Ricordatevi
che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto
o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9
ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di
contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è
sicuramente l'Anisakis.
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti,
esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Che
dire, ho ceduto anch’io alla moda di colorare
il risotto, in particolare con la rapa rossa o la barbabietola - il colore è di
fatto lo stesso - cosa che sembra prendere sempre più piede nel mondo del food.
Insieme
alla rapa rossa - e, considerando i miei gusti, non poteva essere diversamente
- il pesce, in particolare la meravigliosa tracina, poco conosciuta e molto
temuta dai bagnanti, ma squisita e perfetta per brodi, zuppe e, soprattutto,
per essere consumata a crudo.
La
tracina l’ho usata in tutte le sue parti e con diverse lavorazioni, visto che
con gli scarti ci ho fatto il brodo ristretto, poi utilizzato per la cottura
del riso, mentre le carni le ho usate sia in cottura, unendole al risotto negli
ultimi cinque minuti, sia a crudo, preparando una tartare e dandole poi la forma di una quenelle, poggiata sul risotto al momento di servirlo, lasciando
quindi agli ospiti la scelta se incorporarla al risotto, per una sorta di
cottura-non cottura, o gustarla completamente a crudo.
La
mantecatura, infine, l'ho fatta con un ‘ajo,
ojo e peperoncino’ a freddo, ottenuto aggiungendo all’olio extravergine di
oliva, l’aglio e il peperoncino, facendo poi solidificare il tutto in freezer,
in modo da accentuare lo shock termico
al momento della mantecatura, cosa che facilita l’azione della componente
grassa.
Per
quanto riguarda il riso - ho utilizzato la varietà Carnaroli di Riso Acquerello - l'ho tostato a secco, senza utilizzare grassi né
sfumare con il vino, e portato poi a cottura, come già detto, con il brodo di
tracina.
Concludo
dicendovi che, per estrarre il succo dalla rapa rossa, vi servirà una centrifuga
o un estrattore
per succhi.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
il risotto
- Tre etti e venti di riso carnaroli
- Una tracina di circa un chilo
- Due rape rosse
- Un litro di brodo di tracina (vedi dopo)
- Due terzi della polpa della tracina
- Sale marino
Per
il brodo di tracina
- Gli scarti della tracina (vedi sopra)
- Mezza carota
- Mezza cipolla
- Due litri d’acqua
- Sale marino grosso
Per
la tartare di tracina
- Un terzo della polpa della tracina
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Semi di coriandolo
- Sale marino
Per
l’ajo, ojo e peperoncino
- Uno spicchio d’aglio
- Un pezzetto di peperoncino fresco
- Otto cucchiai di olio extravergine di oliva
Con
un poco di anticipo, volendo anche il giorno prima, preparate l’’ajo, ojo e peperoncino’ a freddo,
prendendo una ciotolina o un bicchiere e aggiungendoci otto cucchiai di olio
extravergine di oliva.
Sbucciate
lo spicchio d’aglio e, usando una grattugia a lama fine, come ad esempio questa
della Microplane che vi permetterà di ottenere quasi una sorta di crema, grattugiatelo direttamente
nell’olio.
Unite
il peperoncino fresco, anch’esso tritato e in quantità dipendente dal vostro
amore per il piccante, anche se ricordate che il piccante dovrà sentirsi
piuttosto blandamente, pena l’oscuramento di tutti gli altri sapori.
Mescolate
per bene tutti gli ingredienti, poi prendete un recipiente che possa andare in
freezer e che vi permetta poi di estrarre l’olio con facilità - io ho usato un piccolo
stampo in carta da muffin - versateci
l’olio e tutti i suoi ingredienti e mettetelo in freezer, dove lo terrete per
almeno un paio d’ore, in modo che l’olio possa solidificarsi.
Ora
dedicatevi alla tracina, che dovrete per prima cosa sfilettare, operazione che
richiede un minimo di pratica e di pazienza, soprattutto le prime volte e
soprattutto con questo pesce, che ha sul dorso quegli aculei che molti bagnanti
hanno, ahimè, conosciuto.
Prendete
un coltellino molto affilato, con la lama flessibile, e incidete il pesce nella
sua parte superiore, tenendo la lama a contatto con la lisca centrale e
procedere con piccoli tagli verso l’interno del pesce, poi fate un taglio
trasversale, all'altezza della testa, in modo da separare definitivamente i
filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Usando
poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche
per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte
centrale dei filetti e poi, usando un coltello ben affilato, rifilateli,
rimuovendo la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno
gradevole, sia alla vista che al gusto.
Rimuovete
infine la parte più scura della polpa, quella vicino alle interiora, che ha un
sapore piuttosto forte e amaro.
Mettete
i filetti di pesce sul tagliere, con la pelle rivolta verso il basso e, usando
un coltello ben affilato e con la lama non troppo piccola, separate la polpa
dalla pelle, cosa che potrete fare con tagli progressivi, ognuno volto a
separare un pezzo della polpa.
