Quest’anno mi sono lanciato, partecipando anch’io al Contest
Lattidamangiare
4.0, organizzato da Palagiaccio, il cui tema – e non
poteva essere altrimenti – erano i formaggi e, in particolare, il Mugello,
nelle sue diverse stagionature:
- Gran Mugello, a pasta semi cotta, stagionato nelle Grotte Ubaldine che si trovano in profondità, proprio sotto le fondamenta della torre merlata della Villa Palagiaccio;
- Fior di Mugello, a pasta liscia e compatta, disponibile sia fresco che stagionato per 4 mesi;
- Blu Mugello, a pasta cremificata, cin una decisa muffatura e dal sapore veramente particolare.
In aggiunta ai formaggi, già di per sé sfidanti per la
preparazione dei piatti, il meraviglioso Tonno di Firenze, assolutamente
geniale nell’idea e del quale mi sono innamorato dopo averlo assaggiato, che a
dispetto del nome è prodotto con la carne di manzo, lavorata come se fosse un
tonno sott’olio, che lo ricorda nell’aspetto ma, a mio avviso, lo supera di
gran lunga nel gusto.
Formaggi e tonno, quindi, con i quali si potevano
scegliere due tipologie di preparazioni, con la prima ispirata alla cucina
americana e la seconda a quella fusion
e, indipendentemente dalla scelta, il menù doveva prevedere un piatto
principale e un dessert.
Alla fine, dopo lungo pensare, ho deciso per una sorta di
compromesso, visto che ho scelto l’ispirazione americana, ma con contaminazioni
nostrane, in modo da strizzare l’occhio anche alla cucina fusion, basata appunto sulle contaminazioni,
preparando due piatti quasi americani,
nello specifico:
- Quasi Mac&Cheese
- Quasi una Cheesecake
Dove il “quasi” indica la contaminazione, visto che in entrambe e preparazioni ho utilizzato
ingredienti nostrani, rispettando la preparazione originale, ma contaminandola,
appunto, con qualcosa tipico della cucina italiana.
Quasi
Mac&Cheese
Ho voluto dare al piatto una maggiore eleganza, attraverso una sorta di
scomposizione - molto, forse troppo, di moda - dove i vari ingredienti della
ricetta classica, più quelli inseriti per la contaminazione, fossero lavorati
separatamente.
I maccheroni, dopo averli cotti nel modo classico,
lasciandoli ben al dente, li ho panati e fritti in olio di semi di arachide -
non ho usato l’uovo ma ho invece sfruttato la collosità naturale dell’amido per far aderire il pangrattato - in
modo da renderli dorati e croccanti.
Con il tonno di Firenze ho invece realizzato una crema,
lavorandolo con un poco di pomodoro, olio extravergine di oliva e un poco
d’acqua, necessaria per ottenere la consistenza desiderata, con la quale ho poi
riempito i maccheroni, operazione per la quale vi aiuterà molto l’uso di una sac à poche.
Il formaggio - ho usato il Fior di Mugello - l’ho invece
utilizzato per preparare una crema piuttosto densa, usando un poco di panna
fresca e del pepe nero, che ho usato al momento dell’impiattamento, come una
sorta di base per i maccheroni.
Infine, come ulteriori elementi croccanti, il prezzemolo
cristallizzato, ottenuto con una velocissima frittura in olio, è delle cialde
di pomodoro, ottenute facendo lentamente essiccare in forno un poco di passata
di pomodoro, in modo da far evaporare la sua componente acquosa, senza però
cuocerlo.
In definitiva, volendo dare un nome parlante al piatto,
si tratta di:
“Maccheroni croccanti con crema di tonno di Firenze,
fonduta di Fior di Mugello, cialda di pomodoro e prezzemolo cristallizzato”
Per quanto riguarda le quantità, tenente poi presente che
quelle per la crema di tonno di Firenze saranno decisamente in abbondanza
rispetto a quanta ne userete effettivamente, dato che al di sotto di certi
valori non si può scendere senza comprometterne la lavorazione.
