Dopo l’abbuffata natalizia la famiglia chiedeva a gran
voce “qualcosa di leggero” - la famiglia senza di me, ovviamente - motivo per
cui ho pensato che un pesce, in particolare il merluzzo, ritenuto un pesce poco impegnativo, potesse andare più che
bene, soprattutto se cucinato in modo non aggressivo.
Ho quindi scelto una cottura diversa dal solito, a bassa
temperatura - ma non ho utilizzato il Roner,
questa volta - usando come liquido di cottura il tè verde, preparato piuttosto
forte e leggermente salato.
Come dicevo, questa volta ho seguito un approccio più
artigianale per la cottura, facendo scendere la temperatura del tè fino a 75° e
poi immergendovi il merluzzo, coprendo con il coperchio e facendo cuocere per
venti minuti, cosa che alla fine ha portato la temperatura del liquido a circa
60°.
Ad accompagnare il merluzzo, una crema di rape bianche,
insaporita con la colatura di alici e lavorata solamente con olio extravergine
di oliva, e un agrodolce di cipolle, ottenuto facendole cuocere con acqua,
aceto di mele e zucchero di canna, poi frullando il tutto e riducendolo in
casseruola fino ad ottenere una densità piuttosto spinta.
Giusto come nota di cronaca, questa volta ho utilizzato
la rapa bianca lunga, mai usata prima e presa solo perché mi aveva incuriosita.
Con il tè verde ho poi fatto una schiuma, a richiamare nel sapore il liquido di cottura del pesce, mentre
in fase di impiattamento ho aggiunto qualche mirtillo nero, che portano un poco
di acidità e la parte verde delle rape, velocemente fritta in olio per renderla
croccante.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il merluzzo
- Due etti di polpa di merluzzo
- Due litri di acqua
- Due cucchiai di tè verde (o sei bustine)
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino grosso
- Pepe nero
Per la crema di rape bianche
- Due etti di polpa di rapa bianca
- Un cucchiaio di colatura di alici
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe bianco
Per l’agrodolce di cipolla
- Un etto di cipolla ramata
- Due decilitri d'acqua
- Un decilitro di aceto di mele
- Trenta grammi di zucchero di canna
- Sale marino
Per la schiuma
di tè verde
- Un mestolo del tè preparato per il merluzzo
- Due cucchiaini di lecitina di soia in polvere
Per tutto il resto
- Le foglie verdi delle rape
- Sedici mirtilli neri
- Olio di semi di arachide
- Sale marino
Dedicatevi per prima cosa alla crema di rape bianche,
pelandole in modo da togliere lo strato più esterno ed esporre la polpa
interna, bianchissima. Mettete da parte anche le foglie verdi, scegliendo
quelle più piccole ed eliminando quasi del tutto il gambo, più coriaceo e meno
adatto alla frittura.
Tagliate poi le rape in pezzi, pesatele alla quantità
indicata e mettetele in un pentolino, insieme a quattro cucchiai di olio
extravergine di oliva e a un bicchiere d’acqua, salando poi leggermente.
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma bassa e con il
coperchio, facendo cuocere le rape fino a quando non saranno bene morbide, cosa
che nel mio caso ha richiesto quasi un’ora, date le caratteristiche della rapa
che ho usato.
Ogni tanto controllate e verificate che ci sia sempre
abbastanza liquido, necessario poi per dare la giusta consistenza alla crema e,
verso la fine della cottura, assaggiate per verificare la giusta sapidità,
ricordando comunque che poi aggiungerete anche la colatura di alici, ben salata
di suo.
Quando le rape sono cotte, spegnete, date una generosa
macinata di pepe bianco, fatele intiepidire, aggiungete un cucchiaio di
colatura di alici e infine, usando il frullatore tradizionale o a immersione,
frullatele accuratamente, in modo da eliminare ogni residuo solido.
Verificate la densità finale della crema, che dovrà
essere piuttosto ferma, in modo che
poi non si disperda nei piatti e valutate anche se sia il caso di setacciarla -
tutto dipende da come avete lavorato con il frullatore - cosa che nel caso
farete usando un colino a maglie fitte.
Nel caso la crema vi dovesse sembrare troppo liquida,
sarà sufficiente riportarla sul fuoco, sempre a fiamma bassa, facendola
restringere. Se, al contrario, fosse troppo densa, diluitela con un poco di
acqua.
Mettete la crema da parte, meglio se direttamente in un
pentolino, in modo che poi sarà facile scaldarla al momento del servizio.
Dopo la crema - ma potete naturalmente procedere anche in
parallelo con essa - dedicatevi all’agrodolce di cipolla, pulendo quest’ultima
e tagliandola a fettine sottili, in modo che la sua cottura sia più rapida.
Prendete un pentolino e l’acqua, l’aceto, lo zucchero e
un pizzico di sale, quindi portatelo sul fuoco, a fiamma media, e fate scaldare
fintanto che lo zucchero non si sarà completamente sciolto.
Assaggiate l’agrodolce in modo da poter valutare il
giusto equilibrio di sapori, che ovviamente dipende anche dal vostro gusto, e
nel caso correggete con l’ingrediente che vi dovesse sembrare in difetto.
