Ricordatevi che il pesce crudo, prima di essere preparato
e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende
dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da
eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i
quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto
riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo
di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Sono certo che, prima o poi, patirò le conseguenze di un
sovradosaggio di ricciola, visto che la uso con una periodicità quasi
imbarazzante, a testimonianza dell’amore che nutro per lei e per il sapore
delle sue carni.
Naturalmente - chi mi segue non ne sarà certo stupito -
anche questa volta la ricciola l’ho usata per una preparazione a crudo,
profumando la ricciola con la radice di zenzero e facendoci poi delle praline, usando i pistacchi come
pralinatura.
Ad accompagnare la ricciola, una riduzione di fichi
d’India, che con la sua dolcezza crea un bel contrasto con il sapore pastoso
del pesce e quello pungente dello
zenzero.
Al momento di servire, infine, ho aggiunto anche l’uva
fragola - giusto mezzo acino per ogni pralina - che con il suo sapore
decisamente particolare accentua ancor più i contrasti.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la ricciola
- Due etti di polpa di ricciola
- Cinquanta grammi di pistacchi sgusciati e non salati
- Una decina di acini di uva fragola
- Un cucchiaino di radice di zenzero grattugiata
- Due cucchiai di olio extravergine d'oliva
- Semi di coriandolo
- Sale marino
Per la riduzione di fichi d’India
- Quattro fichi d'India
- Quattro cucchiai d’acqua
- Un cucchiaino raso di zucchero di canna (opzionale)
Partite con la riduzione di fichi d'India e, se avete mai
maneggiato un fico d'India, saprete già di quelle loro simpatiche spinette,
praticamente invisibili, che si attaccano alle vostre mani e non se ne vanno
mai più, causandovi quella piacevolissima sensazione di puntura perenne che vi
porterà alla follia nel giro di poche ore.
Quindi, a meno che non sappiate sbucciarli usando solo
forchetta e coltello, senza mai toccare i fichi con le mani - non è facile, ma
si può fare - vi consiglio di mettervi un paio di guanti in lattice, che vi
consentiranno di maneggiarli senza alcun problema.
Bene, avendo preso tutte le cautele, sbucciate i fichi e
tagliateli in grossi pezzi, che metterete in un pentolino, meglio se
anti-aderente, insieme ai quattro cucchiai d’acqua.
Portate sul fuoco, a fiamma media, e fate andare, prima
con il coperchio, poi senza, fino a quando i fichi si saranno quasi del tutto
sfatti. Ci vorranno circa venti minuti e l'importante è che, alla fine, il
fondo di cottura si sia piuttosto ridotto, lasciandovi una sorta di sciroppo
piuttosto denso.
Verso metà cottura, in ogni caso, assaggiate per valutare
se la dolcezza sia o meno quella che vi aspettate - molto dipende ovviamente
dal grado di maturazione dei fichi d’Indi - e, nel caso, correggete con un poco
di zucchero di canna.
Fate appena intiepidire i fichi d’India e poi, usando un
colino a maglie fitte o un setaccio, e aiutandovi con il dorso di un cucchiaio,
filtrate il tutto, in modo da raccogliere in una ciotola la parte liquida,
lasciando i semi e le fibre nel colino.
Pulite sommariamente il pentolino e rimetteteci il
liquido appena ottenuto, portando poi sul fuoco, sempre a fiamma minima, in
modo da ridurre ancora il tutto fino alla densità voluta, che dovrà essere
piuttosto elevata, in modo che quando metterete la riduzione nei piatti questa
non si spanderà da tutte le parti.
Tenete in ogni caso presente che la densità aumenterà al
ridursi della temperatura del composto, per cui non indugiate troppo sul fuoco,
tanto alla peggio potrete farlo in un secondo momento.
Mettete i pistacchi nel mixer,
meglio se quello ad alta velocità, che si usa per il caffè o, appunto, la
frutta secca, facendolo andare alla massima velocità, fino a quando i pistacchi
non si saranno ridotti in una sorta di polvere, che travaserete in una
scodella.
Dedicatevi infine alla ricciola, che per prima cosa
dovrete sfilettare - la struttura della ricciola è tale da rendere tale
operazione piuttosto semplice - cosa che farete usando un coltello con la lama
flessibile e ben affilata, possibilmente specifico per lo sfilettamento.
Incidete il pesce nella sua parte superiore, tenendo la
lama a contatto con la lisca centrale e procedere con piccoli tagli verso
l’interno, fino a separare i filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Mettete ciascun filetto sul tagliere o sul piano di
lavoro, individuate la lisca centrale ed effettuate due tagli a destra e
sinistra di essa, in modo da separarla dai filetti, operazione che vi
garantirà, con un paio di tagli, di eliminare tutte le lische residue del
pesce.
Rimuovete la parte più scura della polpa, quella vicino
alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro, poi sempre con i
filetti sul tagliere e con la pelle rivolta in basso, sempre usando un coltello
ben affilato, separate la pelle dalla polpa, pesando quest'ultima alla quantità
indicata.
Data una pulita al tagliere, metteteci la polpa appena
pesata e, usando un coltello a lama grande e ben affilata, battetela
fino ad ottenere la consistenza che preferite, anche se consiglio comunque di
lavorare la polpa piuttosto a lungo, in modo che poi questa possa mantenere la forma senza troppi problemi.
Raccogliete la polpa della ricciola in una ciotola e
conditela con i due cucchiai di olio extravergine, una leggera macinata di semi
di coriandolo e il sale marino, meglio se integrale e macinato al momento.
Mescolate in modo che la ricciola sia ben bagnata
dall’olio, poi aggiungete lo zenzero, che grattugerete usando una grattugia a
lama fine, come questa della Microplane.
Mi raccomando, aggiungetelo in modo progressivo e non tutto insieme, in modo da
poter valutare il gusto complessivo, evitando di avere una netta prevalenza
dello zenzero sugli altri sapori.
Mescolate nuovamente, quindi formate le singole palline,
prendendo circa mezzo cucchiaio di polpa e, usando il palmo delle mani, dandole
la giusta forma, esattamente come fareste se doveste preparare delle polpette.
Mettete la polvere dei pistacchi in un piatto e poi
passateci delicatamente le palline di
ricciola, facendo in modo che la polvere vi aderisca in modo omogeneo, senza
lasciare parti scoperte.
Per ultimo, tagliate a metà gli acini di uva fragola ed
eliminate i piccoli semi al loro interno.
Bene, avete già finito e potete procedere con
l’impiattamento, che descriverò nell'ipotesi che anche voi abbiate scelto di
servire il piatto come Finger Food,
cosa peraltro consigliata, vista la presenza di un ingrediente liquido come la riduzione di fichi
d’India.
Per prima cosa mettete quindi un cucchiaino scarso di riduzione
sul fondo di ciascun piattino o contenitore che avete scelto - i fichi d’India
sono piuttosto dolci, per cui non esagerate con la quantità, altrimenti il loro
sapore oscurerà quello della ricciola - poi poggiate le praline e, sopra
ciascuna di esse, se volete, poggiateci un mezzo acino d’uva fragola.
Nessun commento:
Posta un commento