Concludo dicendovi che, alla luce di come ho trattato i
singoli elementi, il piatto è perfetto anche come Finger Food, usando rigorosamente le dita per acchiappare i
maccheroni e gustarseli.
Ingredienti (per 4 persone)
Per i maccheroni
- Ventiquattro maccheroni
- Sei cucchiai di pangrattato
- Olio di semi di arachide
- Sale marino grosso
Per la crema di tonno di Firenze
- Ottanta grammi di tonno di Firenze
- Venti grammi di pomodori ciliegino (vedi dopo)
- Sei cucchiai d'acqua
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe nero
Per la fonduta di formaggio
- Un etto di Fior di Mugello
- Cinquanta grammi di panna
- Pepe nero
Per la cialda di pomodoro
- Quattro cucchiai di passata di pomodoro
- Sale marino (opzionale)
- Zucchero semolato (opzionale)
Per il prezzemolo fritto
- Una ventina di foglioline di prezzemolo
- Olio di semi di arachide
Dedicatevi per prima cosa alla preparazione della cialda
di pomodoro, prendendo una teglia e mettendo sul suo fondo un pezzo di carta da
forno tagliato a misura o, meglio ancora e se lo avete, un tappetino di silicone,
che non tenderà ad incresparsi e
faciliterà ancor di più lo staccamento
della cialda.
Distribuite nella teglia la passata di pomodoro, nella
quantità indicata, avendo cura che questa formi uno strato sottile, di non più
di un paio di millimetri di spessore, o anche meno. Per distribuire per bene la
polpa, date qualche colpetto sul fondo della teglia, evitando invece di usare
un cucchiaio o una spatola, cosa che renderebbe difficile ottenere uno strato
di spessore costante.
Distribuite sulla passata un poco di sale marino e, se il
suo sapore vi sembra eccessivamente acido, anche un poco di zucchero semolato,
quindi infornate a 70° per almeno due ore, controllando ogni tanto e comunque
fino a quando il pomodoro non si sarà assottigliato e, al contempo, avrà
assunto un colore rosso scuro, divenendo croccante, cosa che potrete verificare
toccando delicatamente il pomodoro
con un dito.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, dato che il pomodoro deve disidratarsi, non cuocersi, e 70° sono
la giusta temperatura per far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Quando la cialda è pronta, togliete la teglia dal forno e
fate freddare il pomodoro - vedrete che la sua croccantezza aumenterà
leggermente durante il raffreddamento - quindi spezzate la cialda in pezzi
piccoli e irregolari, che poi userete per comporre il piatto, mettendoli in un
luogo fresco e non umido, pena la perdita della croccantezza.
Quando la cialda è pronta, cuocete i maccheroni, per i
quali prenderete una pentola, mettendoci abbondante acqua, che salerete con del
sale grosso, portandola poi sul fuoco, facendole raggiungere il bollore.
Tuffate i maccheroni nell’acqua in ebollizione e fateli
cuocere, ma mantenendoli bene al dente, quindi scolateli e passateli in acqua
fredda, in modo da fermarne la cottura, facendoli infine asciugare su di un
telo in cotone.
In attesa che i maccheroni si asciughino, preparate la
crema di tonno di Firenze, mettendolo nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione
che sia, aggiungendo l’olio extravergine, la metà dell’acqua indicata, una
generosa pizzicata di pepe nero.
Prendete ora i pomodori ciliegino - se sono grandi, ne
basterà uno - tagliateli a metà e rimuovete la parte liquida e i semi, quindi
uniteli nel bicchiere del frullatore. Se preferite, potete usare una passata di
pomodoro, verificando però che non sia troppo acida nel sapore, considerando
che sarà usata a crudo.
