Tanto
io l’amo, tanto la mia famiglia la detesta… sto parlando dell’aringa
affumicata, che quando riesce ad entrare in casa mia, finisce sempre e solo sul
mio piatto, dato che moglie e figlia nemmeno la vogliono vedere, né annusarne
quello che loro simpaticamente definiscono afrore (certo, ci sarebbe il figlio
grande, ma da quando si è trasferito a Milano per l’università, ho perso
l’unico alleato che avevo).
Quindi,
come avrete capito, un piatto a base di aringa - marinata in aceto di ribes,
acqua e zucchero di canna - che richiama le abitudini svedesi, visto che è
presente anche l’uovo, del quale ho usato solamente il tuorlo, cuocendolo a
vapore - è la prima volta che lo facevo - per un minuto e mezzo, in modo da
lasciarlo cremoso all’interno (in realtà io la cottura l’ho fatta per due
minuti, ma con il senno del poi un minuto e mezzo è decisamente meglio).
Avendo
poi avuto la fortuna di trovare, all’interno dell’aringa, anche le sue uova, le
ho utilizzate per una sorta di salsa,
lavorandole con olio extravergine e aceto balsamico, che ho poi messo
sull’uovo.
Poi
tutti gli elementi di contorno, a creare contrasti sulle consistenze e suoi
sapori, partendo con le more e i semi di melagrana, passando per le mandorle
tostate al sale marino, arrivando infine ai cipollotti freschi di Tropea,
passati in padella in modo da renderli quasi bruciati da un lato e croccanti
dall’altro.
Completa
il tutto una maionese leggera al
mango, preparata usando solamente l’albume e usando il frutto per dare un
minimo di acidità, ma anche di dolcezza.
Per quanto riguarda la cottura dei
tuorli, l’ideale sarebbe avere una vaporiera,
ma lo stesso risultato lo potete ottenere usando una pentola e un cestino, che però dovrà essere tale da
permettere ai tuorli di rimanere in piano e di materiale tale che questi non si
attacchino.
Concludo
dicendovi che, come forse avrete capito dal discorso sulle uova, ho preso
un'aringa affumicata intera e non quella già sfilettata e venduta in una sorta
di salamoia, che spesso si trova nei supermercati; quest'ultima, infatti, ha in
genere un sapore che a me piace meno, avendo ovviamente subito lavorazioni e
trasformazioni, mentre la prima viene affumicata così come viene pescata e, se
da un lato è più faticosa da pulire, dall'altro garantisce un sapore più naturale.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
l'aringa
- Un'aringa affumicata
- Mezzo bicchiere di aceto di ribes (o di mele, se non lo trovate)
- Mezzo bicchiere d'acqua
- Un cucchiaio colmo di zucchero di canna
Per
la salsa di uova di aringa
- Le uova dell’aringa affumicata
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Un cucchiaio di aceto balsamico
Per
le uova a vapore
- Quattro tuorli d’uovo
- Mezzo cucchiaino di paprika dolce
- Sala marino
Per
la maionese al mango
- Un albume
- 150 ml di olio di semi di arachidi (vedi dopo)
- Trenta grammi di polpa di mango (ben maturo)
- Sale marino
Per
le mandorle tostate
- Due cucchiai di mandorle pelate
- Sale marino
Per
i cipollotti croccanti
- Quattro cipollotti freschi (prendete i più sottili che trovate)
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
Per
tutto il resto
- Dodici more
- Due cucchiai di semi di melagrana
Partite
ovviamente con la preparazione dell’aringa, che per prima cosa dovrete pulire
per ricavarne i singoli pezzi, cosa tutt'altro che facile, purtroppo, dato che
sfilettare un pesce affumicato e sicuramente più difficile che fare la stessa
operazione su un pesce fresco.
La
tecnica è ovviamente la stessa del pesce fresco, a partire dall'uso di un coltello con la lama flessibile e ben affilata, decisamente utile, se non
fondamentale, per una operazione di questo tipo.
