Ecco un vero e proprio piatto “svuota frigo” - e anche vegano, per coloro attenti a questo tipo
di alimentazione - preparato con avanzi del giorno prima, quando con gli
ingredienti qui usati per una sorta di zuppa avevo fatto altre cose.
La base, come è facile vedere, è la patata dolce
americana, quella con la polpa arancione e dolce, che orami comincia a trovarsi
con una certa facilità, fatta cuocere in casseruola con aglio, olio
extravergine e quel tanto d’acqua necessaria a dare la giusta densità finale.
Ad accompagnare la patata dolce, poi, gli altri
ingredienti, uniti solo al momento dell’impiattamento, in modo da avere un
minimo di contrasto nei sapori e nelle consistenze, necessario a bilanciare un
piatto altrimenti forse troppo dolce.
Innanzitutto la polvere
di pomodoro, che porta un minimo di acidità, ottenuta con facendolo lentamente
essiccare al forno e poi passandolo nel mixer.
Poi i capperi, fritti brevemente in olio, in modo che
potessero leggermente aprirsi, quasi
fossero dei piccoli fiori, che con il loro gusto quasi pungente contrastano la
dolcezza della patata.
Infine i dadini di pane, tostati in padella con olio
extravergine di oliva e profumati con il pepe nero, che danno croccantezza.
Preparazione semplice e tutto sommato veloce, se si ha
l’accortezza di procedere in parallelo per quanto riguarda i singoli elementi.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la crema di patate dolci
- Tre etti di patata americana
- Uno spicchio d’aglio
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
Per la polvere di pomodoro
- Otto cucchiai di pomodoro passato (vedi dopo)
- Zucchero semolato
- Sale
Per i capperi fritti
- Una ventina di capperi sotto sale
- Olio di semi di arachide
Per i crostini di pane all’aglio
- Tre fette di pane casareccio
- Uno spicchio d’aglio
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Dedicatevi per prima cosa alla preparazione della polvere
di pomodoro e, se avete deciso di usare pomodoro fresco, passatelo prima al
passa pomodoro, in modo da eliminarne buccia e semi. Nel mio caso, avendo
preparato il piatto in inverno, ho usato invece una passata di pomodori
datterino.
Se usate pomodoro fresco, inoltre, vi consiglio di
lasciarlo decantare dopo averlo
passato, mettendolo in un colino a maglie fitte, poggiato sopra ad una ciotola,
in modo da far colar via buona parte dell'acqua e ottenere una polpa molto
soda, che renda meglio durante l'essiccazione.
Prendete una teglia e mettete sul fondo un pezzo di carta
da forno, poi distribuiteci la polpa di pomodoro, nella quantità indicata,
avendo cura che questa formi uno strato di almeno un paio di millimetri di
spessore, cosa che vi metterà al riparo dalla formazione di eventuali buchi durante il processo di
essiccazione.
Distribuite la polpa sbattendo delicatamente (scusate
l'ossimoro) la teglia sul piano di lavoro o dandogli qualche colpetto sul
fondo, evitando invece di usare un cucchiaio, cosa che renderebbe difficile
ottenere uno strato di spessore costante.
Sulla polpa di pomodoro distribuite un po' di sale e
zucchero semolato, quest'ultimo per ridurre l'acidità naturale del pomodoro,
poi infornate a 80° per almeno un'ora, controllando ogni tanto e comunque
tirando fuori quando lo strato di pomodoro si sarà assottigliato e, al
contempo, avrà assunto un colore rosso scuro.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, dato che il pomodoro deve disidratarsi e non cuocersi e 80° sono la
giusta temperatura per far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Fate freddare il pomodoro - vedrete che la sua
croccantezza aumenterà durante il raffreddamento - poi mettetelo nel mixer e
fatelo andare alla massima velocità, in modo appunto da ridurlo in polvere e raccoglierlo infine in una
ciotolina, tenendolo poi in luogo ben asciutto fino al momento di usarlo.