Fate andare il frullatore alla massima velocità,
lavorando per bene il composto, aggiungendo nel caso l’acqua rimanente, fino a
ottenere un composto fluido, in modo che possa poi passare dal foro della sac à poche, e piuttosto denso,
che possa quindi rimanere stabile all’interno dei maccheroni.
Quando la crema è pronta, assaggiatela e nel caso
regolatela di sale, poi mettetela in una sac à
poche, sulla quale non sarà necessario montare un beccuccio, ma
sarà invece sufficiente fare un taglio alla sua estremità, in modo da avere un
foro che possa entrare all’interno
dei maccheroni.
Preparate ora la fonduta di Fior di Mugello,
grattugiandolo o tagliandolo in pezzi molto piccoli e poi mettendolo in un
pentolino, meglio se antiaderente, insieme alla panna fresca e a una generosa
macinata di pepe nero.
Portate in pentolino sul fuoco, a fiamma minima - usate
un fuoco piccolo e, se l’avete, anche una retina spargifiamma - facendo raggiungere
un bollore appena accennato, muovendo
di tanto in tanto il pentolino, in modo da agevolare lo scioglimento del
formaggio.
Proseguite il bollore per circa cinque minuti, in modo
che la fonduta abbia il tempo di ridursi leggermente, quindi spegnete la fiamma
e coprite con il coperchio, in modo che la fonduta si intiepidisca, senza però
freddarsi, ricordandovi di girarla ogni tanto, in modo da eliminare la
pellicina che si formerà in superficie.
Preparate ora il prezzemolo cristallizzato, tenendo
presente che questo dovrà essere perfettamente asciutto, per cui se lo dovete
lavare, fatelo con il dovuto anticipo.
Prendete un pentolino, metteteci una quantità di olio di
semi di arachide in modo che questo formi uno strato di circa un centimetro -
valutate voi se usare lo stesso olio usato per i maccheroni - quindi portatelo
sul fuoco, scaldando l’olio fino a circa 160°.
Tuffate il prezzemolo nell’olio, tenendo presente che
questo, anche se ben asciutto, tenderà a produrre un bel po' di schizzi,
soprattutto nella fase iniziale, motivo per cui usate un coperchio per
proteggervi.
Trascorsi trenta secondi, non di più, scolate velocemente
i ciuffi di prezzemolo, con molta delicatezza dato che sono fragili, mettendoli
su di un piatto, sul quale, ancora una volta, avrete messo qualche foglio di
carta da cucina per assorbire l'olio in eccesso.
Ora è il momento della seconda cottura dei maccheroni,
mettendo il pangrattato in una scodella e passandoceli - vedrete che la
collosità naturale dell’amido sarà tale da farlo aderire come se aveste usato
l’uovo - avendo cura che questi ne siano ricoperti in modo uniforme.
Mettete l’olio di arachide nella padella, avendo cura che
questo formi uno strato profondo un paio di centimetri, quindi portatela sul
fuoco e, quando l’olio avrà raggiunto i 160°, cominciate a friggere i maccheroni,
cosa che richiederà circa un paio di minuti, visto che questi sono già cotti e
che la loro panatura è molto sottile e delicata.
Al solito, friggete pochi maccheroni per volta, in modo
che la temperatura dell’olio non abbia a calare eccessivamente quando li
immergete e, man mano che i maccheroni sono pronti, scolateli e metteteli su un
piatto, dove avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per frittura, in
modo che l’eventuale olio in eccesso possa essere assorbito.
Fate appena intiepidire i maccheroni, quindi, agendo con
delicatezza, riempiteli con la crema di tonno di Firenze, considerando che in
ogni maccherone ce ne andrà veramente una piccola quantità e che, quindi, come
detto all’inizio, di crema ve ne avanzerà un poco.
Procedete rapidamente con l’impiattamento - sto assumendo
che anche voi impiatterete nel modo che ho usato io - mettendo per prima cosa
un cucchiaio di fonduta di Fior di Mugello nei piatti, uno per ogni zona dove poi metterete i maccheroni (la
foto spero aiuti a capire cosa intendo).