Incidete
quindi il pesce nella sua parte superiore, tenendo la lama a contatto con la
lisca centrale e procedere con piccoli tagli verso l’interno, fino a separare i
filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Una
volta ottenuti i due filetti - sto assumendo che anche voi abbiate avuto la
fortuna di trovarci le uova - recuperate con un cucchiaio le uova e mettetele
in una ciotola, avendo cura di eliminare eventuali residui di interiora.
Rimuovete
poi dai filetti la parte più molle,
vicina alle interiora e poi le lische residue, più o meno concentrate nella
parte centrale dei filetti, cosa che potrete fare semplicemente eliminando tale
parte, cosa che se da un lato vi farà sprecare un poco di aringa, dall'altro vi
permetterà di agire molto più velocemente. Non perdete tempo ad eliminare le
lische più piccole e sottili, dato che queste praticamente non si sentiranno
quando mangerete l'aringa.
Infine,
per quanto riguarda la pelle, potete decidere se eliminarla prima di sfilettare
o dopo aver ricavato i singoli pezzi: nel primo caso potete sollevarla e poi
toglierla tirandola via con un
movimento regolare ma deciso; nel secondo potete procedere nello stesso modo
oppure usare il coltello per separarla dalla polpa, cosa che ancora una volta
vi farà sprecare qualcosa ma renderà l'operazione più semplice.
Prendete
ora un recipiente, meglio se con il fondo piatto, dove i pezzi di aringa
possano stare su di un solo strato e senza troppo spreco di spazio, ma neanche
così a contatto da rendere difficile per la marinatura il poterli bagnare su
tutti i lati.
Usando
un bicchiere, emulsionate per bene l'aceto con l'acqua e lo zucchero,
mescolando fino a quando quest'ultimo non si sarà sciolto, poi versate il
liquido nel recipiente con l'aringa, avendo cura che la marinatura ricopra
completamente il pesce (se così non fosse, preparate altra marinatura, sempre
rispettando le proporzioni indicate).
Coprite
il recipiente e mettetelo in frigorifero, dove dovrà riposare per almeno otto
ore, meglio ancora se per tutta la notte.
Tornate
alle uova e aggiungete ad esse l’olio extravergine di oliva è l’aceto
balsamico, lavorando con una forchetta in modo da incorporarli alle uova,
ottenendo una sorta di salsa, che assaggerete per verificare il corretto
equilibrio tra olio e aceto e, nel caso, bilanciando aggiungendo l’uno o
l’altro.
Coprite
la ciotola con un pezzo di pellicola trasparente e mettete anch’essa in
frigorifero.
Dedicatevi
ad altro, fatevi un pisolino o leggetevi un libro e poi, quando il tempo della
marinatura è quasi terminato, procedete con la preparazione degli altri
ingredienti.
Dedicatevi
alle mandorle, mettendole in un padellino anti-aderente, insieme a mezzo
cucchiaino di sale marino macinato, portando poi il tutto sul fuoco, a fiamma
media.
Fate
prendere calore e, ruotando il padellino quasi continuamente, fate tostare le mandorle,
in modo che il sale possa aderire
alla loro superficie e, quando le mandorle avranno assunto un bel color dorato,
spegnete e travasatele in una ciotola, facendole freddare in modo che
recuperino la loro croccantezza.
Mi
raccomando, non lasciate le mandorle a freddarsi nel padellino dove le avete
tostate, altrimenti continuerebbero a tostarsi per effetto del calore residuo.
Preparate
ora la maionese al mango, sbucciando quest’ultimo e prendendo un pezzo della
polpa del peso indicato, che poi taglierete in pezzi più piccoli. Nel caso
aveste una centrifuga
o un estrattore
per succhi, potete invece ricavare direttamente il succo, che in
questo caso doserete nella quantità di tre cucchiai.
