Ero andato dal macellaio per comprare un’arista di maiale
e, visto che stava lì, sul bancone, quasi sembrava mi guardasse, non ho potuto
fare a meno di prendere l’ultimo e solitario pezzo di filetto di manzo.
Tornato a casa, visti anche alcuni avanzi che avevo nel
frigorifero, da poco preparati per altre ricette, ho deciso per una
preparazione a crudo, a conferma del fatto che più vado avanti e più scopro che
la cottura, in generale, mi piace
sempre meno.
Ho preparato quindi una tartare, tagliando la carne piuttosto grossolanamente, questa
volta, arricchendola con la polvere di liquerizia, ricavata grattugiando uno di
quei legnetti che molti amano ciucciare, dai fiocchi di sale affumicato e da qualche filo di erba cipollina.
Come condimento, vista la presenza di sapori importanti, solo olio extravergine di
oliva - lo splendido monovarietale di ascolana tenera Spalià del Frantoio Cestini - sale marino e un poco di pepe di Sichuan,
preferendolo a quello classico in
virtù del suo sapore più delicato.
Ad accompagnare la tartare,
poi, una crema di cavolfiore bianco, lavorata solamente con olio extravergine
di oliva, sale e pepe, e dei crostini di pane nero, dorati in padella con olio
e aglio, quest’ultimo quasi ridotto in poltiglia, in modo che il suo sapore
potesse trasferirsi al pane, con i singoli pezzetti che si incuneano tra gli alveoli del pane.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Due etti di filetto di manzo
- Mezzo cucchiaino raso di polvere di liquerizia (vedi dopo)
- Un cucchiaino di fiocchi di sale affumicato
- Due fili di erba cipollina
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino (opzionale)
- Pepe di Sichuan
Per la crema di cavolfiore
- La metà di un piccolo cavolfiore bianco
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe nero
Per i crostini di pane all’aglio
- Due fette di pane nero
- Uno spicchio d’aglio
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Piccola premessa sulla carne, che oltre ad essere di
qualità e tagliata poco prima di usarla, vi dovete far lasciare intera dal
vostro macellaio, resistendo alla tentazione di farvela macinare, cosa che lui,
quando avrà saputo che ci volete fare una tartare,
probabilmente vi chiederà. Vi assicuro, invece, che una tartare fatta al coltello
è tutta un'altra cosa.
Bene, dopo la premessa, preparate la crema di cavolfiore,
prendendo per prima cosa una ciotola bella grande e riempiendola con acqua
freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo
la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Pulite il cavolfiore, prendendo di fatto solo le cimette,
con la minor quantità possibile di gambo, che laverete velocemente sotto
l'acqua corrente.
Portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e,
quando bolle, tuffateci le cime del cavolfiore e fatele andare, a fiamma
vivacissima e senza coperchio, per circa otto o dieci minuti, fino a quando non
saranno morbide, quindi scolatele usando un mestolo bucato, travasandole
direttamente nell'acqua ghiacciata, in modo da fermarne la cottura.
Mi raccomando, non buttate l'acqua di cottura, che vi
servirà poi per regolare la densità della crema.
Scolate definitivamente il cavolfiore e travasatelo nel
bicchiere del frullatore tradizionale o a immersione,
poi aggiungete quattro cucchiai di olio extravergine, mezzo mestolo scarso
dell'acqua di cottura e fate andare il frullatore alla massima velocità, fino
ad ottenere una crema fluida e senza residui solidi.
Regolate di sale, date una leggera macinata di pepe nero,
quindi valutate la densità della crema, che dovrà essere non troppo liquida,
direi, tanto per capirci, simile a quella di una maionese casalinga.
Mettete da parte la crema - ricordatevi che questa andrà
servita a temperatura ambiente - e dedicatevi ai crostini di pane nero,
ricavando da questo delle fette di circa un centimetro di spessore,
eliminandone poi la crosta e tagliandole infine in dadini regolari, di circa un
centimetro di lato.
Prendete lo spicchio d’aglio, sbucciatelo e poi, usando
una grattugia a lame molto fini, come questa della Microplane, grattugiatelo, raccogliendolo direttamente in un piccolo
padellino anti-aderente, aggiungendo poi un paio di cucchiai di olio
extravergine di oliva. Come già detto, l’aglio dovrà essere ridotto ad una
sorta di poltiglia, piuttosto che essere semplicemente tritato.
Portate il padellino sul fuoco e, quando questo sarà
caldo e l’aglio comincerà a sfrigolare, unite i dadini di pane, facendoli
saltare velocemente e girandoli, in modo che possano dorarsi uniformemente e,
al contempo, assorbire i profumi
dell’aglio.
Non appena i dadini sono pronti e croccanti, travasateli
in un piatto, sul quale avrete messo un foglio di carta da cucina o per
frittura, in modo che l'olio in eccesso possa essere assorbito.
Ora è il momento della carne, dalla quale eliminerete con
particolare cura tutti i residui di grasso, tagliandola prima in piccoli pezzi,
che ridurrete poi di dimensione usando un coltello a lama grande e ben affilata, con il quale taglierete la carne fino a
ricavarne i singoli pezzi, che come vi dicevo nell’introduzione, io ho lasciato
piuttosto grandi, per una sorta di tartare
rustica, invece che batterla come
faccio normalmente.
Riunite la carne in una ciotola e conditela con due cucchiai
di olio extravergine, una leggera macinata di pepe di Sichuan, i fiocchi di
sale affumicato e l’erba cipollina, che taglierete in piccole rondelline usando il coltello (mai tritare l’erba cipollina), mescolando
poi per bene in modo da armonizzare tutti gli ingredienti.
Ricavate la polvere di liquerizia, grattugiando il legnetto con una grattugia adatta, come
quella della Microplane,
già usata per l’aglio, raccogliendola in una piccola ciotola, in modo che poi
sia più facile dosarla.
Unite gradualmente la polvere di liquerizia alla tartare, mescolando ogni volta in modo
che possiate valutare di volta in volta il corretto equilibrio di sapori,
considerando che la liquerizia deve potersi percepire come una sorta di
retrogusto, senza che sovrasti gli altri sapori.
Per quanto riguarda il sale, io quando uso i fiocchi di
sale, evito di metterlo, ma voi naturalmente regolatevi in base al vostro
gusto.
Quando l’equilibrio complessivo è quello che cercate,
date un’ultima mescolata e procedete con l’impiattamento.
Usando uno stampo circolare, formate le tartare
direttamente nei piatti dove le servirete, esercitando una leggera pressione in
modo che la carne si compatti per bene.
Usando un cucchiaio distribuite la crema di cavolfiore
intorno allo stampo, distribuendola in modo uniforme dando qualche leggero colpetto
sul fondo dei piatti oppure facendoli ruotare delicatamente, quindi rimuovete
delicatamente lo stampo e ripetete fino a formare tutte le tartare.
Distribuite i crostini di pane nero all’aglio,
disponendoli come preferite, direttamente sulla crema di cavolfiore o vicino a
essa.
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