Dopo il baccalà, ritengo i calamari quelli che più di
ogni altri beneficiano della cottura a bassa temperatura e, nello specifico,
quella in bagno d’olio, come è appunto il caso di questa ricetta, preparata in
un periodo di passione affievolita, che mi sta portando a diradare di molto la
mia presenza davanti ai fornelli.
I calamari, quindi, dei quali ho utilizzato solo il
corpo, tagliandolo ad anelli e cuocendoli a bassa temperatura in bagno d’olio,
profumato con qualche spicchio d’aglio, qualche grano di pepe nero e con i
gambi del prezzemolo, che come immagino sappiate è la parte dove stanno profumo
e sapore.
La cottura l’ho fatta a 62° per quaranta minuti, un tempo
che può sembrare eccessivo, ma che tiene conto dell’inerzia termica dell’olio,
cosa che ritarda il raggiungimento della temperatura da parte del calamaro.
Ad accompagnare il calamaro, una crema di cicerchia, un
legume che sta vivendo una seconda giovinezza, lavorata con la loro acqua di
cottura, con qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva, un poco di pepe e
con un poco di colatura di alici, che le da quello spunto inconfondibile e che,
al tempo stesso, richiama i sapori del mare.
Poi, sempre per la parte cremosa, una maionese
preparata con l’albume dell’uovo e l’aglio, questo ingentilito dalla classica serie di bolliture in acqua,
in modo da mantenerne il sapore, ma non quella persistenza eccessiva, che a
molti infastidisce.
Infine, come nota croccante, delle mandorle sfogliate
tostate con del sale marino.
Ingredienti (per 4 persone)
Per i calamari in olio-cottura
- Mezzo chilo di calamari
- Una decina di gambi di prezzemolo
- Due spicchi d’aglio
- Dieci grani di pepe nero
- Olio extravergine di oliva (vedi dopo)
- Sale marino
Per la crema di cicerchia
- Due etti di cicerchie
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Due cucchiai di colatura di alici
- Sale marino grosso
- Pepe nero
Per la maionese d’aglio
- Un albume
- Duecento ml di olio di semi di arachidi (vedi dopo)
- Sei spicchi d’aglio (otto se sono piccoli)
- Un litro d’acqua
- Due bicchieri di latte
- Mezzo cucchiaino di succo di limone
- Sale marino fino
Per le mandorle tostate
- Due cucchiai rasi di mandorle sfogliate
- Un cucchiaino di sale marino fino
Con il dovuto anticipo, tipicamente la sera prima,
mettete a bagno le cicerchie in abbondante acqua fredda, senza aggiungere
altro, dove dovranno restare per almeno dodici ore.
Trascorso il tempo dell’ammollo, scolatele, prendete una
pentola piuttosto grande, riempitela di abbondante acqua fredda e aggiungete le
cicerchie, dopo averle controllate per eliminare quelle eventualmente rovinate.
Non salate l'acqua subito, dato che la sua evaporazione
durante la cottura avrebbe l'effetto di aumentare la concentrazione salina,
trasformando quella che sembrava un'acqua perfettamente salata in un
concentrato salino.
Portate la pentola sul fuoco, a fiamma media e con il
coperchio, e quando l'acqua raggiunge il bollore, abbassate la fiamma e fate
cuocere le cicerchie fino a quando non saranno tenere, cosa che dovrebbe
richiedere, dal momento del bollore, almeno un’ora e mezza - la cicerchia è un
legume piuttosto coriaceo - salandole quando mancherà più o meno un quarto
prima della loro fine cottura.
Se preferite usare la pentola a pressione, cosa che
peraltro io oramai faccio sempre con i legumi, salate ovviamente subito le
cicerchie e, dal momento del fischio o del raggiungimento della pressione,
calcolate quarantacinque minuti.
In entrambi i casi, comunque, siate molto parchi con il
sale, dato che poi userete anche la colatura di alici, che ha un sapore molto
forte e salino.