Parallelamente al pomodoro, preparate la crema di patata
americana - uso il singolare dato che questo tipo di patata è piuttosto grande
e una dovrebbe essere più che sufficiente - sbucciandola e tagliandola in pezzi
regolari e non troppo grandi.
Prendete una casseruola, metteteci i pezzi di patate, quattro
cucchiai d’olio extravergine, una presa di sale marino e lo spicchio d’aglio,
sbucciato e al quale avrete tolto l’anima centrale, più verde.
Aggiungete un paio di bicchieri d’acqua, quindi portate
la casseruola sul fuoco, a fiamma bassa e con il coperchio, facendo cuocere
fino a quando i pezzi di patata non saranno morbidi, avendo cura che rimanga
parecchio fondo di cottura, dato che la patata tenderò ad assorbire molto
liquido quando la frullerete.
Quando la patata è cotta, fatela intiepidire, poi
mettetela nel bicchiere del frullatore tradizionale, o nel contenitore di
quello ad immersione,
insieme a un mestolo del fondo rimasto nella casseruola.
Fate andare il frullatore alla massima velocità,
lavorando con cura in modo da eliminare ogni residuo solido e regolando la
densità usando sempre il fondo di cottura - se questo dovesse finire, potete
tranquillamente usare dell’acqua - fino ad ottenere una densità simile a quella
di una crema pasticcera.
Assaggiate per verificare la giusta sapidità, correggendo
nel caso servisse, valutando poi se setacciare ulteriormente le crema - se
avete frullato con cura questo non dovrebbe essere necessario - cosa che
potrete fare usando un colino a maglie fitte.
Ricordatevi, nel caso usaste il frullatore a immersione, di farlo lavorare in parte fuori dal composto, in modo da
agevolare l’incorporamento dell’aria alla crema, cosa che le donerà una
consistenza spumosa e piacevole.
Quando la crema è pronta, rimettetela nella casseruola
dovete avete cotto le patate - dopo averla sommariamente pulita - in modo che
sia poi facile scaldarla, ricordando che la crema andrà comunque servita a
temperatura ambiente o al più tiepida.
Preparate ora i crostini, ricavando dal pane delle fette
di circa un centimetro di spessore, eliminandone poi la crosta e tagliandole
infine in dadini regolari, di circa un centimetro di lato.
Prendete un padellino anti-aderente, ungetelo con due
cucchiai di olio extravergine di oliva, quindi aggiungete anche una generosa
macinata di pepe nero.
Portate il padellino sul fuoco, a fiamma media, unendo i
dadini di pane quando l’olio sarà caldo, ma non bollente, facendoli saltare
velocemente e girandoli, in modo che possano dorarsi uniformemente e, al
contempo, assorbire i profumi del pepe.
Non appena i dadini saranno pronti e croccanti,
travasateli in un piatto, sul quale avrete messo un foglio di carta da cucina o
per frittura, in modo che l'olio in eccesso possa essere assorbito.
Infine i capperi, che per prima cosa sciacquerete in
acqua corrente in modo da eliminarne il sale e poi asciugherete per benino
usando qualche foglio di carta da cucina.
Prendete poi un piccolo pentolino e metteteci l’olio
extravergine, in modo tale che questo raggiunga un livello di circa un
centimetro - i capperi sono piccoli e galleggiano, per cui non serve usarne
troppo - quindi portatelo sul fuoco e, quando l’olio raggiungerà i 160°,
tuffateci i capperi, facendoli friggere per non più di una ventina di secondi,
in modo che abbiano giusto il tempo di aprirsi.
Togliete i capperi dall’olio e metteteli in un piatto sul
quale avrete messo un paio di fogli di carta da cucina, in modo che l’olio in
eccesso possa essere assorbito.
Bene, non resta che impiattare, mettendo la crema di
patata dolce nei piatti, disponendo poi sopra di essa gli altri elementi,
cercando di farlo in modo ordinato e senza sovrapposizioni.
Fate colare qualche goccia di olio extravergine su
ciascun piatto, quindi guarnite ulteriormente, se volete, portando poi in
tavola.
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