, tenendo comunque
presente che l’olio si conserverà tranquillamente per un paio di settimane.
La
lasagna è stata infine assemblata direttamente nei piatti, quindi senza alcun
passaggio in forno, proprio per mantenere una netta separazione tra gli
ingredienti e, quindi, tra i loro sapori.
Ingredienti
(per 6 persone)
Per
le lasagne
- Due etti di farina Kamut
- Un etto di acqua
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Per
la burrata
- Una burrata di circa tre etti
Per
le verdure croccanti
- Due carote gialle di medie dimensioni
- Due zucchine romanesche di medie dimensioni
- Tre cucchiai di piselli sgranati (freschi o surgelati)
- Mezzo sedano rapa
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale grosso
- Pepe nero
Per
i pinoli tostati
- Due cucchiai ben colmi di pinoli già sgusciati
- Un cucchiaino di sale marino
Per
i pomodorini appassiti
- Trenta pomodorini datterino
- Sale marino
- Zucchero semolato
Per
l’acqua di pomodoro
- Un chilo e mezzo di pomodori rossi e ben maturi
- Sale marino
Per
la schiuma di pomodoro
- Mezzo mestolo dell’acqua di pomodoro
- Un cucchiaino di lecitina di soia in polvere
Per
l’olio al basilico
- Trenta foglie di basilico
- Cento grammi di olio extravergine di oliva
- Qualche grano di sale grosso
Partite
con la preparazione dell'olio al basilico, volendo anche il giorno prima, cosa
che consentirà un migliore connubio tra i profumi del basilico e quelli
dell’olio.
Mettete
quindi le foglie di basilico - mi raccomando, non lavatele o, se proprio volete
farlo, asciugatele alla perfezione - nel bicchiere del frullatore, tradizionale
o a immersione,
aggiungendo l'olio extravergine e quattro grani di sale grosso.
Fate
andare alla massima velocità fino a ridurre il tutto in un composto piuttosto
denso, quasi cremoso (se così non fosse, aggiungete altro basilico, mentre se
il tutto risultasse troppo denso, aggiungete ancora olio), ma al tempo stesso
il più fluido possibile, e di un verde scuro e intenso.
Mi
raccomando, fate lavorare bene il frullatore, in modo da ottenere un composto
simile al classico pesto, quindi filtrate il tutto usando un colino a maglie
molto fitte, in modo da raccogliere l’olio in una ciotolina - vedrete che
qualche piccolo residuo comunque passerà tra le maglie - lasciando i residui di
basilico nel colino.
Mettete
l’olio in luogo fresco e, se lo avete preparato con molto anticipo, dedicatevi
ad altro.
Sempre
con largo anticipo, direi non meno di otto ore rispetto a quando servirete il
piatto, procedete con l’estrazione dell’acqua di pomodoro, tagliando questi
ultimi grossolanamente a pezzi e passandoli al passa pomodoro, usando un disco con i fori piccoli, in modo da raccoglierne
solamente la polpa.
Prendete
poi una ciotola di diametro piuttosto ampio - se è di vetro trasparente, ancora
meglio, così potrete controllare la quantità di acqua prodotta - e copritela
con un tovagliolo o un fazzoletto, che terrete in posizione, ben teso,
aiutandovi con qualche elastico, come se fosse la copertura di un tamburo.
Versate
il pomodoro passato sul tovagliolo, che per il peso si incurverà leggermente,
mettendo poi il tutto in luogo fresco e dedicandovi ad altro, in attesa che
l'acqua dei pomodori, lentamente, filtri nel tovagliolo, lasciandovi una polpa
piuttosto compatta, che naturalmente potrete usare per fare altro, come ad
esempio una salsa per la pasta.
Il
processo, come vi dicevo, è piuttosto lungo, non meno di otto ore, durante le
quali, ogni tanto, muovete la polpa
usando un cucchiaio e tirate il
tovagliolo messo a copertura, in modo da facilitare il passaggio dell’acqua.
Quando
il tempo è trascorso e la quantità d’acqua vi sembra sufficiente - in tutto ve
ne serviranno circa tre mestoli - raccogliete la polpa usando un cucchiaio, mettendola
in una ciotola, poi togliete delicatamente il tovagliolo messo a copertura.
Aspettate
una decina di minuti, in modo che gli eventuali residui di polpa colati
attraverso il tovagliolo possano depositarsi sul fondo della ciotola, quindi
usando un mestolo prendete l’acqua dalla superficie e mettetene due mestoli in
un pentolino, in modo che sia poi facile scaldarla quando sarà il momento, e un
mestolo in un contenitore, che poi userete per formare la schiuma.
