Chi mi segue avrà notato che, recentemente, ho dato una
decisa accelerazione su zuppe e minestre, un po’ visto il clima più freddo, un
po’ perché adoro i legumi, tutti, senza troppa distinzione tra l’uno e l’altro.
Questa volta è stato il turno delle cicerchie,
un legume a lungo tempo quasi dimenticato, che però recentemente sta tornando
sulle tavole, e i ceci, legumi che ho unito in matrimonio usandoli entrambi, in
un esperimento che, a dire di moglie e figli, ha avuto pieno successo.
Insieme ai legumi, che ho in parte ridotto in crema e in
parte lasciati interi, l’indivia, stufata rapidamente in tegame prima di unirla
a ceci e cicerchie, e che con il suo retrogusto amaro crea un bel contrasto.
Infine, per dare croccantezza, ma anche perché un romano
non sa farne a meno, il guanciale, passato prima in padella, per renderlo
croccante ma anche per eliminarne buona parte del grasso, e poi unito solo al
momento di servire, in modo che non perdesse croccantezza, cosa che avverrebbe
se unito troppo presto alla zuppa.
Infine, non certo indispensabile, una piccola guarnizione
con l’indivia cristallizzata, ottenuta friggendone alcune foglie in olio ben
caldo, giusto una trentina di secondi, in modo da farne evaporare l’acqua e,
appunto, renderla croccate e delicata come il cristallo.
Concludo la premessa dicendovi che io ho deciso di non
aggiungere parmigiano o, ancora meglio, pecorino romano, cosa che però può
essere una giusta variazione, visti i sapori decisi del piatto, per cui lascio
a voi la scelta.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la zuppa
- Un etto e mezzo di cicerchie
- Un etto e mezzo di ceci
- Un cespo di indivia
- Sei fette di guanciale
- Uno spicchio d'aglio
- Un pezzetto di peperoncino
- Sei cucchiai di olio extravergine di oliva
- Due cucchiai di parmigiano reggiano o pecorino romano (vedi sopra)
- Sale marino
- Pepe nero
Per l’indivia cristallizzata
- Una decina di punte di indivia
- Olio di semi di arachide
Con il dovuto anticipo, mettete i ceci e le cicerchie a
bagno in abbondante acqua fredda, dove la lascerete per almeno dodici ore –
ceci e cicerchie richiedono un ammollo e una cottura pressoché identiche -
considerando che questi legumi sono particolarmente tenaci.
Trascorso il tempo dell’ammollo, scolate i legumi, fate
un controllo a vista per individuare quelli eventualmente rovinati, che
scarterete, quindi metteteli in una pentola, coperti da abbondante acqua
fredda, senza aggiungere odori, visto che per questa preparazione i legumi devono
essere in purezza.
Non salate l'acqua subito, dato che la sua evaporazione
durante la cottura avrebbe l'effetto di aumentare la concentrazione salina,
rischiando di darvi dei legumi eccessivamente salati.
Portate la pentola sul fuoco, a fiamma media e con il
coperchio, e quando l'acqua raggiunge il bollore, abbassate la fiamma e fate
cuocere i legumi fino a quando non saranno piuttosto teneri, cosa che dovrebbe
richiedere, dal momento del bollore, almeno un’ora e mezza, salandoli dopo
circa un’ora.
Nel caso preferiate usare la pentola a pressione - cosa
che io faccio oramai sempre, con i legumi - salate ovviamente subito l’acqua e
calcolate quarantacinque minuti a partire dal raggiungimento della pressione,
aspettando poi che la pressione cali naturalmente, piuttosto che aprire la
valvola per ridurla più rapidamente.
Quando i legumi sono pronti, spegnete la fiamma e fateli
intiepidire nella loro acqua, quindi usando un mestolo bucato, travasatene i
3/4 nel bicchiere frullatore, tradizionale o a immersione,
aggiungendo due mestoli della loro acqua di cottura, mentre i legumi rimanenti
li metterete in una ciotola, sempre coperti dalla loro acqua di cottura.
Fate andare il frullatore alla massima velocità, fino a
ridurre i legumi in una crema fluida e senza più alcun residuo, che assaggerete
per valutarne la sapidità, tenendo inoltre presente che la densità della crema
dovrà essere piuttosto spinta, dato che la zuppa sarà servita così, senza
aggiunta di pasta o altro che richieda ulteriore cottura.
Pendete l’indivia e tagliatela, procedendo trasversalmente
alla sua lunghezza e facendo dei tagli a circa tre o quattro centimetri l’uno
dall’altro, fermandovi quando arriverete alla parte più dura, quella vicina
alla parte posteriore del cespo.
