Come per le edizione precedenti - e non poteva essere
diversamente - il tema del concorso era il formaggio e, nello specifico, le diverse
varietà di Mugello, un formaggio splendido, dal sapore intenso e particolare,
che a mio avviso lo rende quasi unico nel panorama caseario nazionale.
Potendo scegliere tra tipi di formaggio - Fior di
Mugello, Gran Mugello e Blu Mugello - il regolamento del contest prevedeva la
preparazione di un menù di due piatti: un piatto salato, da potersi scegliere
tra una pizza gourmet e un risotto e un dolce al cucchiaio 8ad esclusione del
gelato).
Direi che la scelta è stata di fatto obbligata, dato che
la pizza, pur essendo uno dei miei piatti preferiti da mangiare, non lo è certo
per quanto riguarda le mie abilità preparatorie (ma prima o poi proverò a
rimediare…), motivo per cui ho scelto il risotto.
Dopo un gradevolissimo assaggio dei tre formaggi, ho
deciso per il più cremoso - il Fior di Mugello - dal sapore comunque intenso,
che ho ritenuto il migliore per il piatto che avevo in mente, lasciando quindi
agli altri due il compito di sacrificarsi per il dolce, che presenterò in una
successiva ricetta.
Ad accompagnare il formaggio, gli spinaci, lavorati in
due consistenze, con una parte liquida, ricavate usando un estrattore per succhi (data la consistenza degli spinaci, qui la
centrifuga è decisamente meno adatta) e una secca, ottenuta essiccando gli
spinaci in forno a una temperatura di 70° e poi riducendoli in polvere,
setacciate per avere una consistenza molto fine.
Poi, quasi a non voler mollare la mia romanità, il tuorlo
d’uovo fritto, che mantiene il cuore liquido e che, quando rotto, ricorda la
deliziosa cremina della carbonara. Ovviamente, ho aggiunto il tuorlo solo al
momento dell’impiattamento, lasciando agli ospiti il compito di romperlo
per apprezzarne l’interno.
A completare il piatto, come elemento croccante, che
personalmente non faccio mai mancare nelle mie ricette, i pinoli tostati al
sale, che peraltro ricordano un altro piatto piuttosto tradizionale, quegli
spinaci con pinoli, uvetta e burro, che da giovane mi facevano impazzire.
Per quanto riguarda la preparazione, ho utilizzato un
riso di varietà Carnaroli, tostato a
secco, senza utilizzare grassi né tantomeno sfumare con il vino, portato
poi a cottura usando un brodo vegetale.
Il formaggio l’ho unito quando mancavano circa due minuti
alla cottura e poi, a fiamma spenta, prima o mantecato con del burro, freddo da
frigorifero in modo da accentuare lo shock
termico, cosa che facilita l’azione della componente grassa. Non ho
volutamente usato il parmigiano, dato che ho ritenuto il sapore del Fior di
Mugello più che sufficiente a rendere ricco il risotto.
Per quanto riguarda gli spinaci, la parte liquida l’ho
unita nella seconda fase della mantecatura, sempre a fuoco spento, quindi, per
evitare che il calore eccessivo e prolungato portasse gli spinaci
all’ossidazione; la parte secca, invece, l’ho usata durante l’impiattamento,
forse più come elemento di guarnizione che per dare sapore vero e proprio.
Il tuorlo, dopo averlo delicatamente impanato, l’ho
fritto per venti secondi in olio di semi di arachide, portato alla temperatura
di circa 145° (temperature più alte rischierebbero di far scoppiare il
tuorlo), e poi aggiunto a riso già impiattato.
I pinoli, infine, tostati in padella con del sale marino,
tritati molto grossolanamente al coltello e, come gli spinaci secchi, aggiunti
durante l’impiattamento, in modo da lasciarli ben visibili e, allo stesso
tempo, evitando che l’umidità del risotto ne rovinasse la croccantezza.
L’attrezzatura necessaria per la preparazione del piatto
è assolutamente standard, senza oggetti particolari, se non l’estrattore per
succhi, mentre qualche accortezza sarà necessaria per la frittura dei tuorli,
da fare all’ultimo e lavorando in parallelo con la cottura del riso.