In realtà non è proprio una ricetta, ma più un
esperimento, visto che ho voluto provare a cuocere i carciofi usando il sistema
di cottura in vuoto di Tecla, denominato Alladin, del quale a suo tempo parlai in
questo
post, e che ultimamente ho ritirato fuori dallo sgabuzzino nel quale aveva
riposato per troppo tempo.
Ho quindi cotto i carciofi, dopo averli puliti e rimosso
il loro gambo, in modo che potessero rimanere in piedi, per un’ora e mezzo, senza aggiungere altro che un poco
d’olio extravergine e sale, impostando la temperatura del forno intorno ai
110°, in modo da avere una temperatura in vasca di circa 95°. Ho naturalmente
utilizzato la sonda per tenere la temperatura sotto controllo, agendo laddove
necessario su quella del forno, in modo che quella della vasca fosse sempre sul
valore che volevo.
Sebbene il risultato non sia stato male, con una
consistenza simile a quella tipica dei carciofi sott’olio, ammetto che la
cottura richiede ancora qualche messa a punto, facendo qualche ulteriore
esperimento sui tempi e sulla temperatura. In particolare, a fine cottura, i
carciofi erano ancora ben sodi, ma non duri, anche se forse eravamo proprio al
limite, almeno per quanto riguarda le foglie più esterne.
Ad accompagnare i carciofi, come da tradizione romana, la
mentuccia, qui utilizzata per un pesto, dove ho usato le mandorle al posto dei
pinoli e il pecorino al posto del parmigiano.
Infine, i gambi, dai quali ho ricavato delle sottili
striscioline - vi servirà una mandolina
con spessore di taglio regolabile - che ho poi fritto velocemente in olio di
semi d’arachide, in modo da renderle dorate e croccanti.
Ingredienti (per 4 persone)
Per i carciofi romaneschi
- Quattro carciofi romaneschi
- Mezzo limone
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
Per il pesto di menta romana
- Una settantina di foglie di menta romana
- Un cucchiaio raso di granella di mandorle (o mandorle pelate)
- Un cucchiaio raso di pecorino romano grattugiato
- Olio extravergine di oliva (vedi dopo)
- Qualche grano di sale marino grosso
Per i gambi dei carciofi fritti
- I gambi dei quattro carciofi romaneschi
- Olio di semi d’arachide
- Sale marino
Partite naturalmente con la cottura dei carciofi, eliminando
completamente da questi il gambo - tagliate in modo che i carciofi possano
rimanere, come vi dicevo, agevolmente in piedi - poi le foglie esterne e,
infine, la parte superiore del fiore, operando con un coltellino ben affilato,
come peraltro spiegato nel mio post
sul taglio dei carciofi.
Il numero di foglie esterne che dovrete eliminare dipende
molto dalla qualità dei carciofi e anche dal particolare momento dell’anno, per
cui è inutile dirvi quante ne dovete
togliere, ma dovrete sapervi regolare in base alla vostra esperienza.
Strofinate i carciofi con la parte tagliata del mezzo
limone, in modo da fermare il processo di ossidazione, quindi metteteli nella
vasca del sistema di cottura, colateci sopra i quattro cucchiai di olio
extravergine - un cucchiaio per ciascun carciofo - quindi salateli, per
ottenere ciò che vedete nella foto seguente.
Chiudete la teglia con il coperchio, inserite la sonda
nell’apposito foro, facendo attenzione che questa non tocchi i carciofi, poi
procedete con l'aspirazione, facendo il vuoto.
Portate la temperatura del forno a 110°, quindi
infornate, considerando le due ore a partire da quando la temperatura interna
la vasca avrà raggiunto gli 85°, proseguendo la cottura, cercando di fare in
modo che la temperatura interna alla vasca non superi mai i 100°, agendo se
dovesse servire su quella del forno.
Tanto che i carciofi sono in cottura, preparate il pesto
di menta romana, per il quale io ho usato il mortaio, cosa che suggerisco di fare
anche voi, in modo da ottenere una consistenza grezza, che meglio si sposi con il piatto.
Mettete le foglioline di menta romana nel mortaio - le
erbette non andrebbero lavate, ma se volete farlo, abbiate cura che le
foglioline siano poi ben asciutte - unite la granella di mandorle e qualche
grano di sale grosso, che aiuterà a mantenere un bel colore verde vivo, quindi
cominciate a lavorare con il pestello, aggiungendo gradualmente l’olio, fino a
ottenere un composto fluido e, come vi dicevo, grezzo.
Quando il pesto è quasi pronto, unite il pecorino romano,
anch’esso grattugiato non troppo finemente, lavorando ancora un minuto con il
pestello, regolando infine con l’olio extravergine, cosa che potrebbe essere
necessaria, visto che il pecorino darà maggiore densità al composto.
Raccogliete il pesto in una ciotolina - ma potete
ovviamente anche lasciarlo nel mortaio - e tenetelo da parte, in attesa di
usarlo.
Tornate ai carciofi e, trascorse le due ore, togliete la
vasca dal forno e alzate la valvolina ristabilendo la pressione - non avendo
aggiunto liquidi in cottura ed essendo la temperatura interna sotto ai 100°, il
vuoto dovrebbe essersi mantenuto - quindi togliete il coperchio e aspettate
fino a quando i carciofi siano a temperatura ambiente, al più appena tiepidi.
Nell’attesa che i carciofi si raffreddino, preparate i
gambi fritti, eliminando da questi la parte finale, generalmente troppo dura e
poi lo strato superficiale, anch’esso piuttosto coriaceo e filamentoso.
Prendete un pentolino adatto alla frittura, metteteci
l’olio di semi di arachide, in quantità tale da formare uno strato di circa un
centimetro di profondità, quindi mettetelo sul fuoco, a fiamma media, portando
la temperatura dell’olio a 160°.
Nell’attesa, usando la mandolina con lo spessore minimo
di taglio - io l’ho regolato a mezzo millimetro - ricavate dai gambi le
striscioline e, non appena l’olio è a temperatura, friggetele, non tutte
insieme, per meno di un minuto e comunque fino a quando non faranno più le
classiche bollicine segno che l’umidità al loro interno è oramai evaporata.
Mi raccomando, ricavate le striscioline solo al momento
di friggerle, per evitare che si ossidino - potete, nel caso, usare il limone,
esattamente come avete fatto per i fiori - e siate attenti alla frittura, dato
che lo spessore ridotto delle striscioline aumenta il rischio che possano
bruciarsi.
Man mano che i gambi sono pronti, scolateli e metteteli
in un piatto, sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per
frittura, in modo che l’olio in eccesso possa essere assorbito, quindi salateli
leggermente in superficie.
Tornate ai carciofi, che oramai saranno alla giusta
temperatura, metteteli sul tagliere e, usando un coltello ben affilato,
tagliateli a metà nel verso della lunghezza, quindi procedete con
l’impiattamento.
Mettete i mezzi carciofi nei piatti e, sopra a ciascuna
metà, distribuite il pesto di menta romana, completando con i gambi fritti, che
disporrete secondo la vostra ispirazione artistica.
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