Date
una pulita al tagliere e poi, usando coltello
con la lama piuttosto grande e ben affilata, battete la polpa della tracina,
in modo da ridurla ad una consistenza grossolana.
Prendete
i 2/3 della polpa e metteteli da parte - sono quelli che poi unirete al riso
durante la fase finale della cottura - mentre il terzo rimanente battetelo
ancora un poco, in modo da avere una consistenza piuttosto fine della polpa.
Mettete
il terzo la polpa in una ciotola, quindi aggiungete due cucchiai di olio
extravergine di oliva, una leggera macinata di semi di coriandolo, un pizzico
generoso di sala marino, quindi mescolate.
Assaggiate
per valutare il corretto equilibrio di sapori, correggete se necessario, quindi
coprite la ciotola con un pezzo di pellicola trasparente e mettetela in
frigorifero.
Procedete
ora con la preparazione del brodo, mettendo gli scarti della tracina, testa e
lisca centrale, in una casseruola, insieme a due litri d'acqua, alla mezza
carota e alla mezza cipolla, portando poi sul fuoco.
Portate
a bollore leggero e fate andare, con il coperchio e a fiamma minima, per circa
un’ora e mezza, salando il brodo solo verso la fine della cottura, per evitare
che l'evaporazione dell'acqua accentui quella che all'inizio vi sarebbe
sembrata una giusta sapidità.
Quando
il brodo è pronto - l’acqua dovrà essersi ridotta all’incirca della metà - regolatelo definitivamente di sale e
filtratelo per eliminarne tutti i residui, rimettendolo infine in una
casseruola, in modo da poterlo scaldare per averlo alla giusta temperatura
durante la cottura del riso.
Per
ultimo, prima di procedere con la cottura, ricavate il succo dalle rape rosse,
eliminando lo strato superficiale, di fatto una buccia, e poi passandole nella
centrifuga o nell’estrattore - qui, alla luce della consistenza delle rape,
direi che è più adatta la prima - raccogliendo il succo in un contenitore.
Bene,
tutti gli ingredienti sono pronti e potete ora procedere con la preparazione
del risotto, per prima cosa riportando a bollore leggero brodo e tirando fuori
dal frigorifero la polpa della tracina, in modo che non sia troppo fredda
quando la userete.
Prendete
poi la casseruola dove cuocerete il riso e portatela sul fuoco, a fiamma media
e, quando la casseruola sarà calda, ma non bollente, unite il riso e fatelo tostare per qualche minuto - la
tostatura è completa quando i chicchi sono diventati quasi trasparenti -
girando continuamente in modo che tutti i chicchi sentano il calore.
Cominciate
poi ad aggiungere il brodo, inizialmente in quantità maggiore e poi sempre più
misurata, in modo da non correre il rischio di trovarvi con il riso cotto e una
quantità eccessiva di liquido.
Ricordatevi
che il riso, durante la cottura, deve essere girato il meno possibile, per
evitare di traumatizzarne i singoli
chicchi, cosa che aumenterebbe il rilascio di amido, cosa che invece dovrà
farsi solo durane la mantecatura, fase nella quale, invece, dovrete girare con
una certa energia.
All’incirca
ai 2/3 del tempo di cottura, unite il succo delle rape rosse, in modo graduale,
mescolando ogni volta e valutando l’intensità del colore - tenete presente che
il potere colorante della rapa è
piuttosto elevato - fino a raggiungere quanto desiderato.
Proseguite
con la cottura e, quando mancano, cinque minuti al suo termine, unite i 2/3
della polpa della tracina, quella con la consistenza più grezza, mescolando in
modo da distribuirla per bene all’interno del riso.
Portate
a cottura il riso, quindi spegnete e aggiungete immediatamente l’olio con i
suoi aromi, prendendolo direttamente dal freezer, mescolando energicamente fino
a quando non si sarà sciolto, amalgamandosi perfettamente con il risotto,
dandovi al contempo una bella e cremosa mantecatura.
Fate
risposare per un minuto, con il coperchio, e nel frattempo preparate le quenelle con la polpa della tracina,
quella battuta più finemente, procedendo nel modo tradizionale e cioè usando
due cucchiaini - qui le quenelle
devono essere piccole - passando la polpa dall’uno all’altro, in modo da
ottenere la classica forma. Se non le avete mai fatte, qui c’è un video che
mostra come procedere.
Se
non vi sentite sicuri nel formare le quenelle
all’ultimo momento, potete naturalmente farlo prima, durante la cottura del
riso.
Impiattate,
mettendo il risotto nei piatti e disponendo al suo centro le quenelle appena preparate, quindi guarnite
come più vi piace, poi di corsa in tavola, per evitare che il risotto si
asciughi.
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