Ecco l’ennesima tartare,
questa volta di carne e lavorata volutamente in modo grossolano, con i singoli pezzi ben visibili e percepibili al
gusto.
La base è, come suggerisce il titolo, il filetto di
manzo, quello meraviglioso proveniente dall’Azienda Biologica Sansoni,
che, dopo averlo tagliato come potete vedere in foto, ho lasciato marinare nel
succo di melagrana per dodici ore, cosa che gli ha donato un piacevolissimo
retrogusto leggermente acido e, allo stesso tempo, un aspetto che lontanamente
ricorda una sorta di cottura.
Dopo la marinatura, ho condito la carne con olio
extravergine di oliva, fior di sale e polvere di liquirizia, ricavata da uno di
quei legnetti che molti amano ciucciare
e che con il suo retrogusto amaro crea un ulteriore e piacevole contrasto.
Ad accompagnare la tartare,
una crema a base di yogurt e avocado, molto morbida
e leggermente acidulata con dell’aceto di mele, e una maionese leggera ai lamponi, preparata usando
solamente l’albume dell’uovo.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Due etti di polpa di filetto di manzo
- Due melagrane
- Mezzo cucchiaino raso di polvere di liquerizia (vedi dopo)
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Fior di sale
Per la crema di avocado e yogurt
- Un avocado ben maturo
- Due cucchiai ben colmi di yogurt bianco
- Un cucchiaio di aceto di mele
- Sale marino fino
- Pepe nero
Per la maionese ai lamponi
- L’albume di un uovo
- 200 ml di olio di semi di arachidi (vedi dopo)
- Sei lamponi
- Un cucchiaino di aceto di mele (o di succo di limone)
- Sale marino fino
Per la guarnizione
- Una decina di lamponi
- Una ventina di semi di melagrana
Partite ovviamente, e con il dovuto anticipo, con la
carne, che come già detto dovrà marinare per almeno dodici ore.
Eliminate dal filetto ogni traccia di grasso, quindi
pesatene la polpa e poi tagliatela progressivamente, fino a ottenere dei
piccoli cubetti, di circa mezzo centimetro di lato.
Prendete un recipiente che possa essere chiuso
ermeticamente e di dimensione tale che i cubetti di filetto possano starci
senza spreco di spazio e con al più un doppio strato.
Tagliate a metà una delle due melagrane, mettendo da
parte qualche seme per la guarnizione finale, e poi spremendola nello spremi agrumi, cosa che non è certo il metodo più
elegante - sprecherete un poco di succo e vi schizzerete un pochino, dato che i
singoli semini tendono a scappare da tutte le parti - ma in compenso è pratico
e veloce, raccogliendo il succo direttamente nel recipiente dove avete messo la
carne, in modo da poter immediatamente valutare la quantità di succo
necessaria.
Smettete di spremere quando il succo avrà coperto la
carne per almeno mezzo centimetro - ovviamente, se il succo della prima
melagrana non basta, usate la seconda - quindi chiudete il recipiente con il
suo coperchio, mettetelo in frigorifero e dedicatevi ad altro o andate a farvi
un sonno ristoratore.
Quando il tempo della marinatura è quasi del tutto
trascorso, cominciate a preparare i due elementi di accompagnamento, che
comunque possono conservarsi in frigorifero per qualche giorno, per cui,
volendo, potete anche prepararli con un certo anticipo.
Non c’è un ordine preciso, per cui, tanto per darne uno,
preparate la crema di avocado e yogurt, tagliando in due l’avocado e, usando un
cucchiaio, ricavandone la polpa interna, che come già detto dovrà essere molto
morbida, quasi cremosa, cosa che avviene solo negli avocado al giusto stadio di
maturazione.
Mettete la polpa nel bicchiere del frullatore -
tradizionale o a immersione
- unite i due cucchiai di yogurt, quello di aceto di mele, un poco di pepe nero
macinato e un poco di sale marino.
Fate andare il frullatore alla massima velocità, fino a
ottenere un composto cremoso, senza più residui solidi, che assaggerete per
valutarne l’equilibrio di sapori.
Setacciate la crema
- l’avocado avrà lasciato inevitabilmente qualche filamento - usando un colino a maglie fitte e aiutandovi con il
dorso di un cucchiaio, quindi, se lo avete, travasate la crema in un biberon da cucina, in modo che poi sia più facile dosarla nei piatti.
Ora la maionese, che ho preparato con il metodo rapido, per il quale vi servirà
necessariamente un frullatore
a immersione, qui decisamente più adatto rispetto a uno tradizionale.
Rompete l’uovo e mettetene l’albume nel bicchiere del
frullatore, quindi aggiungete l’olio di semi di arachide, l’aceto di mele, un
pizzico di sale e i lamponi interi.
Immergete il frullatore a immersione nel bicchiere,
quindi avviate il frullatore alla massima velocità - qui serve un minimo di
perizia - tenendolo fermo fino a quando, dalla base delle lame, non vedrete
uscire una sorta di filamenti, che
altro non sono che l’effetto dell’emulsione dell’uovo con l’olio.
A questo punto cominciate a sollevare lentamente il
frullatore e vedrete che l’emulsione lo seguirà
verso l’alto. Mentre sollevate il frullatore, fate dei leggeri movimenti
oscillatori, facendo salire il frullatore, abbassandolo per non più di un
centimetro, per poi riprendere la salita.
Se siete stati bravi, quando arriverete alla sommità del
composto in lavorazione, vedrete che la maionese sarà pronta. Più facile a
farsi che a spiegarlo, direi. Nel caso così non fosse, potete naturalmente
lavorarla ancora, sempre con movimenti oscillatori verticali del frullatore.
Quando la
maionese è pronta, analogamente a quanto fatto per la crema di avocado e
yogurt, mettetela possibilmente in
un biberon
da cucina.
Tornate alla carne e, trascorso il tempo dalla sua
marinatura, scolatela e asciugatela per bene con qualche foglio di carta da
cucina, quindi raccoglietela in una ciotola e conditela con l’olio extravergine
di oliva e il fior di sale, mescolando per bene in modo che l’olio bagni per
bene ciascun cubetto di carne.
Ricavate la polvere di liquerizia, grattugiando il legnetto con una grattugia adatta, come
quella a lama fine della Microplane,
raccogliendola in una piccola ciotola, in modo che poi sia più facile dosarla.
Aggiungete gradualmente la polvere di liquerizia alla
carne, mescolando e assaggiando ogni volta, ricordando che la liquerizia deve
potersi sentire come un retrogusto, deciso sì, ma che non sovrasti gli altri
sapori.
Mescolate per un’ultima volta, quindi procedete con
l’impiattamento.
Aiutandovi con un coppapasta,
componente per prima cosa la tartare
nei singoli piatti, quindi distribuite la crema di avocado e yogurt e la
maionese ai lamponi, cercando di ottenere un finto disordine.
Guarnite con qualche lampone e qualche seme di melagrana,
quindi portate in tavola.
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