Quando le cicerchie sono pronte, spegnete la fiamma e
fatele intiepidire nella loro acqua, poi, usando un mestolo bucato, travasatele
nel mixer o nel frullatore, tradizionale o a immersione.
Aggiungete alle cicerchie un mestolo della loro acqua di
cottura, i due cucchiai di olio extravergine di oliva, quelli di colatura di
alici e una generosa macinata di pepe nero, quindi fate andare alla massima
velocità fino a ridurre il tutto in una crema piuttosto ferma e senza più alcun residuo solido.
Se avete lavorato bene, non sarà necessario setacciare la
crema e, per quanto riguarda la sua densità, tenete presente che la crema dovrà
essere in grado di sostenere, almeno in parte, il peso dei calamari, quindi
dovrà essere piuttosto densa.
Tenete anche presente che la crema andrà servita tiepida,
per cui mettetela in un recipiente nel quale poi possa essere scaldata, cosa
che potrete fare tranquillamente nel microonde, a bassa potenza.
Ora la maionese, per la quale dovrete per prima cosa
ingentilire l’aglio, operazione che richiederà un po' di pazienza, vista la
necessità di una bella serie di bolliture.
Per prima cosa mettete a scaldare un paio di litri
d'acqua, portandola a bollore leggero e poi prendete un piccolo pentolino, che
dovrà contenere solamente gli spicchi d'aglio.
Tanto che l'acqua si scalda, togliete la buccia agli
spicchi d'aglio e, se questi non sono freschi, tagliateli a metà e rimuovete
l'anima centrale, di colore verde.
Mettete gli spicchi d'aglio nel pentolino e poi, quando
l'acqua raggiunge il bollore, prendetene un paio di mestoli e versatela nel
pentolino, che porterete sul fuoco, continuando a far bollire l'acqua con
l'aglio per tre minuti.
Trascorso il tempo, scolate gli spicchi e buttate via
l'acqua nella quale hanno bollito, poi prendete nuovamente un paio di mestoli
di quella che bolle nella pentola, mettetela nel pentolino insieme agli spicchi
d'aglio appena scolati e fate bollire, di nuovo, per tre minuti.
Ripetete la sequenza fino a far bollire l'aglio per nove volte,
sempre cambiando la sua acqua, poi fate l'ultima bollitura mettendo gli spicchi
nel solito pentolino, ma aggiungendo il latte invece dell'acqua, portando
nuovamente sul fuoco, a fiamma minima, e facendo bollire per i soliti tre
minuti.
Scolate definitivamente gli spicchi d'aglio, rimuovendo
le tracce di latte e facendoli asciugare in corrente d’aria,
Quando l’aglio è ben asciutto, procedete con la
preparazione della maionese, che io ho preparato con il metodo rapido, per il
quale vi servirà necessariamente un frullatore
a immersione, qui decisamente più adatto rispetto a uno
tradizionale.
Rompete l’uovo e mettetene l’albume nel bicchiere del
frullatore, quindi unite gli spicchi d’aglio, l’olio di semi di arachide, il
succo di limone e un pizzico di sale.
Immergete il frullatore a immersione nel bicchiere,
quindi avviatelo alla massima velocità - qui serve un minimo di perizia -
tenendolo fermo fino a quando, dalla base delle lame, non vedrete uscire una
sorta di filamenti, che altro non sono che l’effetto dell’emulsione dell’uovo
con l’olio.
A questo punto cominciate a sollevare lentamente il
frullatore e vedrete che l’emulsione lo seguirà verso l’alto; mentre sollevate
il frullatore, fate dei leggeri movimenti oscillatori, facendo salire il
frullatore, abbassandolo per non più di un centimetro, per poi riprendere la
salita.
Se siete stati bravi, quando arriverete alla sommità del
composto in lavorazione, vedrete che la maionese sarà pronta. Più facile a
farsi che a spiegarlo, direi. Nel caso così non fosse, potete naturalmente
lavorarla ancora, sempre con movimenti oscillatori verticali del frullatore.