Se avete deciso di usarla anche come guarnizione, mettete
da parte una decina di foglie (non è il termine esatto, ma per capirci intendo
la parte superiore dell’indivia, quella di un verde scuro), che poi
cristallizzerete.
Lavatela l’indivia e asciugatela sommariamente, quindi prendete
una casseruola, ampia abbastanza da poter contenere tutta la zuppa, metteteci sei
cucchiai di olio extravergine e un pezzetto di peperoncino, tritato
sommariamente e per il quale vi regolerete in base al vostro amore per il
piccante
Sbucciate lo spicchio d’aglio e, usando una grattugia a
lama fine, come ad esempio questa
della Microplane, grattugiatelo direttamente nella casseruola,
ottenendo quasi una sorta di poltiglia.
Portate sul fuoco, a fiamma media e fate soffriggere
l’aglio per una ventina di secondi - l’aglio grattugiato tende a bruciarsi
piuttosto rapidamente - quindi unite l’indivia, facendola saltare per circa
cinque minuti, fino a quando la sua acqua residua non sarà evaporata, momento
nel quale la regolerete anche di sale.
Unite la crema di legumi, fate riprendere un bollore
molto leggero, che manterrete per circa dieci minuti, in modo che legumi e
indivia possano armonizzarsi.
Tanto che la zuppa va, tagliate il guanciale in fette di
circa mezzo centimetro di spessore - se volete e se siete più attenti alla
salute di quanto lo sia io, potete anche ridurre da questi l’eccesso di parte
grassa - dalle quali ricaverete prima dei bastoncini di circa mezzo centimetro
di larghezza e poi, da questi, dei piccoli cubetti.
Prendete una padella, meglio se antiaderente e uniteci il
guanciale (suggerisco la lavorazione a freddo per il semplice fatto che se
unite il guanciale a padella molto calda, questo tenderebbe a bruciarsi prima
ancora di diventare croccante), quindi portatela sul fuoco, a fiamma media.
Fate prendere calore, facendo rosolare il guanciale, che
allo stesso tempo rilascerà il suo grasso, senza però indugiare troppo - direi
che cinque o sei minuti dovrebbero essere un tempo sufficiente - per evitare il
rischio di una cottura troppo prolungata, che renderebbe amaro il guanciale.
Quando il guanciale è al giusto grado di rosolatura,
scolatelo e trasferitelo in un piatto, sul quale avrete qualche foglio di carta
da cucina per assorbire il grasso in eccesso, mentre per quanto riguarda il
grasso rimasto nella padella, regolatevi secondo il vostro gusto, potendone
aggiungere una piccola quantità alla zuppa - io non l’ho fatto, per la cronaca
- in modo da avere un gusto ancora più rustico e deciso.
Trascorsi i dieci minuti di cottura della zuppa, spegnete
la fiamma, unite i ¾ del guanciale rosolato e, se avete deciso di usarlo, il
pecorino romano o il parmigiano, mescolando per bene, in modo che l’eventuale
formaggio abbia il tempo di sciogliersi.
Coprite con il coperchio e, se avete deciso di farla,
procedete con la cristallizzazione dell’indivia, portando l’olio di semi di
arachide a circa 160° e tuffandoci l’indivia, proteggendovi con il coperchio -
nella fase iniziale ci saranno un po’ di schizzi - e facendola friggere fino a
quando non emetterà più le classiche bollicine, segno che l’acqua interna è del
tutto evaporata, momento nel quale la scolerete con delicatezza e la metterete
su qualche foglio di carta da cucina.
Procedete con l’impiattamento, mettendo la zuppa nei
piatti, aggiungendo su ciascuna porzione i dadini di guanciale tenuti da parte,
completate con un giro d’olio extravergine di oliva a crudo e, se avete deciso
di usarla, con l’indivia cristallizzata.
buona sera e buon Natale Andrea. approfitto di questo spazio per avere da te, se possibile,un'informazione. ricordo che tempo fa, su youtube, vidi un video del grande Gualtiero Marchese dove cucinava un risotto con sfoglia d'oro e non più tardi di qualche giorno fa, mi è capitato, in un supermercato che vende ottimi prodotti, di vedere del salmone islandese con a parte una sfoglia d'oro. mi chiedo e ti chiedo, ma la sfoglia. che è veramente è oro, da un sapore particolare o solo per sciccheria? grazie e buon Natale e felice anno nuovo.
RispondiEliminaSemplicemente meraviglioso <3
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