Con questa ricetta partecipo al Contest Lattidamangiare 5.0, organizzato da
Palagiaccio
Come per le edizione precedenti - e non poteva essere
diversamente - il tema del concorso era il formaggio e, nello specifico, le diverse
varietà di Mugello, un formaggio splendido, dal sapore intenso e particolare,
che a mio avviso lo rende quasi unico nel panorama caseario nazionale.
Potendo scegliere tra tipi di formaggio - Fior di
Mugello, Gran Mugello e Blu Mugello - il regolamento del contest prevedeva la
preparazione di un menù di due piatti: un piatto salato, da potersi scegliere
tra una pizza gourmet e un risotto e un dolce al cucchiaio 8ad esclusione del
gelato).
Direi che la scelta è stata di fatto obbligata, dato che
la pizza, pur essendo uno dei miei piatti preferiti da mangiare, non lo è certo
per quanto riguarda le mie abilità preparatorie (ma prima o poi proverò a
rimediare…), motivo per cui ho scelto il risotto.
Dopo un gradevolissimo assaggio dei tre formaggi, ho
deciso per il più cremoso - il Fior di Mugello - dal sapore comunque intenso,
che ho ritenuto il migliore per il piatto che avevo in mente, lasciando quindi
agli altri due il compito di sacrificarsi per il dolce, che presenterò in una
successiva ricetta.
Ad accompagnare il formaggio, gli spinaci, lavorati in
due consistenze, con una parte liquida, ricavate usando un estrattore per succhi (data la consistenza degli spinaci, qui la
centrifuga è decisamente meno adatta) e una secca, ottenuta essiccando gli
spinaci in forno a una temperatura di 70° e poi riducendoli in polvere,
setacciate per avere una consistenza molto fine.
Poi, quasi a non voler mollare la mia romanità, il tuorlo
d’uovo fritto, che mantiene il cuore liquido e che, quando rotto, ricorda la
deliziosa cremina della carbonara. Ovviamente, ho aggiunto il tuorlo solo al
momento dell’impiattamento, lasciando agli ospiti il compito di romperlo
per apprezzarne l’interno.
A completare il piatto, come elemento croccante, che
personalmente non faccio mai mancare nelle mie ricette, i pinoli tostati al
sale, che peraltro ricordano un altro piatto piuttosto tradizionale, quegli
spinaci con pinoli, uvetta e burro, che da giovane mi facevano impazzire.
Per quanto riguarda la preparazione, ho utilizzato un
riso di varietà Carnaroli, tostato a
secco, senza utilizzare grassi né tantomeno sfumare con il vino, portato
poi a cottura usando un brodo vegetale.
Il formaggio l’ho unito quando mancavano circa due minuti
alla cottura e poi, a fiamma spenta, prima o mantecato con del burro, freddo da
frigorifero in modo da accentuare lo shock
termico, cosa che facilita l’azione della componente grassa. Non ho
volutamente usato il parmigiano, dato che ho ritenuto il sapore del Fior di
Mugello più che sufficiente a rendere ricco il risotto.
Per quanto riguarda gli spinaci, la parte liquida l’ho
unita nella seconda fase della mantecatura, sempre a fuoco spento, quindi, per
evitare che il calore eccessivo e prolungato portasse gli spinaci
all’ossidazione; la parte secca, invece, l’ho usata durante l’impiattamento,
forse più come elemento di guarnizione che per dare sapore vero e proprio.
Il tuorlo, dopo averlo delicatamente impanato, l’ho
fritto per venti secondi in olio di semi di arachide, portato alla temperatura
di circa 145° (temperature più alte rischierebbero di far scoppiare il
tuorlo), e poi aggiunto a riso già impiattato.
I pinoli, infine, tostati in padella con del sale marino,
tritati molto grossolanamente al coltello e, come gli spinaci secchi, aggiunti
durante l’impiattamento, in modo da lasciarli ben visibili e, allo stesso
tempo, evitando che l’umidità del risotto ne rovinasse la croccantezza.
L’attrezzatura necessaria per la preparazione del piatto
è assolutamente standard, senza oggetti particolari, se non l’estrattore per
succhi, mentre qualche accortezza sarà necessaria per la frittura dei tuorli,
da fare all’ultimo e lavorando in parallelo con la cottura del riso.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il riso
- Tre etti e venti di riso carnaroli
- Un litro e mezzo di brodo vegetale
- Un etto di Fior di Mugello
- Cinquanta grammi di burro
Per il brodo vegetale
- Due litri d’acqua
- Una carote gialla
- Una piccola zucchina
- Una cipolla di medie dimensioni
- Un pomodoro rosso di medie dimensioni
- Mezza costa di sedano
- Sale marino grosso
Per i tuorli fritti
- Quattro uova freschissime
- Otto cucchiai di pangrattato
- Olio di semi di arachide
Per i pinoli tostati
- Quattro cucchiai rasi di pinoli sgusciati
- Un cucchiaino raso di sale marino
Per gli spinaci
- Due etti di spinaci freschi
Per prima cosa preparate il brodo vegetale, che per un risotto
consiglio di fare piuttosto leggero, per cui mettete le verdure, pulite e
lavate, in una pentola, riempitela poi con acqua fredda - tenete conto della
parziale evaporazione dell'acqua, per cui usatene due litri abbondanti - e
portatela sul fuoco, facendo cuocere per circa un'ora da quando l'acqua prende
il bollore.