Mettete
la polpa del mango - come dicevo all’inizio, il mango deve essere ben maturo in
modo che la sua polpa sia morbida - o il suo succo nel bicchiere del frullatore a immersione, unite l’albume, un pizzico di sale e poi, usando il
frullatore, cominciate
a montare il composto, facendo colare a filo e senza soluzione di continuità
l’olio di semi.
Vedrete che in un paio di minuti, e
mano a mano che aggiungerete l’olio, la maionese assumere la giusta densità.
Più o meno a metà della lavorazione, assaggiatela, regolate di sale e valutate
se il sapore del mango si senta come vorreste si sentisse e, se così non fosse,
aggiungete un altro poco di polpa o di succo.
Se lo avete, mettete la maionese in
un biberon
da cucina, in modo che poi sia più facile dosarla.
Ora
i cipollotti, che pulirete, eliminando la parte finale, quella con la barba, e parte di quella verde,
lasciando solo quella più soda e sana, vicino ai piccoli bulbi, per una
lunghezza di circa dieci centimetri.
Tagliate
a metà ciascun cipollotto, operando secondo la loro lunghezza, in modo da
ottenere due metà identiche, poi prendete un padellino anti-aderente, metteteci
due cucchiai di olio extravergine, avendo cura che questo bagni uniformemente
il suo fondo.
Portate
il padellino sul fuoco e, quando l’olio è caldo, ma non bollente, metteteci i
cipollotti, con la parte tagliata a contatto del fondo, regolando la fiamma sul
livello medio e facendo cuocere per circa sette minuti, fino a quando la parta
a contatto della padella non si sarà ben dorata, quasi bruciata, mentre quella
superiore si sarà ammorbidita, ma senza perdere del tutto la sua croccantezza.
Salate
i cipollotti verso metà cottura e quando questa è ultimata, spegnete la fiamma
e travasateli in un piatto, ricordando che i cipollotti andranno serviti a
temperatura ambiente.
Se
volete, potete separare dai bulbi un pezzo della parte verde, che poi userete
durante l’impiattamento per dare più movimento
al piatto.
Ricavate
infine i semi della melagrana e pulite le more.
Riprendete
dal frigorifero l’aringa e le sue uova - fatelo almeno una mezz’ora prima di
servire, in modo che il pesce possa recuperare temperatura - scolate l’aringa
dalla sua marinatura e asciugate per bene i singoli pezzi usando della carta da
cucina.
Ora,
prima di procedere con la cottura dei tuorli, che va fatta all’ultimo momento,
dato che andranno serviti caldi, preparate parte dell’impiattamento, disponendo
i pezzi di aringa, le mandorle, le more, i semi di melagrana e i cipollotti,
secondo il vostro spirito artistico e cercando comunque di ottenere una configurazione bilanciata e distribuita
nei singoli elementi.
Aprite
delicatamente le uova, facendo colare via gli albumi e mettendo i tuorli
direttamente sul cestello della vaporiera, salandoli leggermente e distribuendo
su di essi anche un poco di paprika dolce.
Portate
ad ebollizione l’acqua per la cottura a vapore, quindi ponete su di essa il
cestello e fate cuocere per un minuto e mezzo, con il coperchio, togliendo poi
il cestello.
Se
avete operato per bene, dovreste ritrovarvi dei tuorli con l’esterno sodo e
l’interno cremoso. Se volete stare più tranquilli, potete fare una prova con il
tuorlo dell’uovo usato per la maionese, in modo da tarare per bene il tempo di
cottura e valutare se il cestello sia tale da non far attaccare i tuorli.
Usando
una spatola molto sottile, prendete delicatamente i tuorli - uno alla volta, mi
raccomando - deponendoli direttamente nei piatti, possibilmente poggiandoli sopra ai pezzi di aringa.
Completate
i piatti mettendo un poco della salsa fatta con le uova di aringa sopra ai
tuorli e distribuendo poi la maionese al mango, completando con un leggerissimo
filo di olio extravergine a crudo.
Guarnite
come più vi piace - io ho usato qualche foglia di insalatina di campo - quindi
portate in tavola.
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