Sopra alla fonduta, disponete i maccheroni, aggiungendo
infine le cialde di pomodoro e il prezzemolo cristallizzato.
Servite velocemente e buon appetito.
Quasi una
Cheesecake
Anche per questo piatto mi sono basato su una
rielaborazione della classica Cheesecake,
che ho preparato giocando sui contrasti tra ingredienti tipicamente salati,
resi dolci in modo da renderli adatti alla preparazione dolce.
La base della Cheesecake
l’ho preparata con le classiche friselle, alle quali, oltre al burro come
legante, ho aggiunto un poco di zucchero di canna - ho usato quello della varietà
Panela - per avere un contrasto con la sapidità, peraltro blanda,
delle friselle.
Come elemento centrale della Cheesecake, ovviamente il formaggio, nello specifico il Blu
Mugello - si, lo so, mi sono preso un bel rischio - lavorato con la
panna fresca e, ancora una volta, lo zucchero di canna, che con il suo gusto
caramellato ho ritenuto meglio si adattasse rispetto a quello semolato e che è
anche l’artefice del colore particolare, quasi nocciolato, della Cheesecake.
Come addensante ho usato la classica gelatina alimentare,
scegliendo di avere una consistenza molto soda, quasi a richiamare quella
originale del formaggio, cosa che non a tutti potrebbe piacere, per cui voi
potrete ridurre la quantità dell’addensante per adattare il tutto ai vostri
gusti.
Infine, la copertura
superiore, che richiama quella classica fatta con lampone o fragole, ma che qui
è invece di pomodoro - ho usato i classici ciliegini - con il quale ho
preparato una coulis, ancora una
volta addolcita con lo zucchero di canna e addensata con l’Agar Agar,
preferendola alla gelatina, che sul pomodoro agisce con difficoltà e che non
rimane stabile a temperatura ambiente.
Ad accompagnare la Cheesecake
e in ricordo del famoso contadino, una mousse
di pera e zenzero, lavorata completamente a freddo, usando un estrattore per
ricavare i rispettivi succhi e la gomma di xantano come
addensante, che come sapete è in grado di agire a freddo.
In definitiva, un dessert dolce ma non troppo, il cui nome esteso potrebbe essere:
“Cheesecake al Blu Mugello, con base di friselle e coulis
di pomodoro, accompagnato da mousse di pera e zenzero”
Per quanto riguarda le quantità, tenete presente che io
ho utilizzato uno stampo molto piccolo, del diametro di dodici centimetri e i
bordi da quattro - il sapore della Cheesecake
è molto deciso, per cui ho ritenuto di servirne una piccola quantità, quasi
fosse un pre-dessert - quantità che dovrete ovviamente aumentare nel caso di
formati più grandi (ricordatevi che conta il volume dello stampo e non il suo
diametro).
Concludo dicendovi che, per come ho lavorato i singoli
elementi, il dolce può essere servito a temperatura ambiente, senza timori
sulla tenuta delle singole componenti.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la base
- Cinquanta grammi di friselle
- Trenta grammi di burro
- Cinque grammi di zucchero di canna
Per il ripieno di formaggio
- Centoventicinque grammi di Blu Mugello
- Centocinquanta grammi di panna fresca
- Trenta grammi di zucchero di canna
- Cinque grammi di gelatina alimentare
Per la coulis di pomodoro
- Cento grammi di succo di pomodoro
- Quindici grammi di zucchero di canna
- Due grammi di Agar Agar
- Un pizzico di sale marino
Per la mousse di pera e zenzero
- Una pera abate
- Quindici grammi di radice di zenzero (vedi dopo)
- Un cucchiaino di succo di limone
- Gomma di xantano (vedi dopo)
Per tutto il resto
- Zucchero a velo
- Qualche fogliolina di menta
- Burro (per ungere lo stampo)
Per prima cosa preparate lo stampo che accoglierà la Cheesecake - se possibile usatene uno
con il bordo rimovibile - ricavando da un pezzo di carta da forno un disco del
diametro del fondo dello stampo e una striscia alta quanto il bordo dello
stampo e lunga a tal punto da consentire di rivestirlo completamente, senza
sovrapposizione.