Quando
mancano più o meno tre ore al servizio, procedete con la preparazione degli
altri elementi del piatto, partendo con i pomodorini appassiti, lavando i
datterini e tagliandoli a metà nel verso della lunghezza.
Prendete
una teglia, metteteci un foglio di carta da forno e sopra di questa disponete i
pomodorini, con la parte tagliata rivolta in alto, salandoli leggermente e
aggiungendo anche un pizzico di zucchero, che contribuirà ad esaltare la loro
dolcezza, riducendo al contempo l’acidità.
Infornate
la teglia a 70°, fino a quando i pomodorini non si saranno raggrinziti - ci vorranno circa un paio d'ore - segno che buona
parte della loro acqua sarà oramai evaporata.
Mi
raccomando, non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che i pomodorini devono disidratarsi e non cuocersi, e 70° è la giusta temperatura per
far evaporare l'acqua in modo non traumatico, senza che i pomodorini perdano la
loro consistenza.
Tenete
comunque presente che il livello di essiccazione
dei pomodorini dipenderà anche dal vostro gusto, potendo scegliere se lasciarsi
essiccare più o meno a lungo, ricordando che tanto più questa sarà prolungata,
senza eccedere comunque, tanto più concentrato sarà il loro sapore.
Quando
i pomodorini sono pronti, togliete la teglia dal forno e fateli freddare.
Parallelamente
ai pomodorini, preparate anche gli altri elementi del condimento, partendo con
i pinoli, mettendoli in un padellino anti-aderente, insieme al sale marino,
meglio se macinato al momento, portando poi il tutto sul fuoco.
Fate
scaldare a fiamma media e proseguite, girando spesso in modo che il sale possa
essere sempre a contatto con i pinoli e la tostatura sia uniforme, fino a
quando questi non cominceranno ad assumere un bel color bruno tenue, segno che
la tostatura è arrivata al giusto punto.
Spegnete,
travasate i pinoli in un piatto, mettendoli ben distesi e separati e facendoli
freddare in modo che recuperino la loro croccantezza.
Dedicatevi
ora alla pasta e, se avete l’impastatrice, metteteci la farina di Kamut, l'olio
extravergine e l’acqua tiepida - la temperatura dovrebbe essere all'incirca di
30°, in modo da accentuare l'elasticità dell'impasto - poi fate andare per
circa sei minuti, fino a quando si sarà formata la classica palla, che
toglierete e impasterete a mano ancora per un paio di minuti.
Se
non avete l’impastatrice o se, per qualche motivo, vi piace sentire la fatica
sugli avambracci, fate la classica fontana sul tavolo, versateci al centro
l’acqua e poi impastate.
In
ogni caso, tenete presente che l’impasto avrà una consistenza notevole, che
renderà faticoso il suo impasto, sia che lo facciate a mano che con
l’impastatrice e così deve essere, per cui resistete alla tentazione di
aggiungere altra acqua.
Considerando
che la pasta è preparata solamente con acqua e farina, non sarà necessaria una
fase di riposo, che invece è vitale
per la classica pasta all’uovo, per cui potete procedere direttamente a
stenderla (nel caso l’aveste preparata con un certo anticipo, avvolgendola
nella pellicola trasparente, in modo che la sua superficie non tenda a
seccarsi).
Stendete
la pasta, ancora una volta a mano o con la macchina, fermandovi ad uno spessore
piuttosto sottile, direi poco meno di un paio di millimetri - io, usando l’accessorio della mia impastatrice, sono
arrivato al livello 7 - dato che la natura del condimento richiede una sfoglia
leggera, che non ne ricopra il sapore.
Usando
un coltellino ben affilato ricavate dalla pasta dei quadrati irregolari (dei
quadrilateri, ad essere precisi), sia nella forma che nella dimensione. Tanto
per darvi un riferimento, considerate che i lati dovrebbero misurare tra i
sette e i nove centimetri.
Per
quanto riguarda il loro numero, tenete presente che io ho usato tre pezzi di
pasta per ciascuna porzione.
Lasciate
la pasta appena tagliata sul piano di lavoro, opportunamente infarinato, in
modo che l’umidità interna possa ridursi, e procedete con la preparazione delle
verdure.
