Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e
servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende
dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da
eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i
quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto
riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo
di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Questo è un vero e proprio esperimento, nato dal fato che
mi era avanzata una piccola quantità di scorfano dalla preparazione di questaricetta, che piuttosto che buttare ho deciso di sacrificare in nome della scienza gastronomica (si, lo so, sto
esagerando).
L’idea è stata quella di contrapporre in modo netto
sapori diversi, come quello del pesce crudo, del cacao amaro (ricordo che il
cacao amaro già compare in alcune ricette salate, come ad esempio nella
caponata o nella coda alla vaccinara, almeno quella fatta secondo la tradizione
romana) e dell’arancia, che come molti sanno ben si abbina al cioccolato.
Lo scorfano l’ho
lavorato a crudo, unendoci i pistacchi rotti grossolanamente in pezzi, in modo
che fossero poi chiaramente percepibili, e condendolo solamente con olio
extravergine di oliva, sale marino e pepe di Sichuan.
Ho poi formato con lo scorfano e i pistacchi delle palline che, solo momento di servire -
non prima, mi raccomando - ho rotolato
nel cacao amaro, in modo da ricoprirle, esattamente come si fa normalmente per
le praline dolci.
Ad accompagnare le praline, poi, una riduzione di arancia
e menta, che porta con sé una nota acida e dolce allo stesso tempo e che ben
contrasta gli altri sapori.
Che altro dirvi, se non che ciò che era nato come un
esperimento, forse azzardato, alla fine mi ha quasi sorpreso, con il sapore del
cacao che esce sul finale, dopo
quello del pesce e dei pistacchi, e con la riduzione di arancia e menta che
contribuisce a pulire la bocca.
Ingredienti (per 4 persone)
Per le praline
- Due etti di polpa di scorfano
- Un cucchiaio di pistacchi sgusciati, non salati
- Due cucchiai di cacao amaro
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Pepe di Sichuan
- Sale marino
Per la riduzione di arancia e menta
- Due arance
- Dieci foglioline di menta fresca
- Un cucchiaino di zucchero di canna
Preparate per prima cosa la riduzione di arancia e menta,
prendendo le arance e ricavandone il succo, pesandolo e mettendolo in un
pentolino, aggiungendo quindi lo zucchero di canna e le foglioline di menta.
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma bassa e senza
coperchio, facendo andare fino a quando il liquido non si sarà ridotto a circa
1/5 del suo volume iniziale, cominciando a fare le tipiche bollicine, che
indicano la quasi totale evaporazione della componente acquosa.
Verso metà cottura, assaggiate per valutare il giusto
bilanciamento tra componente acida e dolce e, nel caso, aggiungete ancora un
pochino di zucchero di canna, soprattutto nel caso aveste usato delle arance
non del tutto mature o le prime della stagione.
Quando la densità della riduzione vi sembra giusta,
spegnete la fiamma, eliminate le foglioline di menta e travasatela in un
contenitore in ceramica - una tazzina da caffè va più che bene - meglio se
facendola passare attraverso un colino a maglie fitte, in modo da trattenere
qualsiasi residuo.
Fate freddare la riduzione, ricordando che la sua densità
aumenterà con il raffreddamento e non vi preoccupate se alla fine la densità
non dovesse essere quella giusta; potrete tranquillamente riportare sul fuoco e
ridurre ulteriormente il tutto.
Alla fine dovrete ottenere una densità simile a quella di
una marmellata fluida, quindi piuttosto stabile
nel momento in cui la metterete nei piatti, senza che si spanda perdendo la sua forma.
Tanto che la riduzione si raffredda, dedicatevi allo
scorfano, che per prima cosa dovrete sfilettare, operazione per la quale ci
vuole un po' di pratica e pazienza, soprattutto le prime volte, e anche di
attenzione, visto che lo scorfano è piuttosto impegnativo da maneggiare.
Prendete un coltellino molto affilato e con la lama
flessibile, quindi fate per prima cosa un taglio trasversale poco prima della
testa, quindi incidete il pesce nella sua parte superiore, tenendo la lama a
contatto con la lisca centrale e procedere con piccoli tagli verso l’interno,
fino a separare i filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Usando poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte
centrale dei filetti e poi, usando un coltello ben affilato, rifilateli,
rimuovendo la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno
gradevole, sia alla vista che al gusto.
Rimuovete infine la parte più scura della polpa, quella
vicino alle interiora, che ha un sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete i filetti di scorfano sul tagliere, con la pelle
rivolta verso il basso e, usando un coltello ben affilato e con la lama non
troppo piccola, separate la polpa dalla pelle, cosa che potrete fare con tagli
progressivi, ognuno volto a separare un pezzo della polpa.
Date una pulita al tagliere e poi, usando coltello con la lama piuttosto grande e ben affilata, battetela in modo da ridurla alla consistenza che preferite, anche
se, dovendoci poi formare delle palline, suggerisco di batterne la polpa piuttosto a lungo, in modo da ottenere una
maggiore tenuta.
Mettete la polpa dello scorfano in una ciotola, quindi
aggiungete due cucchiai di olio extravergine di oliva, un poco di sale marino e
di pepe di Sichuan macinato e date una prima mescolata.
Prendete i pistacchi, metteteli sul tagliere e, usando il
solito coltello a lama grossa, rompeteli
in modo irregolari, ottenendo pezzi irregolari e non troppo piccoli, in modo
che questi siano chiaramente percepibili all’interno delle praline.
Unite i pistacchi allo scorfano e mescolate nuovamente,
quindi assaggiate per verificare il corretto bilanciamento dei sapori.
Formate le singole palline, prendendo circa mezzo
cucchiaio di composto e, usando il palmo delle mani, dandole la giusta forma,
esattamente come fareste se doveste preparare delle polpette.
Prima di passare le praline nel cacao, preparate i
singoli piattini - sto ipotizzando che anche voi abbiate scelto di servire il
piatto come Finger Food - mettendo un
cucchiaino scarso di riduzione di arancia e menta sul fondo di ciascun piattino
o contenitore che avete scelto.
Mettete il cacao in un piatto, facendolo prima passare
attraverso un setaccio per farina, in modo da rompere eventuali grumi, quindi
passateci rapidamente le praline, una alla volta, facendo aderire il cacao in
modo omogeneo sui tutta la loro superficie.
Posizionante ogni pralina nel suo piattino, guarnite e
infine servite velocemente, per evitare che il cacao possa inumidirsi,
cambiando colore e rovinando l’aspetto del piatto.
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