Imburrate leggermente l’interno dello stampo, sia il fondo
che i bordo, in modo che i pezzi ricavati dalla carta da forno, in virtù della collosità naturale del burro, possano
aderirvi alla perfezione. Mettete lo stampo in frigorifero, in modo che il
burro si possa raffreddare e aumentare il suo effetto collante.
Prendete ora le friselle, rompetele grossolanamente con
le mani, pesatele alla quantità indicata, quindi mettetele nel tritatutto,
insieme allo zucchero di canna, facendolo andare alla massima velocità, fino a
che le friselle non siano ridotta in pezzi piuttosto piccoli e irregolari,
quasi fossero un pangrattato grezzo, con pezzi di dimensione variabile.
Mettete in burro in un pentolino, portatelo sul fuoco, a
fiamma minima, e fate andare fino a che il burro non si sarà sciolto, senza
indugiare per non colorarlo o, peggio, bruciarlo.
Spegnete la fiamma e unite direttamente nel pentolino le
friselle appena ridotte in briciole insieme allo zucchero, mescolando con i
rebbi di una forchetta, in modo che il burro fuso possa bagnare in modo
uniforme tutte le briciole.
Riprendete lo stampo dal frigorifero e sul fondo mettete
il composto appena preparato, pressandolo e livellandolo per bene, in modo che
formi uno strato molto compatto, di circa mezzo centimetro di spessore - questo
almeno è lo spessore che ho fatto io - rimettendo poi lo stampo nuovamente in
frigorifero, in modo che il burro, freddandosi, dia stabilità al fondo della Cheesecake.
Ora il formaggio, grattugiando o tagliando in pezzi
piccoli il Blu Mugello, mettendolo in un pentolino, meglio se antiaderente,
aggiungendo la panna liquida e lo zucchero di canna.
Portate sul fuoco, a fiamma bassissima - se avete una
retina spargifiamma, usatela - e, nell’attesa che il tutto raggiunga un bollore
lievissimo, fate ammollare la gelatina alimentare, mettendola in una ciotola
riempita con acqua fredda.
Per agevolare lo scioglimento del formaggio, non giratelo
usando mestoli o posate, ma fate semplicemente ruotare ogni tanto il pentolino e, quando il bollore è raggiunto e
il formaggio si sarà sciolto, con l’eccezione di alcuni pezzi dove è la
classica muffa, unite la gelatina,
dopo averla strizzata, girando con i rebbi di una forchetta o con una piccola
frusta, in modo che si incorpori per bene al composto.
Togliete il pentolino dal fuoco e fate intiepidire il
composto, rompendo di tanto in tanto
la pellicola che tenderà a formarsi sulla sua superficie, mescolando, sempre
con la forchetta o una piccola frusta.
Quando il composto è quasi a temperatura ambiente, riprendete
lo stampo dal frigorifero e versatelo delicatamente al suo interno, avendo cura
che arrivi fino a circa mezzo centimetro dall’estremità superiore del bordo.
Rimettete nuovamente in frigorifero lo stampo, in modo
che il formaggio si compatti, e procedete con la preparazione della coulis di pomodoro, ricavando da questi
il succo - potete usare un estrattore o il classico passa
pomodoro - che raccoglierete, peserete e, se fosse il caso, setaccerete per
eliminare ogni eventuale residuo solido.
Prima di procedere con la preparazione della coulis, aspettate che il formaggio si
sia solidificato, in modo che possa essere possibile aggiungere lo strato di
pomodoro senza che questo debba aspettare, con il rischio che cominci a
solidificarsi.