Salate il brodo solo nell’ultimo quarto d’ora, in modo da
tener con dell’evaporazione dell’acqua, che se non gestita potrebbe darvi un
brodo che, giustamente salato all’inizio, risulti poi, invece, troppo salato
alla fine. Tenete anche conto che, idealmente, il brodo questo dovrebbe avere
una salinità tale da consentirvi di non aggiungere altro sale durante la
cottura del riso.
Quando il brodo è pronto, filtratelo e tenetelo da parte,
ricordando di riportarlo a un bollore leggero prima di procedere con la cottura
del riso.
Tostate ora i pinoli, mettendoli in un padellino
antiaderente, insieme a un cucchiaino raso di sale marino fino, portando poi il
tutto sul fuoco, a fiamma media.
Fate prendere calore e, ruotando il padellino quasi
continuamente, fate tostare i pinoli, in modo che il sale possa aderire alla loro superficie e, quando i
pinoli saranno leggermente dorati, spegnete e travasateli in una ciotola,
avendo cura di lasciare il sale in eccesso nel padellino.
Mi raccomando, non lasciate i pinoli a freddarsi nel
padellino, altrimenti continuerebbero a tostarsi per effetto del calore
residuo.
Quando i pinoli sono freddi, metteteli sul tagliere e,
usando un coltello con la lama grande, spezzettateli grossolanamente, come la
foto più sopra spero suggerisca.
Dedicatevi ora agli spinaci, prendendone per prima cosa
la metà della quantità indicata e rimuovendone i gambi, lasciando quindi solo
le foglie.
Prendete una teglia, metteteci un pezzo di carta da forno
tagliato a misura, quindi distribuite le foglie di spinaci nella teglia,
evitando per quanto possibile di sovrapporle quindi infornate a 70° per circa
un’ora, capovolgendo le foglie dopo i primi trenta minuti, e comunque fino a
quando le foglie non saranno diventate completamente secche e, di conseguenza,
molto friabili.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, dato che gli spinaci devono disidratarsi e non cuocersi e 70° sono
la giusta temperatura per far sì che ciò avvenga.
Quando le foglie sono pronte, fatele intiepidire e poi
mettetele nel tritatutto,
facendolo andare alla massima velocità, in modo da polverizzare le foglie, polvere che poi setaccerete usando un
colino a maglie fitte, in modo da trattenere quei pezzi che il tritatutto non è
riuscito a frantumare, raccogliendo la polvere in una ciotola.
Usate l’estrattore per ricavare il succo dalla rimanente
metà degli spinaci, prendendo in questo caso sia i gambi che le foglie,
raccogliendolo in un recipiente, che coprirete con un pezzo di pellicola
trasparente, in modo da ridurre la quantità d’aria a contatto con il liquido,
cosa che ridurrà il rischio di ossidazione.
Prendete il fior di Mugello e tagliatelo grossolanamente
a pezzi, che lascerete a temperatura ambiente per almeno una mezz’ora, in modo
che siano ben morbidi quando li aggiungerete al riso.
Ora, prima di procedere con la cottura del riso,
dedicatevi alla prima fase della preparazione dei tuorli fritti, operazione non
proprio facilissima, soprattutto le prime volte.
Preparate per prima cosa dei piccoli quadrati di carta da
forno, in numero pari al doppio del numero di uova e più o meno di dieci
centimetri di lato ciascuno, quindi prendete un'ampia scodella e riempitela con
il pangrattato (meglio di più che di meno).
Procedendo uno alla volta, rompete l’uovo e separate la
chiare dal tuorlo - usate il metodo che vi è più congeniale - deponendo con la
massima delicatezza il tuorlo nella scodella con il pangrattato.
Usando un cucchiaio, prendete il pangrattato e fatelo cadere
a pioggia sul tuorlo, in modo che questo ne sia coperto in modo uniforme, poi,
sempre usando il cucchiaio e infilandolo in profondità sotto al tuorlo,
sollevatelo delicatamente.
Tenendo in una mano il pezzo di carta da forno e
nell’altra il cucchiaio con il tuorlo, fate passare quest’ultimo, più volte e
delicatamente, dal cucchiaio alla carta, in modo che, ad ogni passaggio, il
pangrattato in eccesso possa cader via.
