Allora,
premetto subito che l’ispirazione per la ricetta nasce da una meravigliosa cena
fatta tempo fa al Convivio Troiani,
dove appunto ci fu servito un carciofo che coniugava le due preparazioni,
famose per i romani, ma oramai note anche al di fuori della città eterna.
Si
tratta quindi della metà di un carciofo - vi dico subito che non ho usato il
cimarolo, visto che ancora non era stagione, ma un carciofo violetto - fritto
in olio bollente, come appunto si fa per i classici carciofi alla giudia, al
quale ho poi aggiunto un battuto
fatto con i gambi, cotti invece secondo la ricetta “romana”, cioè con olio
extravergine d’oliva, acqua e aglio.
La
mentuccia, altro elemento fondamentale per la preparazione alla romana, l’ho
invece aggiunta a crudo, per preservarne i profumi, nel momento in cui ho
preparato il battuto.
A
completare il piatto, una fonduta di pecorino romano, arricchita con lo
zafferano, nello specifico, quello prodotto
in Umbria da un caro amico.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
i carciofi alla giudia
- Due carciofi cimaroli o violetti (a seconda della stagione)
- Olio di semi di arachide (vedi dopo)
- Sale marino
Per
i carciofi alla romana
- I gambi dei due carciofi (vedi sopra)
- Dieci foglioline di mentuccia fresca
- Uno spicchio d’aglio
- Mezzo bicchiere d’acqua
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
Per
la fonduta di pecorino allo zafferano
- Un etto di pecorino romano grattugiato
- Due etti e mezzo di panna fresca
- Venti stimmi di zafferano (o una bustina di zafferano in polvere)
Per
prima cosa eliminate il gambo ai carciofi, tagliandoli a circa due centimetri
dalla base del fiore, quindi eliminatene la parte finale, generalmente troppo
dura e poi lo strato superficiale, anch’esso piuttosto coriaceo.
Tagliate
i gambi in pezzi più piccoli, poi metteteli in una piccola casseruola,
aggiungendo l’olio extravergine, il mezzo bicchiere d’acqua, lo spicchio
d’aglio, sbucciato e leggermente schiacciato e un poco di sale.
Portate
la casseruola sul fuoco, a fiamma minima e con il coperchio, facendo cuocere
fino a quando i gambi non saranno morbidi, cosa che dovrebbe richiedere
all’incirca una ventina di minuti.
Durante
la cottura controllate ogni tanto che ci sia sempre un minimo di fondo, che poi
dovrete invece fare evaporare nelle fasi finale, in modo che il fondo risulti
alla fine composto solo dalla componente grassa data dall’olio.
Quando
i gambi sono pronti, spegnete la fiamma e fateli freddare, ovviamente senza
coperchio, quindi trasferitili sul tagliere, unite le foglioline di mentuccia
e, usando un coltello adatto - io uso sempre un classico Santoku - tritateli grossolanamente, in modo
che i singoli pezzi siano ancora chiaramente visibili.
Rimettete
i gambi nella loro casseruola, in modo che poi sia facile scaldarli prima
dell’impiattamento.
Preparate
ora la crema di pecorino allo zafferano, mettendo il formaggio grattugiato in
un pentolino, insieme alla panna fresca, e portando sul fuoco, a fiamma
bassissima e senza coperchio.
Fate
raggiungere un bollore appena accennato, girando di tanto in tanto in modo da
agevolare lo scioglimento del formaggio, proseguendo il bollore per circa
cinque minuti, in modo che la fonduta abbia il tempo di ridursi leggermente.
Unite
gli stimmi di zafferano, spegnete la fiamma e coprite con il coperchio,
lasciando riposare per trenta minuti, girando due o tre volte, in modo che lo
zafferano rilasci il suo caratteristico colore e, trascorsi i trenta minuti,
rimuovete gli stimmi, usando delle piccole pinzette o i rebbi di una forchetta.
Prendete
ora i due carciofi ai quali avevate eliminato il gambo, eliminatene le foglie
più esterne, tagliatene la punta, dove le foglie sono eccessivamente dure - se
usate i cimaroli, allora volendo leggetevi il mio post
sul taglio dei carciofi - quindi tagliateli a metà, operando in senso
verticale, eliminando l’eventuale barba presente,
strofinandoli poi leggermente con la metà tagliata di un limone, in modo da
impedire che diventino rapidamente neri per effetto dell’ossidazione.
In
una padella per friggere - personalmente uso sempre un wok di medie dimensioni -
mettete abbondante olio di semi di arachide, direi una quantità tale da formare
uno strato di almeno quattro centimetri di profondità, e portatela sul fuoco.
Tanto
che l'olio si scalda - dovrà raggiungere, per la prima frittura, una
temperatura di circa 140° - asciugate per benino i carciofi e poi, quando
l'olio è a temperatura, immergeteli nell’olio e fateli cuocere, girandoli a
metà cottura, per circa otto o dieci di minuti in totale, fino a quando i
carciofi non si saranno inteneriti, ma non così tanto da rischiare il distacco
delle foglie.
A
fine della prima cottura, le foglie dei carciofi dovranno aver assunto una
iniziale doratura, ma non ancora quella definitiva, che sarà invece raggiunta
con la seconda fase della cottura.
Se
volete essere precisi, usate un termometro
digitale durante la cottura, così da poter regolare la fiamma in modo tale
che i 140° siano più o meno mantenuti per tutto il tempo necessario.
Scolate
i carciofi e metteteli in un piatto, dove avrete messo qualche foglio di carta
da cucina o per frittura, con la parte tagliata rivolta verso il basso, in modo
che l'olio in eccesso possa colar via ed essere assorbito e, nel frattempo,
portate la temperatura dell’olio a 180°.
Nell’attesa
che l’olio raggiunga la giusta temperatura, scaldate il battuto che avete fatto
con i gambi e anche la fonduta di pecorino, questa molto delicatamente,
considerando che dovrà essere appena calda, sicuramente non bollente.
Procedete
con la seconda e ultima frittura, che dovrà durare giusto per un paio di
minuti, e solo dal lato delle foglie, in modo che queste raggiungano la
doratura perfetta, per la quale molto importante sarà il vostro colpo d'occhio.
Scolate
definitivamente i carciofi, mettendoli nuovamente su qualche foglio di carta
assorbente, in modo da eliminare nuovamente l’olio in eccesso, quindi salateli
in superficie, su entrambi i lati.
Procedete
con l’impiattamento, mettendo per prima cosa un cucchiaio di fonduta di
pecorino allo zafferano nei piatti, distribuendola in modo uniforme dando
qualche colpetto sul loro fondo.
Poggiate
le metà dei carciofi nei rispettivi piatti, facendo in modo che poggino in
parte sulla fonduta, poi, sopra di essi e aiutandovi con un cucchiaino,
disponete il battuto preparato con i gambi.
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