Quando l’agrodolce è come lo desiderate, unite la cipolla
tagliata e fate andare, coprite con il coperchio e fate andare, a fiamma bassa,
almeno per una mezz’ora, fino a quando la cipolla non sarà ben morbida.
A cottura ultimata, spegnete la fiamma e, usando il
frullatore a immersione direttamente nel pentolino, frullate il tutto piuttosto
a lungo, in modo da eliminare il quanto più possibile ogni residuo solido.
Usando un colino a maglie fitte, filtrate il composto in modo da trattenerne i residui,
raccogliendo la parte fluida in un piccolo contenitore.
Pulite il pentolino dove avete cotto la cipolla e
rimetteteci il composto filtrato, quindi portate nuovamente sul fuoco, a fiamma
bassa e senza coperchio, facendo ridurre il tutto fino ad una consistenza
piuttosto decisa, quasi sciropposa - ricordatevi che la densità aumenterà al
freddarsi del composto - momento nel quale spegnerete la fiamma, facendo
freddare il tutto.
Quando il composto è freddo, e ovviamente se lo avete,
travasatelo in un biberon da cucina, in
modo che poi sia più facile dosarlo sopra le praline, ricordando che, al
contrario della crema di rape, questo andrà servito a temperatura ambiente.
Prima di procedere, e nel caso aveste tenuto il merluzzo
in frigorifero, tiratelo fuori in modo che possa recuperare temperatura, cosa
necessaria visto il tipo di cottura al quale lo sottoporrete.
Preparate ora il tè verde, che dovrà essere piuttosto
forte, aggiungendo anche un poco di sale grosso, in modo che abbia un minimo di
sapidità e, quando il tè è pronto, spegnete la fiamma, toglietene un mestolo e mettetelo in una
ciotola, in modo che possa freddarsi e sia quindi adatto alla preparazione
della schiuma.
Aspettate che la temperatura del tè scenda fino a circa
75° e, nell’attesa, preparate il merluzzo, tagliandolo in pezzi regolari nella
forma e nella dimensione.
Non appena il tè raggiungerà la giusta temperatura,
immergetevi i pezzi di merluzzo, coprendo immediatamente con il coperchio e
lasciando che il pesce si cuocia in modo gentile, senza necessità di riportare il tè sul fuoco, ma usando solamente l'inerzia termica dell'acqua e della pentola.
Tanto che il pesce è in cottura, riscaldate la crema di
rape, in modo che sia calda ma non bollente, poi prendete le foglie delle rape
che avete messo da parte e friggetele in olio di arachidi a 160° e giusto per
un minuto, in modo che le foglioline diventino croccanti senza però
stracuocersi.
Quando le foglioline sono pronte, toglietele con
delicatezza - vedrete che sono molto fragili - mettendole su un paio di fogli
di carta da cucina, in modo che l’olio in eccesso venga assorbito, e salatele
leggermente in superficie.
Preparate ora la schiuma, aggiungendo al tè che avete
messo nella ciotola due cucchiaini di lecitina di soia e poi, usando il
frullatore a immersione - qui quello tradizionale non va bene - frullate il tutto, tenendo il frullatore
fermo e con le lame in parte fuori dall'acqua, in modo da incorporare aria;
vedrete che comincerà a formarsi una schiuma, piuttosto densa e stabile, che
avrà con sé i sapori tenui del tè.
Tornate al merluzzo e, quando mancano un paio di minuti
alla fine della cottura, preparate i piatti, mettendo sul loro fondo la crema
di rape alla colatura di alici - direi che un paio di cucchiai a porzione sono
più che sufficienti - e disponendo intorno ad essa l’agrodolce di cipolla, in
piccole quantità visto il suo sapore piuttosto deciso.
Non appena il merluzzo è pronto, scolatelo delicatamente
con un mestolo bucato e mettetelo in un piatto, ungendo poi i singoli pezzi con
un velo d’olio e salandoli e pepandoli, senza esagerare.
Disponete i pezzi di merluzzo nei rispettivi piatti, poi
sopra di essi un poco di schiuma, in modo che questa scenda parzialmente sui
piatti, completando poi con le foglie di rapa fritte e i mirtilli.
Guarnite come vi sentite di fare, quindi portate in
tavola
Bellissima ricetta , come tutte !!!! un quesito ..il merluzzo va nel te verde caldo e poi sul fornello oppure il calore in una pentola chiusa riesce a portarlo a cottura lo stesso? grazie e ud un sereno anno nuvo!!!
RispondiEliminaCiao Rose, il calore a pentola chiusa (quindi senza fornello) dovrebbe essere più che sufficiente, ovviamente preparando almeno due litri di té e usando una pentola di qualità, con fondo e pareti ben spesse, che trattengano a lungo il calore.
EliminaIn questo modo, almeno nel mio caso, ho osservato una diminuzione della temperatura, nei dieci minuti di cottura, di circa 10/15 gradi, che non ha inficiato la corretta cottura del merluzzo.
A presto :-)