Prendete
per prima cosa una ciotola bella grande e riempiendola con acqua freddissima,
magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo
preventivamente la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Portate
a bollore abbondante acqua leggermente salata - vi dico subito che io ho cotto
tutte le verdure nella stessa acqua, cosa che potrebbe far storcere la bocca ai
puristi - e nel frattempo preparate le verdure, sbucciandole laddove vada fatto
(carote e sedano rapa) e tagliandole a dadini, possibilmente tutti della stessa
dimensione, direi all’incirca un centimetro di lato.
Cuocete
le verdure, un tipo per volta e per il tempo strettamente necessario ad
ammorbidirle, lasciandole però belle croccanti, partendo con quelle dal sapore
più delicato e finendo con quelle dal sapore deciso, in modo che l’acqua di
cottura non prenda subito un sapore che potrebbe contaminare le verdure successive,
Nel
mio caso, ho cotto, nell’ordine, i piselli, le zucchine, le carote e il sedano
rapa. In tutti i casi, per tre minuti dalla ripresa del bollore (per i piselli
controllate dopo due minuti, soprattutto se usate quelli surgelati).
Ogni
volta che una verdura è pronta, scolatela con un mestolo bucato e travasatela
direttamente nell’acqua ghiacciata, facendola freddare in modo da interromperne
la cottura e fissarne il colore,
quindi scolatela e fatela asciugare per bene.
Ora
dovrete essere bravi ed efficienti, procedendo in parallelo con le ultime
preparazioni, in modo da avere tutti gli ingredienti pronti e alla giusta
temperatura quando impiatterete.
Portate
a bollore abbondante acqua salata per la cottura delle lasagne (io l’acqua la
salo subito solo per evitare di dimenticarmi di farlo quando è a bollore) e,
nell’attesa, preparate la schiuma di
acqua di pomodoro, aggiungendo all’acqua messa da parte un pizzico di sale e il
cucchiaino di lecitina di soia.
Usando
il frullatore a immersione - qui quello tradizionale non va bene - frullate il tutto, tenendo il frullatore
fermo e con le lame in parte fuori dall'acqua, in modo da incorporare aria;
vedrete che comincerà a formarsi una schiuma, piuttosto densa e stabile, che
avrà con sé i sapori tenui del pomodoro.
Mettete
la schiuma da parte - la schiuma
rimane stabile per circa una mezz'ora, ma meno riposa e meglio è - fate
scaldare anche l’acqua di pomodoro messa in precedenza nel pentolino,
aggiungendo ancora una volta un pizzico di sale e tenendola poi in caldo in
attesa di usarla.
Prendete
la burrata e apritela, in modo che il
suo interno, cremoso e filamentoso, sia a portata di mano.
Prendete
poi una padella, meglio se anti-aderente, ampia abbastanza da poter contenere
le verdure su di un solo strato, e ungetela con quattro cucchiai di olio
extravergine.
Portate
anche la padella sul fuoco, in modo che l’olio sia alla giusta temperatura
quando l’acqua per le lasagne è già a bollore, momento nel quale tufferete le
lasagne nella loro acqua e metterete le verdure nella padella con l’olio caldo.
Fate
cuocere le lasagne per un paio di minuti - questo è il tempo che ho usato io in
base a quanto sottili le avevo stese - e contemporaneamente fate saltare le
verdure a fiamma vivace, regolandole di sale e dando una generosa macinata di
pepe nero.
Tanto
che la cottura procede - non è che avete tutto questo tempo, comunque -
preparatevi tutti gli elementi per l’impiattamento, in modo che siano a portata
di mano.
Quando
le lasagne sono pronte - mi raccomando, dovrete essere veloci ed efficienti,
dato che più ci metterete e più le lasagne si fredderanno - scolatele e
mettetele su di un pezzo di carta da forno, ungendole leggermente con un velo
di olio extravergine in modo che non si attacchino, poi procedete direttamente
con l'impiattamento.
Mettete
qualche verdura sul fondo di ciascun piatto, poi disponeteci sopra il primo
foglio di lasagna, sul quale metterete un poco di burrata, qualche goccia di
olio al basilico, i pinoli tostati, uno o due pomodorini e altre verdure
croccanti.
Ripetete
la sequenza fino al terzo foglio di lasagna, sul quale ancora una volta
metterete gli altri ingredienti, in modo che questi siano ben in vista.
Fate
colare sul fondo dei piatti un poco di acqua di pomodoro calda - direi un terzo
di mestolo a porzione - quindi, aiutandovi con un cucchiaino, la schiuma di pomodoro, che metterete sopra
alla lasagna.
Guarnite
come più vi piace e portate velocemente in tavola.
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