Mi era venuta un’improvvisa voglia di piccante e, avendo
qualche giorno prima provvidenzialmente comprato della ‘nduja, ho pensato che
la mia voglia potesse essere soddisfatta da un primo, bello piccante, che
peraltro mi dava la scusa per non condividerlo con moglie e figlia, che con il
piccante non vanno molto d’accordo.
La semplicità era d’obbligo, quindi, e l’unica
concessione è stata quella di abbinare alla ‘nduja, passata in padella con poco
olio extravergine di oliva, in modo da sfaldarla, la stracciatella di
bufala (la parte interna della burrata, per capirci), che con la sua morbidezza
e il suo sapore, stempera leggermente l’aggressività del meraviglioso insaccato
calabrese.
Infine, come elemento croccante, la mollica di pane al
prezzemolo, tostata in padella a secco - la ‘nduja è già grassa di suo - e poi
unita alla pasta solo al momento dell’impiattamento, quasi fosse del
parmigiano.
Tutto qui, per una ricetta semplice e veloce, dai pochi
ingredienti e con gusto decisamente prorompente.
Concludo, dicendovi che come pasta ho utilizzato la Spaghettoro di Verrigni, che mi era rimasto giusto nella quantità per soddisfare
la mia voglia.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la pasta
- Tre etti e venti di spaghetti
- Un etto e mezzo di stracciatella di bufala
- Un etto di ‘nduja (vedi dopo)
- Quattro cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino grosso
Per la mollica al prezzemolo
- Sessanta grammi di mollica di pane
- Dieci grammi di prezzemolo fresco
- Pepe nero
Mettete in un’ampia pentola l'acqua per la pasta,
salatela - io la salo sempre subito, più che altro per non correre il rischio
di dimenticarmi di farlo dopo - portatela sul fuoco e, nell’attesa che
raggiunga il bollore, procedete con la preparazione del condimento.
Preparate la mollica, meglio se usando del pane del
giorno prima, mettendola nel tritatutto, insieme al prezzemolo, del quale eliminerete la parte
più dura dei gambi, facendo poi andare il tritatutto alla massima velocità,
fino a quando la mollica non si sarà ridotta in piccole briciole e avrà assunto
una vivace tonalità verde per effetto della presenza del prezzemolo.
Prendete un padellino, meglio se antiaderente, metteteci
la mollica, date una più che generosa macinata di pepe nero, e portatelo sul
fuoco, a fiamma media, facendo prendere calore e girando con continuità, in
modo che tutte le briciole possano sentire il calore in modo uniforme.
Quando la mollica sarà diventata croccante - data la
presenza del prezzemolo, la sua doratura non sarà evidente, per cui regolatevi
toccandola con le dita - travasatela in una ciotolina. Mi raccomando, non
lasciatela nel padellino, altrimenti questa continuerà a sentire il calore, con
il rischio di bruciarsi.
Prendete una padella ampia, tale da poter contenere la
pasta per la mantecatura finale, metteteci quattro cucchiai di olio
extravergine e la ‘nduja, alla quale ovviamente avrete prima tolto la sacca
esterna.
Tenete presente che la quantità indicata rispecchia il
mio amore per il piccante, per cui voi sentitevi libera di modificarla in base
al vostro, di gusto.
Portate la padella sul fuoco e fate andare a fiamma
bassa, usando un cucchiaio di legno per rompere la ‘nduja, continuando
fino a quando la sua consistenza non sarà diventata piuttosto fine, quasi sciolta
nell’olio.
Quando la base di olio e ‘nduja è pronta, spegnete la fiamma,
in attesa di riaccenderla per la mantecatura finale, quindi aprite la burrata
ed estraete la sua stracciatella, in modo da averla a portata di mano per
quando sarà il momento.
Tornate all’acqua di cottura e, quando questa bolle,
tuffateci le fettuccine e fatele cuocere, avendo cura di mantenerle ben al
dente.
Quando mancano un paio di minuti alla fine della cottura
della pasta, prendete una tazza e riempitela con la sua acqua, ricca di amido,
che vi servirà per la mantecatura finale.
Un modo alternativo, e direi anche preferibile visto che
non vi costringe a mettere da parte l'acqua di cottura è quello di prendere la
pasta direttamente dalla sua pentola, usando un forchettone o un mestolo a
seconda del formato della pasta, e unirla direttamente nella padella con il
condimento. In questo modo avrete a disposizione tutta l'acqua di cottura,
senza dover fare considerazione su quanta ve ne serva, con il rischio di
sbagliare.
A pochi minuti dalla cottura della pasta, accendete
nuovamente la fiamma sotto la padella con la ‘nduja, in modo che il condimento
sia alla giusta temperatura quando vi unirete la pasta.
Quando la pasta è ancora molto al dente, scolatela
velocemente e, senza perdere tempo ad eliminare completamente l’acqua di
cottura, unitela nella padella con il condimento, alzate la fiamma e procedete
con la mantecatura, usando l'acqua di cottura messa da parte e facendo in modo
che la pasta risulti ben cremosa.
A mantecatura completata è quasi completa, unite la
stracciatella e continuate a mescolare, in modo che questa possa sciogliersi
completamente nella pasta, momento in cui spegnerete la fiamma e impiatterete
velocemente, per evitare che la pasta si asciughi, distribuendo la mollica
croccante al prezzemolo su ciascuna porzione, come fosse del parmigiano.
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