Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e
servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende
dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da
eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i
quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto
riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo
di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Il calamaro torna molto spesso sulla mia tavola e, a
seconda del periodo - manco fossi un pittore - lo preparo più o meno sempre
nello stesso modo, lavorando per piccole variazioni, più che altro alla ricerca
di nuovi abbinamenti.
Questa volta, trovandomi nel periodo “crudista”, ho
appunto proceduto in tal senso, prendendo spunto da una ricetta già fatta e
provando a migliorarla, ribilanciandone gli elementi e cercando nuove
consistenze.
Dai calamari ho quindi ricavato, con una operazione di
taglio quasi chirurgica, delle fettuccine,
cosa che ho anche fatto con il mango, che porta quell’acidità necessaria a pulire la bocca dal sapore molto pastoso dell’amico cefalopode, usato in
una proporzione del 25% rispetto al calamaro, visto che comunque il suo ruolo è
quello di comprimario e non di attore principale.
Come condimento, oltre al sale marino e al pepe di Sichuan,
un olio al basilico, ottenuto frullando le foglie con l’olio e poi filtrando il
tutto, ottenendo un olio quasi denso e ricco di profumi (per l’olio vi darò
delle dosi in abbondanza, visto che più di tanto non si può scendere senza
comprometterne la lavorazione).
Infine, a dare croccantezza, le mandorle tostate al sale
marino, a dire il vero usate più come elemento di contorno che come parte
integrante del piatto.
Concludo suggerendovi di prendere un solo calamaro del
peso indicato, in modo da avere uno spessore
del suo corpo che vi consenta di ricavare delle fettuccine della giusta dimensione.
Ingredienti (per 4 persone)
Per le fettuccine di calamaro e mango
- Un calamaro di circa mezzo chilo (vedi sopra)
- Un mango (vedi dopo)
- Quattro cucchiai di olio al basilico (vedi dopo)
- Pepe di Sichuan
- Sale marino
Per l’olio al basilico
- Trenta foglie di basilico
- Cento grammi di olio extravergine di oliva
- Qualche grano di sale grosso
Per le mandorle tostate
- Due cucchiai di mandorle pelate
- Sale marino
Partite con la preparazione dell'olio al basilico, cosa
che potrete fare anche con qualche giorno di anticipo, visto che l’olio, se ben
tenuto, si mantiene tranquillamente per qualche settimana.
Mettete le foglie di basilico - mi raccomando, non
lavatele o, se proprio volete farlo, asciugatele alla perfezione - nel
bicchiere del frullatore, tradizionale o a immersione,
aggiungendo l'olio extravergine e quattro grani di sale grosso.
Fate andare alla massima velocità fino a ridurre il tutto
in un composto piuttosto denso, quasi cremoso (se così non fosse, aggiungete
altro basilico, mentre se il tutto risultasse troppo denso, aggiungete ancora
olio), ma al tempo stesso il più fluido possibile, e di un verde scuro e
intenso.
Mi raccomando, fate lavorare bene il frullatore, in modo
da ottenere un composto simile al classico pesto, quindi filtrate il tutto
usando un colino a maglie molto fitte, in modo da raccogliere l’olio in una
ciotolina - vedrete che qualche piccolo residuo comunque passerà tra le maglie
- lasciando i residui di basilico nel colino.
Mettete l’olio in luogo fresco e, se lo avete preparato
con molto anticipo, dedicatevi ai vostri passatempi preferiti.
Quando il momento del servizio si avvicina, dedicatevi
per prima cosa alle mandorle, mettendole in un padellino anti-aderente, insieme
a mezzo cucchiaino di sale marino macinato, portando poi il tutto sul fuoco, a
fiamma media.
Fate prendere calore e, ruotando il padellino quasi
continuamente, fate tostare le mandorle, in modo che il sale possa aderire alla loro superficie e, quando
le mandorle avranno assunto un bel color dorato, spegnete e travasatele in una
ciotola, facendole freddare in modo che recuperino la loro croccantezza.
Mi raccomando, non lasciate le mandorle a freddarsi nel
padellino dove le avete tostate, altrimenti continuerebbero a tostarsi per
effetto del calore residuo.
Ora è il momento del calamaro, che pulirete eliminandone
la pelle ed estraendone le interiora, l'osso (non è proprio un osso, ma ci
siamo capiti) ed eliminando alette e i tentacoli, che per questa ricetta non
useremo, motivo per cui potrete farci qualche altra cosa, come ad esempio una
sorta di ragù per condirci la pasta.
Aprite il corpo del calamaro, facendo un taglio per tutta
la sua lunghezza, poi pulitelo per bene dagli eventuali residui di interiora e,
infine, lavatelo in acqua corrente e asciugatelo con qualche foglio di carta da
cucina.
Mettete il corpo del calamaro sul tagliere, avendo cura
che sia ben disteso, poi, usando un coltello molto affilato e con la lama
piuttosto lunga - perfetto a tale scopo un coltello per sushi - cominciate a ricavare le fettuccine, tagliando trasversalmente
alla lunghezza del corpo, con calma e precisione.
Man mano che
ricavate le fettuccine, mettetele in una ciotola e, quando a avete finito, conditele
con l’olio al basilico, mescolando poi per bene in modo che l’olio le bagni in
modo uniforme.
Salate con del
sale marino, meglio se macinato al momento, aggiungete anche un poco di pepe di
Sichuan, mescolate nuovamente e poi assaggiate per valutare la giusta sapidità.
Assaggiate e
valutate se aggiungere anche un poco di sale, cosa che potrebbe non essere
necessaria dato il sapore intenso del quinto
quarto.
Prendete infine il mango, sbucciatene una parte - non lo
userete tutto e con la buccia si manterrà più a lungo - prendetene un pezzo e
tagliatelo, prima a fettine sottili, di spessore analogo alle fettuccine di
calamaro, e poi in striscioline più piccole, di forma e dimensione simili a
quanto ricavato dal calamaro.
Come vi ho detto nell’introduzione, io mi sono orientato
su una quantità di mango pari a circa il 25% di quelle del calamaro - non sul
peso ma, per così dire, sul numero di fettuccine - proporzione che è ovviamente
indicativa, motivo per cui il suggerimento è quello di aggiungere progressivamente
il mango al calamaro, mescolando di volta in volta, fino ad ottenere un
bilanciamento che vi soddisfi, ricordando comunque che il calamaro dovrebbe
comunque prevalere decisamente sul mango.
Quando il risultato vi soddisfa, date un’ultima mescolata
e procedete con l’impiattamento, disponendo per prima cosa le fettuccine, con
le quali, volendo, potrete fare il classico nido,
molto di moda quando si serve una pasta di formato lungo.
sapore intenso del "quinto quarto"... ma che c'entra??
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