Quando siete pronti, prendete un altro pentolino,
metteteci il succo del pomodoro, lo zucchero e un pizzico di sale marino,
quindi portatelo sul fuoco, a fiamma bassa, fino a che raggiunga un bollore
appena accennato.
Non appena il bollore è raggiunto, unite l'Agar Agar,
tenendo presente che, al di là della dose che vi ho dato, fatevi guidare anche
dalla vostra esperienza, visto che questo addensante è particolarmente
efficace.
Mescolate energicamente per un minuto, meglio se usando
una piccola frusta, in modo che l’Agar Agar possa sciogliersi completamente ed attivarsi, quindi spegnete la fiamma.
Analogamente a quanto fatto per il formaggio, fate
intiepidire la coulis, ricordando
però che l’Agar Agar solidifica intono ai 50°, quindi procedete come per il
formaggio, riprendendo lo stampo, versandoci la coulis in modo che questa formi uno strato di circa tre o quattro
millimetri.
Rimettete per l’ultima volta lo stampo in frigorifero e,
nell’attesa che anche il pomodoro solidifichi, preparate la mousse di pera e zenzero, usando una centrifuga
o un estrattore
per ricavarne i rispettivi succhi,
raccogliendoli in due ciotole separate, in modo da poterli dosare con
precisione.
Data la poca quantità, ricavate per prima cosa quello
dello zenzero, in modo che non si mescoli ai residui di quello della pera.
Aggiungete un cucchiaino di succo di limone al succo
ricavato dalla pera, poi aggiungete gradualmente il succo dello zenzero,
assaggiando di volta in volta, fino a che raggiungerete l’equilibrio che vi
soddisfa, ricordando che lo zenzero dovrebbe comunque sentirsi come retrogusto.
Quando l’equilibrio è quello desiderato, aggiungete la
punta di un cucchiaino di gomma di xantano - mi raccomando, meglio di meno che
di più, dato che la sua azione è piuttosto decisa - mescolando energicamente
con una piccola frusta o, meglio ancora, con il frullatore a immersione, in
modo da incorporarla per bene.
Ricordatevi che la gomma di xantano non agisce
immediatamente, ma ha bisogno di un poco di tempo per attivarsi, per cui non
abbiate fretta e non aggiungetene altra, aspettando invece una trentina di
minuti per valutarne l’effetto, che dovrà essere tale da addensare il succo,
fino a farlo diventare piuttosto fermo,
in modo che mantenga la forma quando impiatterete.
Nel caso così non fosse, aggiungete un altro poco di
gomma di xantano - sempre poca, mi raccomando - mescolando, aspettando e
valutando il risultato, fino a ottenere la consistenza desiderata. Sembra un
procedimento lungo e noioso, ma è meglio avere pazienza che rovinare il
risultato, anche considerando che tanto più farete pratica con la gomma di
xantano, tanto più celermente procederete.
Quando il risultato vi soddisfa, e se lo avete, mettete
la mousse in un biberon
da cucina, meglio se con il beccuccio non troppo piccolo, in modo da
rendere più facile il successivo impiattamento.
Una mezz’ora prima di servire, prendete lo stampo dal
frigorifero, estraete delicatamente la Cheesecake
e lasciatela a temperatura ambiente, in modo che possa recuperare temperatura.
Usando un coltello ben affilato e con la lama sottile,
ricavate le singole fette dalla Cheesecake
e procedete con l’impiattamento.
Distribuite per prima cosa un poco di zucchero a velo sui
piatti - non a tutti piace, quindi decidete voi - quindi disponete le fette
delle Cheesecake, completando con la mousse di pera e zenzero, che
distribuirete in piccole dosi e in più punti del piatto.
Looks very yummy and will definitely try it at home.
RispondiEliminaEavestrough Edmonton Installation