Si, lo so, la foto non è bellissima, ma d’altra parte ho
deciso, seguendo una moda che sta diventando un tantinello abusata, di servire
il piatto all’interno degli stessi barattolini dove è avvenuta la cottura.
La base del piatto sono i calamari, tagliati ad anelli
piuttosto sottili e poi cotti a bassa temperatura - 62° per venti minuti,
utilizzando il sistema di Fresh
Meal Solutions che mi regalai anni orsono - utilizzando come liquido di cottura l’acqua di pomodoro,
arricchita con un poco di colatura di alici, una foglia di erba cedrina, olio
extravergine di oliva, aglio e qualche grano di pepe.
Per quanto riguarda l’acqua di pomodoro, vi anticipo da
subito che vi ci vorranno almeno quattro ore o più, a seconda di quale metodo
utilizzerete, per cui partite con il dovuto anticipo, oppure preparate l’acqua
qualche giorno prima e tenetela in frigorifero.
Tutto qui, per un piatto direi essenziale, che realizza
un bel connubio tra mare e terra, con i profumi e i sapori dell’acqua di
pomodoro - se non l’avete mai preparata, rimarrete sorpresi da quanto intenso
sia il suo sapore - che contaminano quelli altrettanto unici dei calamari.
Concludo dicendovi che, per l’acqua di pomodoro, vi sarà
molto utile una centrifuga
per succhi o un estrattore
- potrete comunque ricavarla anche con un altro procedimento - e, naturalmente,
dei barattolini dove servire il tutto, come ad esempio questi che ho utilizzato io.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il calamaro
- Un calamaro di circa due etti e mezzo
- Quattro cucchiaini di colatura di alici
- Quattro cucchiaini di olio extravergine di oliva
- Otto grani di pepe nero
- Uno spicchio d’aglio
- Sale marino (opzionale)
Per l’acqua di pomodoro
- Mezzo chilo di pomodori rossi e maturi
- Sale marino
Preparate l’acqua di pomodoro, per la quale laverete per
bene i pomodori e poi, usando la centrifuga
o l’estrattore
per succhi, ne ricaverete il succo,
raccogliendolo in una ciotola e poi regolandolo di sale.
Mettete la ciotola in frigorifero e lasciatela riposare per
un paio d’ore e vedrete che avverrà una sorta di separazione tra i residui di
polpa, belli rossi, e l’acqua vera e propria, di colore quasi trasparente, di
un rosso appena accennato.
Sul fondo del recipiente si raccoglierà la polpa più
densa e pesante, poi ci sarà uno strato di acqua e, sopra di esso, ancora la
polpa, quella più leggera e spumosa. Ovviamente questo tipo particolare di
separazione dipende da come avete estratto il succo e da quanto efficace sia il
filtro della vostra centrifuga o estrattore.
Quando la prima separazione sarà avvenuta, prendete con
molta delicatezza il recipiente - se lo scuotete il pomodoro tenderà nuovamente
a mescolarsi - e, usando un cucchiaio e procedendo per piccoli passi, rimuovete
lo strato superiore di polpa, polpa che ovviamente potrete usare per altre
preparazioni, dato il suo sapore meraviglioso.
Fate riposare nuovamente il tutto, almeno per altre due
ore, e vedrete che a questo punto avrete una sola separazione, con la polpa sul
fondo e l’acqua in superficie, acqua che prenderete con un piccolo mestolo,
sempre agendo con accortezza, trasferendola in un altro recipiente.
La polpa rimasta, invece, la potrete unire con quella
tolta dopo le prime due ore e, come già detto, utilizzarla per altre
preparazioni.
Un modo alternativo, se non avete né estrattore, né
centrifuga, è quello di passare i pomodori al passa
pomodoro, usando un disco con
i fori piccoli, in modo da raccoglierne solamente la polpa.
Prendete poi una ciotola di diametro piuttosto ampio e
poi copritela con un tovagliolo o un fazzoletto, che terrete in posizione, ben
teso, aiutandovi con qualche elastico, come se fosse la copertura di un
tamburo.
Versate il pomodoro passato sul tovagliolo, mettendo poi
il tutto in luogo fresco o in frigorifero, lasciando che la parte acquosa dei
pomodori filtri lentamente nel tovagliolo, raccogliendosi sul fondo e
lasciandovi una polpa piuttosto compatta.
Questo secondo metodo richiede circa otto, durante le
quali, ogni tanto, muovete la polpa
usando un cucchiaio e tirate il
tovagliolo messo a copertura, in modo da facilitare il passaggio dell’acqua.
Pulite ora il calamaro, eliminandone la pelle, le
interiora, l'osso (vabbè, non è proprio un osso, ma ci siamo capiti), quindi
staccate le alette dal corpo ed eliminate osso e occhi dai tentacoli.
Sciacquate l’interno del calamaro sotto l’acqua corrente,
in modo da eliminare ogni traccia di residui, quindi asciugatelo con qualche
foglio di carta da cucina.
Usando un coltello
ben affilato, ricavate dai corpi dei calamari degli anelli, di circa tre o
quattro millimetri di larghezza, procedendo con cura in modo da averli tutti
dello stesso spessore. Man mano che procedete, rimuovete anche gli eventuali
residui delle interiora che fossero rimasti.
Dalle alette ricavate delle sottili strisce, larghe più o meno quanto gli anelli appena tagliati,
mentre i tentacoli li taglierete giusto per accorciarli, dato che il loro
diametro va più che bene con lo spessore degli altri pezzi.
Prendete i barattolini e, sul fondo di ciascuno,
metteteci la foglia di erba cedrina, un pezzetto d’aglio sbucciato - considerate
quattro pezzi da ciascuno spicchio - un
paio di grani di pepe nero, un cucchiaino di colatura di alici e uno di olio
extravergine.
Dividete i pezzi ricavati dal calamaro in quattro parti e
mettetene ciascuna nel corrispondente barattolino, quindi prendete l’acqua di
pomodoro e, usando un piccolo mestolo, cominciate a riempire i barattoli,
facendo in modo, per quanto possibile, di far sì che i pezzi di calamaro siano
completamente immersi in essa.
Vista la presenza della colatura di alici, il sale
potrebbe non essere necessario, anche tenendo presente che avete già salato
l’acqua di pomodoro, per cui, se proprio volete metterlo, vi suggerisco di
farlo a cottura avvenuta, quando potrete prima assaggiare e valutare con
precisione.
Chiudete per bene i barattolini - ovviamente do per
scontato che ne abbiate scelti di adatti, con la chiusura a tenuta - portate
l'acqua di cottura alla temperatura di 62°, quindi immergeteci i barattolini,
facendo in modo che questi ne siano immersi a filo del bordo inferiore del
tappo, se non altro per evitare che tendano a galleggiare, perdendo stabilità e
capovolgendosi.
Fate cuocere per venti minuti, quindi togliete i
barattolini dall’acqua, asciugateli e servite, lasciando agli ospiti il compito
di togliere il tappo, in modo che possano percepire al meglio i profumi del
piatto (fate voi la stappatura solo
se volete controllare la sapidità prima di servire).
Ho comprato oggi il Roner...perchè il controllo della temperatura con termometro richiedeva troppa attenzione...proverò appena arriva!
RispondiEliminaOttimo acquisto, Ilaria ! Vedrai che non ne potrai fare più a meno :-)
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