A volte un piatto nasce dall’emergenza, come in questo
caso, dove dei cari amici ci hanno chiamato intorno alle 12.30 per dirci se ci
andava di pranzare insieme e noi, come sempre accade, non abbiamo resistito a
invitarli da noi.
Invito accettato, con conseguente ricerca di cosa fare,
considerando che era domenica e che a me non andava affatto di uscire per una
spesa dell’ultimo minuto, motivo per cui ho aperto frigo e dispensa, sperando
nella fortuna e nell’illuminazione.
Dopo un rapido roteare d’occhi, ho visto che avevo un
mazzo di rape rosse, con attaccate le loro bellissime foglie, con il gambo di
un rosso purpureo e le foglie di un verde intenso, che mi hanno convito che
quella fosse la scelta giusta.
In più, in frigorifero avevo un vasetto di bottarga di
muggine in polvere, regalo ricevuto tempo addietro, che sembrava non aspettare
altro che di essere consumata.
Bene, tutto qui, fatta eccezione per l’usuale aggiunta di
olio extravergine, aglio e peperoncino e, come nota profumata e agrumata, della
scorza di limone, che a me piace molto nei piatti a base di pesce.
Come formato di pasta, ho scelto gli spaghettini, quelli
di Verrigni, che avevo in casa e che ho
ritenuto adatti per un condimento tutto sommato leggero.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta
- Tre etti e venti di spaghettini
- Un cucchiaio ben colmo di bottarga di muggine in polvere
- Un piccolo limone non trattato
- Uno spicchio d'aglio
- Un pezzetto di peperoncino
- Otto cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino grosso
Per la crema di foglie di rapa
- Le foglie e i gambi di tre rape rosse
- Sale marino
Partite con la preparazione della crema di foglie di rapa
rossa, prendendo per prima cosa una ciotola bella grande e riempiendola con
acqua freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete,
mettendo la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Tagliate le foglie alla base, dove i loro gambi di colore
rosso si attaccano alle rape, lavatele, quindi portate a bollore abbondante
acqua leggermente salata e, quando bolle, tuffateci le foglie, facendo cuocere
fino a quando i gambi non saranno morbidi, cosa che dovrebbe richiedere una
decina di minuti.
Quando le foglie sono pronte, scolatele usando un mestolo
bucato, travasandole direttamente nell'acqua ghiacciata, in modo da, come si
dice in gergo, fissarne la clorofilla
e mantenerne quindi i loro colori, quindi scolatele.
Prendete una tazza dell’acqua di cottura delle foglie,
quantità più che sufficiente per dare la giusta densità alla crema, e fatela
freddare, dato che se la usaste a caldo vanifichereste l’aver freddato le
foglie.
Mettete le foglie nel bicchiere del frullatore
tradizionale o a immersione,
poi aggiungete un mestolo scarso della loro acqua di cottura e fate andare il
frullatore alla massima velocità, fino ad ottenere una crema fluida e senza residui
solidi, che assaggerete e nel caso regolerete di sale.
Mettete in un’ampia pentola l'acqua per la pasta,
salatela - io la salo sempre subito, più che altro per non correre il rischio
di dimenticarmi di farlo dopo - portatela sul fuoco e, quando il bollore è
raggiunto, tuffateci gli spaghettini e, nell’attesa della loro cottura, dedicatevi
alla preparazione degli altri elementi del condimento.
Prendete una padella, ampia abbastanza da poter poi
contenere anche la pasta per la mantecatura finale e metteteci otto cucchiai di
olio extravergine.
Sbucciate lo spicchio d’aglio e, usando una grattugia a
lama fine, come ad esempio questa
della Microplane, grattugiatelo direttamente nella padella, ottenendo quasi
una sorta di poltiglia.
Unite poi la bottarga - su usate quella nella sacca, grattugiatela usando questa volta
una grattugia a lame medie, ad esempio questa
della Microplane - e il peperoncino, per il quale vi regolerete in base al
vostro amore per il piccante.
Quando mancano un paio di minuti alla fine della cottura della
pasta, portate la padella sul fuoco, a fiamma media, in modo che aglio e
bottarga comincino gentilmente a soffriggere. Anche in questo caso, non partite
con troppo anticipo, dato che l’aglio, tritato nel modo che vi ho detto, tende
a bruciarsi molto velocemente.
Poco prima di scolare la pasta, unite la crema di foglie
di rapa nella padella con il condimento, mescolando e portando il tutto alla
giusta temperatura.
Quando la pasta è cotta - che sia ben al dente, mi
raccomando - prendetela con un forchettone e travasatela direttamente nella
padella con il condimento, alzando al contempo la fiamma sotto di essa e
avviando la fase della mantecatura, aggiungendo un mezzo mestolo abbondante
dell’acqua di cottura della pasta.
Interrompete la mantecatura quando la pasta risulterà ben
cremosa, con un fondo quasi del tutto
ridotto per effetto della completa evaporazione dell’acqua.
Nella fase finale della mantecatura, unite la scorza di
limone, che grattugerete direttamente sulla pasta, usando una grattugia dello
stesso tipo di quella che avete utilizzato per l’aglio. Se vi fa sentire più
sicuri, potete ricavare la scorza con un poco di anticipo.
Giusto per darvi un’idea complessiva, considerate un paio
di minuti per la mantecatura, aggiungendo la scorza di limone negli ultimi
trenta secondi.
Quando la cremosità è quella giusta - vedrete che il
colore dei gambi avrà dato una piacevole tonalità rossastra anche alla pasta - spegnete
e impiattate rapidamente per evitare che la pasta si asciughi, dando eventualmente un leggero giro di olio extravergine
su ciascuna porzione - qui è questione di gusti e, anche se a me piace, voi
regolatevi come preferite - e poi guarnendo a vostro piacimento.
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