Quando tutto il pangrattato in eccesso sarà scivolato
via, rimanendone attaccato al tuorlo solo un leggero strato, appoggiate il
foglio di carta, con il tuorlo sopra, sul piano di lavoro, ripetendo poi tutti
i passaggi per le rimanenti uova.
Finalmente è il momento della cottura del risotto, cosa
che farete portando per prima cosa a bollore leggero il brodo vegetale, in modo
che sia alla giusta temperatura.
Prendete poi la casseruola dove cuocerete il riso - io ne
uso sempre una antiaderente - e portatela sul fuoco, a fiamma media e, quando
la casseruola sarà calda, ma non bollente, unite il riso e fatelo tostare per qualche minuto - la
tostatura è completa quando i chicchi sono diventati quasi trasparenti -
girando continuamente in modo che tutti i chicchi sentano il calore.
Cominciate poi ad aggiungere il brodo, sempre in quantità
misurata, soprattutto andando avanti nella cottura, in modo da non correre il
rischio di trovarvi con il riso cotto e una quantità eccessiva di liquido, cosa
in questo caso ancora più grave, dato che poi aggiungerete anche la parte
liquida degli spinaci.
Ricordatevi che il riso, durante la cottura, deve essere
girato il meno possibile, per evitare di traumatizzarne
i singoli chicchi, cosa che aumenterebbe il rilascio anticipato del loro amido.
Tanto che il riso è in cottura - se siete timorosi,
potete comunque fare questa operazione anche prima di avviarne la cottura -
procedete con la seconda fase della preparazione dei tuorli fritti, prendendo
una padella per friggere, di diametro piuttosto ridotto, e riempitela con olio
per friggere, in quantità tale che l’altezza raggiunta dall’olio sia almeno
pari al doppio dell’altezza del tuorlo.
Portate l’olio a circa 145° (meglio di meno che di più),
poi prendete il primo foglio di carta con il tuorlo e, immergendo parzialmente
il foglio nell’olio, fateci scivolare dentro il tuorlo.
Fate friggere per dieci secondi, poi, sempre usando un
cucchiaio, girate delicatamente il tuorlo e fatelo friggere per altri dieci
secondi, quindi prendetelo nuovamente con il cucchiaio, sollevatelo, e fate
colar via l’olio residuo, mettendo infine il tuorlo sul su un altro pezzo della
carta da forno (per ogni uovo, quindi, due pezzi di carta da forno distinti:
uno per gestire la preparazione e la frittura e l’altro per accogliere il
tuorlo dopo quest’ultima).
Tenete presente che, al di là dei tempi indicati, dovrete
ottenere un tuorlo nel quale la parte esterna, per effetto della frittura, sia
tale da costituire una sorta di involucro semi-rigido per l’interno, che invece
deve rimanere liquido.
Ripetete la procedura per tutti i tuorli, che terrete a
portata di mano in attesa dell’impiattamento, senza preoccuparvi più di tanto
della loro temperatura - l’interno del tuorlo, vista la breve frittura, sarà
comunque piuttosto freddo, cosa peraltro necessaria a mantenerlo liquido - dato
che poi ci penserà quella del risotto a portarla al giusto valore per
apprezzarne al meglio il sapore
Tornate al riso e, quando valutate che manchino circa due
minuti alla fine della cottura - il carnaroli normalmente richiede un tempo di
cottura tra i sedici e i venti minuti - unite al riso il Fior di Mugello,
mescolando per bene in modo da farlo sciogliere e far sì che possa incorporarsi
al risotto, avviando di fatto la prima fase della mantecatura.
Quando il formaggio è completamente sciolto e il riso
cotto, spegnete il fuoco e aggiungete il burro, preso direttamente dal
frigorifero, mescolando energicamente - qui è importante il rilascio dell’amido
- in modo da ottenere la giusta cremosità.
Vi ricordo, ancora una volta, di mantenere il risotto
piuttosto tirato, in modo che l’aggiunta degli spinaci liquidi lo
riporti alla giusta densità.
Non appena il burro si sarà sciolto, aggiungete
gradualmente gli spinaci liquidi, sempre mescolando, dosandone la quantità in
modo da ottenere una tonalità verde non troppo intensa e fermandovi quando la
cremosità sarà quella giusta per un risotto all’onda.
Fate risposare per trenta secondi, con il coperchio,
quindi impiattate, distribuendo per prima cosa il risotto, mettendo poi, con la
massima delicatezza, un tuorlo fritto al suo centro, distribuendo poi la
polvere di spinaci e i pinoli tostati.
Servite velocemente, suggerendo ai vostri ospiti di rompere
per prima cosa il tuorlo, in modo che il suo interno, ancora liquido, possa
colare fuori, armonizzandosi con il risotto, come la foto che segue spero vi
dia un’idea.
Buon appetito.
I have been wondering about this issue, so thanks for posting.
RispondiEliminaPainters in Red Deer Ab