Ogni tanto ritorno anch’io alla semplicità - qualcuno
direbbe al Confort Food - visto che
non si può vivere solo di sperimentazioni e ogni tanto fa bene, al gusto e allo
spirito, affidarsi ai classici, come ho appunto fatto in questo caso.
Rigatoni, quindi, con calamari e pomodorini, cotti
insieme a lungo, per circa quarantacinque minuti, fino a ridurne il fondo,
ottenendo una salsa molto densa e ricca di sapore.
Completano il piatto, il prezzemolo tritato, aggiunto
dopo la mantecatura, a fuoco spento, e il pecorino romano - ho usato quello di Brunelli
- distribuito dopo l’impiattamento e che, a dispetto qualcuno possa
considerarlo un azzardo, appartiene alla tradizione marinara laziale, abbinato
a volte al polpo, a volte ai calamari.
Concludo dicendovi che come formato di pasta ho scelto i rigatoni,
per il solo fatto che moglie e figlia preferiscono i formati corti e io, ogni
tanto, mi piego volentieri al loro volere.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta
- Tre etti e mezzo di rigatoni
- Un cucchiaio di prezzemolo tritato
- Due cucchiai di pecorino romano grattugiato
- Sale marino grosso
Per la salsa di calamari e pomodorini
- Sei etti di calamari
- Sei etti di pomodorini ciliegino
- Mezzo bicchiere scarso di vino bianco
- Due spicchi d'aglio
- Un pezzetto di peperoncino
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino fino
- Pepe nero
Pulite i calamari, estraendo le viscere, cosa che farete
semplicemente afferrando i tentacoli e tirandoli con movimento lento ma
costante, in modo che si trascinino
dietro le interiora.
Eliminate poi la cartilagine interna, quella lunga e
sottile che percorre l’intero corpo del calamaro, quindi la pelle, afferrandola
e tirandola via dal corpo e infine le due alette
esterne, che separerete dal corpo con lo stesso movimento lento e costante con
il quale avete tolto le interiora.
Lavate per bene il corpo dei calamari, soprattutto
all’interno, verificando che non siano rimaste tracce significative di
interiora e sabbia, quindi fateli sgocciolare e poi asciugateli con qualche
foglio di carta da cucina.
Separate i tentacoli dalle interiora, eliminando anche il becco, che si trova più o meno in corrispondenza della loro unione, quindi tagliate i calamari in pezzi irregolari, oppure ricavatene i classici anelli - direi che qui è questione di gusti personali - tagliando in pezzi, infine, anche i tentacoli.
Separate i tentacoli dalle interiora, eliminando anche il becco, che si trova più o meno in corrispondenza della loro unione, quindi tagliate i calamari in pezzi irregolari, oppure ricavatene i classici anelli - direi che qui è questione di gusti personali - tagliando in pezzi, infine, anche i tentacoli.
Per quanto riguarda i pomodorini, invece, dovrete
solamente lavarli e poi tagliarli a spicchi - quattro per ciascun pomodorino -
oppure solo a metà, se questi fossero piccoli o se, ad esempio, aveste deciso
di usare i datterini.
Prendete una padella, ampia abbastanza da poterci poi
mantecare la pasta, metteteci quattro cucchiai di olio extravergine, gli spicchi
d'aglio in camicia e leggermente schiacciati, il pezzetto di peperoncino - qui molto
dipende dal vostro amore per il piccante - e portate il tutto sul fuoco, a
fiamma media.
Fate rosolare l'aglio per qualche minuto, poi decidete se
toglierlo o meno - qui dipende dai gusti e a me ultimamente piace lasciarlo in
cottura - unite i calamari, alzate la fiamma e fateli andare per un paio di
minuti.
Unite il vino bianco, fatelo evaporare, sempre a fiamma
vivace, quindi unite i pomodorini tagliati, salate leggermente, date una
generosa macinata di pepe nero, abbassate la fiamma al minimo, coprite con il
coperchio e fate cuocere per quarantacinque minuti.
Togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate ridurre il
fondo, fino a ottenere una salsa molto densa e scura, dal sapore intenso e
concentrato, momento nel quale spegnerete la fiamma, coprirete con il coperchio
e terrete da parte il tutto.
Mettete in un’ampia pentola l'acqua per la pasta,
salatela - io la salo sempre subito, più che altro per evitare di scordarmi di
farlo dopo - portatela sul fuoco e, quando bolle, buttate la pasta, facendola
cuocere, ricordandovi di mantenerla bene al dente.
In attesa della cottura pasta, tritate il prezzemolo al
coltello, operazione da fare sempre all’ultimo, in modo da ridurre la sua
ossidazione, che come per tutte le erbette fresche, comincia non appena le
tagliate.
Quando mancano un paio di minuti alla fine della cottura
della pasta, prendete un paio di tazze e riempitele con la sua acqua, ricca di
amido, che vi servirà per la mantecatura finale, anche se la presenza di un
condimento, in ogni caso, consentirà di ridurre in parte la quantità di acqua
necessaria.
Un modo alternativo, e direi anche preferibile visto che
non vi costringe a mettere da parte l'acqua di cottura è quello di prendere la
pasta direttamente dalla sua pentola, usando un forchettone o un mestolo a
seconda del formato della pasta, e unirla direttamente nella padella con il
condimento. In questo modo avrete a disposizione tutta l'acqua di cottura,
senza dover fare considerazione su quanta ve ne serva, con il rischio di
sbagliare.
Portate nuovamente sul fuoco la padella con il condimento
e, quando la pasta è cotta e ben al dente, scolatela velocemente e, senza
perdere tempo ad eliminare completamente l’acqua di cottura, unitela nella
padella con il condimento.
Alzate la fiamma e procedete con la mantecatura, usando
l'acqua di cottura messa da parte e facendo in modo che la pasta risulti ben
cremosa, interrompendola quando vedete che il fondo comincia, per effetto della
completa evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Quando la cremosità è quella giusta, spegnete, aggiungete
il prezzemolo tritato, dato un’ultima mescolata e impiattate rapidamente per
evitare che la pasta si asciughi, aggiungendo il pecorino romano su ciascuna
porzione e senza mescolare, in modo che questo rimanga ben visibile.
Se vi ci piace, date un leggero giro di olio extravergine
su ciascuna porzione - qui è questione di gusti e, anche se a me piace, voi
regolatevi come preferite - guarnite come meglio credete e portate velocemente
in tavola.
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