Tenete presente che se la maionese dovesse risultare
troppo liquida, potrete aggiungere altro olio, mentre se fosse troppo soda,
quasi granulosa, sarà sufficiente aggiungere qualche cucchiaio di acqua.
Lavorando in entrambi i casi con il frullatore per riottenere un composto
liscio.
Quando la
maionese è pronta, e se lo avete, mettetela in
un biberon da cucina e poi in
frigorifero, fino al momento di usarla.
Tostate ora le mandorle, mettendole in un padellino
antiaderente, insieme ad un cucchiaino di sale marino, meglio se macinato al
momento, portando poi il tutto sul fuoco.
Fate scaldare a fiamma media e proseguite, girando spesso
in modo che il sale sia essere sempre a contatto con le mandorle e, al
contempo, la tostatura sia uniforme, fino a quando queste non cominceranno ad
assumere un bel color bruno tenue, segno che la tostatura procede come si deve.
Spegnete, travasate le mandorle in un piatto, mettendole
ben distese e separate, facendole freddare in modo che recuperino la loro
croccantezza.
Ora è finalmente il momento dei calamari e, per prima
cosa, portate a temperatura l’acqua per la loro cottura, utilizzando il vostro Roner.
Pulite i calamari, eliminandone la pelle, le interiora,
l'osso interno (vabbè, non è proprio un osso, ma ci siamo capiti), quindi
staccate le alette dal corpo ed eliminate osso e occhi dai tentacoli.
Sciacquate l’interno dei calamari sotto l’acqua corrente,
in modo da eliminare ogni traccia di residui, quindi asciugateli con qualche
foglio di carta da cucina.
Usando un coltello
ben affilato, ricavate dai corpi dei calamari degli anelli, di circa
un centimetro di larghezza, procedendo con cura in modo da averli tutti dello
stesso spessore. Man mano che procedete, rimuovete anche gli eventuali residui
delle interiora che fossero rimasti all’interno.
Con le alette e i tentacoli, invece, fateci altro o
surgelateli, visto che per questa preparazione non li useremo.
Prendete il barattolo per la cottura, ovviamente
assicurandovi che sia a chiusura ermetica, e, sul fondo, metteteci uno dei due
spicchi d’aglio, con la buccia e leggermente schiacciato, la metà dei grani di pepe
e la metà dei gambi di prezzemolo.
Unite la metà degli anelli di calamaro, l’altro spicchio
d’aglio e i rimanenti grani di pepe e gambi di prezzemolo, completando infine
con gli anelli di calamaro rimasti.
Versate l’olio extravergine di oliva, avendo cura che
questo superi i calamari di almeno un centimetro, quindi aspettate qualche
minuto, in modo che l’olio penetri per bene tra gli anelli di calamaro.
Se dovesse servire, rabboccate con altro olio, quindi
chiudete ermeticamente il barattolo e immergetelo nell’acqua a temperatura,
facendo cuocere per i quaranta minuti indicati.
Trascorso il tempo, togliete il barattolo dall’acqua, apritelo,
prendete gli anelli di calamaro usando una forchetta o, meglio ancora, una pinza da cucina
e metteteli in una ciotola, salandoli con del sale marino e dando loro una
mescolata.
Procedete con l’impiattamento, mettendo per prima cosa un
paio di cucchiai di crema di cicerchia sul fondo di ciascun piatto, disponendo
sopra di essa gli anelli di calamaro, facendo in modo che questi abbiano un
minimo di sviluppo in altezza, completando infine con le mandorle tostate e la
maionese d’aglio, che metterete in piccole quantità tutt’intorno alla crema, in
modo da lasciare agli ospiti la scelta di come unirla al resto degli
ingredienti.
Fate colare sugli anelli qualche goccia dell’olio nel
quale hanno cotto, quindi portate rapidamente in tavola.
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