Il basilico piantato sul mio balcone sembra essere stato
contagiato da una qualche forma di ipercrescita, visto che produce foglie a un
ritmo impressionante, cosa che mi costringe, per non sprecarlo, ha inventarmi
sempre qualcosa di nuovo per usarlo.
Questa volta sono partito da un primo decisamente
classico e famoso, applicando poi qualche piccola variazione, visto che, come
chi mi conosce sa, non mi piace fare due volte lo stesso piatto, né tantomeno
limitarmi ai grandi classici, che sono buonissimi, ma che non rispondono alla
mia voglia di sperimentare in modo costate e a volte spregiudicato.
Il pesto, allora, con la variazione delle mandorle al
posto dei pinoli e con l’eliminazione dell’aglio, visto che a moglie e figlia
proprio non piace e alle quali, per quanto io ci provi, non riesco a farle
ricredere.
Ad affiancare il pesto, la polvere di pomodoro, ottenuta
lasciandolo disidratare lentamente in forno - ho usato una classica passata -
fino ad ottenere una cialda croccante e dal sapore molto concentrato, che ho
poi ridotto in briciole,
setacciandole, in modo da ottenere una polvere molto fine, che ho distribuito
sulla pasta solo dopo il suo impiattamento.
Tutto qui, per una pasta con un condimento semplice ma
dai sapori intensi, come sanno regalarceli il pesto e il pomodoro disidratato.
Chiudo con il tipo di pasta, che in questo caso sono gli spaghetti
semi-integrali del Pastificio
Girolomoni.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta
- Tre etti e venti di spaghetti
- Sale marino grosso
Per il pesto di basilico
- Una quarantina di foglie di basilico (vedi dopo)
- Un cucchiaio raso di granella di mandorle (o mandorle pelate)
- Un cucchiaio raso di parmigiano reggiano grattugiato
- Olio extravergine di oliva (vedi dopo)
- Qualche grano di sale marino grosso
Per la polvere di pomodoro
- Otto cucchiai di passata di pomodoro
- Sale marino
Partite con la preparazione della polvere di pomodoro,
prendendo una teglia e mettendo sul suo fondo un pezzo di carta da forno
tagliato a misura o, meglio ancora e se lo avete, un tappetino
di silicone, che non tenderà ad incresparsi e faciliterà ancor di più lo
staccamento della cialda.
Distribuite nella teglia la passata di pomodoro, nella
quantità indicata, avendo cura che questa formi uno strato sottile, di non più
di un paio di millimetri di spessore, o anche meno. Per distribuire per bene la
polpa, date qualche colpetto sul fondo della teglia, evitando invece di usare
un cucchiaio o una spatola, cosa che renderebbe difficile ottenere uno strato
di spessore costante.
Distribuite sulla passata un poco di sale marino, quindi
infornate a 80° per almeno due ore, controllando ogni tanto e comunque fino a
quando il pomodoro non si sarà assottigliato e, al contempo, avrà assunto un
colore rosso scuro e sarà diventato croccante, cosa che potrete verificare toccando delicatamente il pomodoro con
un dito.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, dato che il pomodoro deve disidratarsi e non cuocersi e 80° sono
la giusta temperatura per far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Fate freddare il pomodoro - vedrete che la sua
croccantezza aumenterà leggermente durante il raffreddamento - poi mettetelo
nel mixer e fatelo andare alla massima velocità, in modo appunto da ridurlo in
briciole, che poi setaccerete usando un colino a maglie fitte, in modo da
trattenere quei pezzi che il mixer non è riuscito a frantumare, raccogliendo la
polvere in una ciotola.
Ora il pesto di basilico e mandorle, che potete preparare
al mortaio, come ho fatto io, o con il frullatore, senza farvi troppi problemi
sull’essere o meno un purista della
tradizione.
Per quanto riguarda la quantità di foglie, tenete
presente che la quantità che vi ho dato si riferisce a foglie piuttosto grandi
- sono quelle del basilico che ho piantato sul balcone - per cui, se doveste
usarne invece un tipo diverso, come ad esempio quello genovese, che ha le
foglie più piccole, regolatevi di conseguenza.
Mettete le foglie di basilico nel mortaio - le erbette
non andrebbero lavate, ma se volete farlo, abbiate cura che le foglioline siano
poi ben asciutte - unite la granella di mandorle e qualche grano di sale
grosso, che aiuterà a mantenere un bel colore verde vivo, quindi cominciate a
lavorare con il pestello, aggiungendo gradualmente l’olio, fino a ottenere un
composto fluido e, come vi dicevo, grezzo.
Quando il pesto è quasi pronto, unite il parmigiano,
anch’esso grattugiato non troppo finemente, lavorando ancora un minuto con il
pestello, regolando infine con l’olio extravergine, cosa che potrebbe essere
necessaria, visto che il parmigiano darà maggiore densità al composto.
Raccogliete il pesto in una ciotolina - ma potete
ovviamente anche lasciarlo nel mortaio - e tenetelo da parte, in attesa di
usarlo.
Mettete in un’ampia pentola l'acqua per la pasta,
salatela - io la salo sempre subito, più che altro per non correre il rischio
di dimenticarmi di farlo dopo - portatela sul fuoco e, quando l’acqua bolle,
tuffateci gli spaghetti, facendoli cuocere, mantenendoli ben al dente.
Quando la pasta è quasi cotta, prendete una ciotola e
metteteci il pesto, quindi prelevate un mestolo dell’acqua di cottura della
pasta, che userete solo nel caso la pasta, dopo il suo condimento, dovesse
sembrarvi troppo densa.
Scolate gli spaghetti e travasateli immediatamente nella
ciotola con il pesto - immagino sappiate che la pasta al pesto non richiede la
classica mantecatura in padella, che avrebbe l’effetto deleterio di cuocere il basilico, rovinandolo -
mescolando accuratamente in modo che il pesto bagni per bene tutta la pasta.
Procedete con l’impiattamento, mettendo la pasta nei
rispettivi piatti e aggiungendo la polvere di pomodoro su ciascuna porzione, in
modo che questa rimanga ben visibile, lasciando agli ospiti il compito di
mescolare il tutto per distribuirla in modo omogeneo.
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